Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”
enrico letta al meeting di cl a rimini
Continua a far discutere la delibera dell'Agcom che ha bocciato il confronto sul piccolo schermo tra la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni e il segretario del Pd Enrico Letta. A sorpresa il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi si schiera contro i duelli televisivi: «Non mi appassiona: sono scettico sui confronti in tv, spesso si trasformano in risse. Molto meglio che ogni leader illustri il problema».
Intanto in viale Mazzini studiano le contromosse. Si discute a oltranza su come sciogliere il nodo. «Si stanno facendo valutazioni ma non ci sono risposte definitive», chiarisce chi frequenta il settimo piano della Rai.
GIORGIA MELONI ENRICO LETTA
Da più parti viene ormai escluso il confronto tra Meloni e Letta. «Si sono ristretti gli spazi di praticabilità» taglia corto uno di quelli che siede al tavolo. Il problema, si fa sapere, risiederebbe nella legge elettorale, che non prevede l'indicazione del leader della coalizione.
Ci sono comunque una serie di ipotesi sul tavolo. Una, ad esempio, prevede interviste individuali con una rosa di giornalisti. Un'altra strada potrebbe essere quella di un confronto tra 4 esponenti di una coalizione e 4 di un'altra.
Scenario, quest' ultimo, che fa alzare le spalle ad alcuni dirigenti Rai: «Si scontra con la volontà di Letta e Meloni che vorrebbero il faccia a faccia».
enrico letta
E ancora c'è chi sussurra: «Il 4 contro 4 non ha una ratio politica, anche perché la coalizione di centrodestra più o meno sta insieme, mentre quella di centrosinistra è più una compagine elettorale. Cosa risponderanno Letta e Fratoianni sulla politica estera?».
E allora come andrà a finire? Un'altra strada percorribile è quella evocata da Antonio Nicita del Pd: «Appare in conclusione compatibile con la delibera Agcom la possibilità di avere più occasioni di dibattito tra due o più leader politici». La faccenda è complicata, perché si dovrà tenere conto dei piccoli e di tutti i poli che partecipano al voto.
nicola fratoianni 4
In questo contesto Enrico Letta critica la presa di posizione dell'Agcom: «Mi pare molto bizantina per capire cosa voglia dire: un no, un sì, un ni. Poi decideremo». Il segretario del Pd è intenzionato a non accettare un confronto con tutti i leader. Anche perché, sottolineano fonti del Nazareno, «non c'è nessuna legge o disposizione che obblighi al confronto con partiti minori».
«Forse il bizantino è Letta» replicano i parlamentari della Lega in Vigilanza. Che aggiungono: «Sappiamo che la sinistra è abituata a governare senza vincere le elezioni, ma dettare legge anche sulle autorità di vigilanza ci sembra eccessivo». E ancora: «Perché dice che valuterà il da farsi, il dibattito era organizzato da lui o dalla Rai?». Arriva anche il commento del renziano Michele Anzaldi: «Se Letta rifiuta il confronto con Calenda, la sua coalizione può essere rappresentata da Di Maio o Fratoianni. Se Meloni rinuncia, la può sostituire Salvini. Di certo non possono essere loro a decidere cosa possano o non possano fare le emittenti».
CHIARA FERRAGNI ENRICO LETTA MEME