Estratto dell’articolo di Luciano Capone per “il Foglio”
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“Pronti!”, era lo slogan della campagna elettorale. “Mica tanto”, è la sintesi dell’azione di governo. L’impreparazione di Giorgia Meloni può essere valutata su quello che è il più importante dossier del governo […]: il Pnrr. Ed emerge soprattutto dal confronto con un paese come la Spagna che, in silenzio e senza molte polemiche, ha fatto tutto ciò di cui l’Italia ha solo parlato da otto mesi.
Il governo dimissionario del socialista Pedro Sánchez ha infatti presentato nei giorni scorsi a Bruxelles una richiesta di modifica del “Plan de recuperación” (il Pnrr spagnolo) al quale ha aggiunto anche il capitolo RePowerEu […].
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Con questa istanza la Spagna, che inizialmente aveva richiesto solo 70 miliardi di grant (trasferimenti) e rinunciato alla quota dei loan (prestiti), ha deciso di mobilitare tutte le risorse assegnatele: quindi 84 miliardi di prestiti e 10,3 miliardi di trasferimenti dei fondi del Next Generation Eu e del RePowerEu. Per ottenere le risorse, Madrid ha dovuto aggiungere al suo Piano 25 nuovi investimenti e altre 18 riforme, dettagliatamente descritti in un documento di oltre 190 pagine […]
Con questi 94 miliardi aggiuntivi il piano spagnolo sarà del tutto paragonabile a quello italiano, che è il più grande d’Europa (164 miliardi contro 191 miliardi). Secondo la vicepremier e ministro dell’Economia Nadia Caliviño l’attuazione del piano sta già avendo un impatto positivo sull’economia e l’addendum richiesto a Bruxelles dovrebbe amplificarne gli effetti […].
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[…] l’aspetto interessante del confronto con l’Italia è che la Spagna è anche l’unico paese ad aver ricevuto la terza rata del Next Generation Eu (6 miliardi di euro) già a fine marzo, ma la luce verde della Commissione europea era già arrivata a metà febbraio.
La situazione dell’Italia è molto diversa, costellata da polemiche, ritardi, scambi di accuse e crisi istituzionali come quella con la Corte dei conti sul controllo concomitante. […] Sul pagamento della terza rata il governo è fermo da dicembre, in attesa che Bruxelles completi la verifica del raggiungimento degli obiettivi.
C’erano diverse cose che non andavano, il governo aveva chiesto una proroga per mettere le cose a posto, la Commissione ha avviato alcuni controlli a campione... fatto sta che siamo arrivati a giugno e i soldi non sono stati sbloccati. Anzi, siamo a ridosso del 30 giugno, che è la scadenza per la quarta rata.
giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 2023
Difficile aver raggiunto gli obiettivi della quarta se su quelli della terza non c'è ancora alcuna certezza. […] Della modifica del Pnrr, di cui Meloni e il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto parlano ormai da un anno […] non si vede neppure l’ombra. Si è inscenato anche una specie di braccio di ferro mediatico con la Commissione sulla possibilità di cambiare il Pnrr, ma a Bruxelles aspettano da mesi queste modifiche che alla fine non sono mai arrivate. Stesso copione per il RePowerEu […].
Ciò che è poi paradossale è il contesto politico. Perché Meloni gode di una maggioranza politica solida e coesa, come in Italia non se ne vedevano dal 2008. Mentre Sánchez era sostenuto da una risicata coalizione “Frankenstein” con sinistra radicale e indipendentisti e ha dovuto affrontare una campagna elettorale per le elezioni amministrative da cui è uscito sconfitto e dimissionario. […]
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