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    AVEVA RAGIONE PALENZONA: “NE VEDREMO DELLE BELLE” – IL PRESIDENTE AD INTERIM DELLA FONDAZIONE CRT, MAURIZIO IRRERA, HA RICEVUTO UNA LETTERA DI FUOCO DA ARTURO SOPRANO, PRESIDENTE EMERITO DELLA CORTE DI APPELLO DI TORINO, GIÀ MEMBRO DEL CONSIGLIO INDIRIZZO DELL’ENTE: “PROVO PROFONDA INDIGNAZIONE PER LA GRAVE CONDOTTA DI ALCUNI CONSIGLIERI CHE SENZA REMORE NÉ PUDORE SI SAREBBERO ASSEGNATI MOLTEPLICI E PRESTIGIOSI INCARICHI” – SI AVVICINA IL COMMISSARIAMENTO, DOPO LE DIMISSIONI DEL “CAMIONISTA”, IN POLEMICA CONTRO UN PRESUNTO “PATTO OCCULTO”…


     
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    Estratto dell’articolo di Christian Benna per www.corriere.it

     

    Maurizio Irrera Maurizio Irrera

    «Profonda indignazione» per la «grave condotta di alcuni Consiglieri della Fondazione»; «biasimo nei confronti di alcuni Consiglieri di amministrazione i quali, senza alcuna remora e senza pudore si sarebbero assegnati molteplici e prestigiosi incarichi»; «inquietante stupore il fatto che le numerose nomine in questione (in EQUITER, OGR, REAM, ULAOP) sarebbero avvenute con voto unanime» e l’auspicio che il Mef e Procura della Repubblica possano fare «pulizia».

     

    È una lettera durissima quella inviata lunedì 29 aprile al presidente ad interim di Fondazione Crt Maurizio Irrera da Arturo Soprano, presidente emerito della Corte di Appello di Torino, già membro del consiglio indirizzo dell’Ente.

     

    Arturo Soprano Arturo Soprano

    Martedì 30 aprile Soprano non parteciperà alla convocazione del Consiglio di indirizzo della Fondazione chiamata da Irrera in risposta all’indagine in corso del Mef che chiede i verbali degli ultimi tre consigli della Fondazione, 19 e 21 aprile, che hanno portato alle dimissioni del segretario Andrea Varese e poi del presidente Fabrizio Palenzona, entrambi messi in minoranza dal Cda.

     

    «Pressanti e indifferibili esigenze istituzionali, non mi consentono di aderire al Suo cortese invito e di partecipare, quindi, a un (inaspettato) Consiglio di indirizzo riservato anche allo scrivente e agli altri componenti cessati dalla carica alla data del 19 aprile», scrive Soprano dichiarando la sua indisponibilità a una «riunione finalizzata a valutare vicende afferenti al cd. "patto occulto" e alla avvenuta auto-assegnazione, da parte di alcuni Membri del C.d.A., di prestigiosi incarichi ni soggetti controllati o partecipati da CRT».

     

    fabrizio palenzona foto di bacco fabrizio palenzona foto di bacco

    Soprano esprime quindi profonda indignazione per la grave condotta di alcuni Consiglieri della Fondazione «( non meno di 10-13, da quanto emerge dalla lettura della documentazione raccolta e diffusa dalla Presidenza della Fondazione-) i quali avrebbero aderito a uno scellerato patto occulto, teso, evidentemente - alla luce dell'univoco tenore delle espressioni contenute nella pattuizione - ad assicurare ai pattisti il controllo di nomine interne della Fondazione, di incarichi esterni in partecipate o controllate da FCRT e, ni genere, di affari rientranti nella competenza esclusiva del C.d.I. del C.d.A. della Fondazione».

     

    Maurizio Irrera Maurizio Irrera

    Soprano infine auspica che l'inchiesta del Mef e l’indagine avviata dalla Procura della Repubblica consentano «fino alle estreme conseguenze di fare pulizia in Fondazione Crt, restituendo alla prestigiosa terza fondazione italiana e ai suoi consiglieri quel decoro e quella reputazione che sono stati acquisiti nel tempo».

     

    […] ora ci sono 30 giorni di tempo per eleggere un nuovo presidente ed evitare il commissariamento. A Irrera ha risposto anche l’ex magistrato Massimo Terzi, anch’egli parte del consiglio di indirizzo decaduto il 19 aprile.

     

    fabrizio palenzona foto di bacco (2) fabrizio palenzona foto di bacco (2)

    Terzi «al fine di valutare» la partecipazione al consiglio convocato martedì 30 aprile chiede conferma «che prima della riunione saremo tutti messi a conoscenza delle dichiarazioni rese da ciascun componente degli organi di Crt in ordine alla sussistenza di un conflitto di interesse con riguardo alla richiesta medesima ovvero per esserne venuta a conoscenza senza aver immediatamente informato la Fondazione». Terzi ritiene che chi non ha fornito la dichiarazione non deve partecipare al Consiglio, che rischierebbe quindi di essere inquinato da quel patto occulto tra consiglieri segnalato al Mef.

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