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    OMICIDI AL VOLANTE – IL PIRATA DI MONZA SI CONSEGNA ALLA POLIZIA E NON VIENE ARRESTATO – È ACCUSATO DI OMICIDIO COLPOSO E OMISSIONE DI SOCCORSO – IL SENATO OGGI ESAMINA IL NUOVO REATO DI “OMICIDIO STRADALE”


     
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    1. IL PIRATA DI MONZA SI CONSEGNA E NON E' ARRESTATO

    Fabio Poletti per "La Stampa"

     

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    Il comandante della polizia municipale di Monza Alessandro Casale gliel’aveva giurata: «Tanto lo troviamo... Se non vuole essere arrestato è meglio che venga da noi...». Alle tre del pomeriggio, al volante del suo suv Audi Q5 grigio, lo stesso immortalato dalle telecamere, si costituisce il guidatore che ha provocato l’incidente dove ha perso la vita il quindicenne Elio Bonavita. È un manager di una multinazionale di 46 anni di Vedano al Lambro, un comune a pochi chilometri dall’incrocio tra viale Brianza e viale Ramazzotti a Monza dove un paio di mazzi di fiori e un bel po’ di vetri rotti sull’asfalto raccontano quello che è successo domenica mattina.

     

    Al comando della Polizia di via Marsala l’uomo si presenta con il suo avvocato. In oltre due ore racconta la sua versione a verbale. Giura di non essersi accorto di quel segnale di precedenza bruciato nell’infilare lo stradone, assicura che non stava andando troppo veloce, cerca con forza di convincere di non aver visto né sentito a causa della pioggia quello che stava succedendo dietro di lui. La versione di tanti coinvolti in incidenti gravi e che poi non si fermano. 

     

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    Il capo dei vigili non gli crede: «Ha ammesso solo di essere stato alla guida del suo suv. Impossibile che non si sia accorto... Non c’è stata la necessità di sequestrargli l’auto che non è stata coinvolta direttamente nell’incidente. Valuteremo se sequestragli la patente di guida...». Sarà il magistrato monzese Manuela Massenz a decidere come sono andate le cose dopo aver dato un incarico a un perito di verificare la velocità e la dinamica dell’incidente.

     

    L’autista del suv Audi finisce nel registro degli indagati per concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e omissione di soccorso. Non ci sono gli estremi - la legge è assai criticata, da più parte si chiede un inasprimento delle pene per i pirati della strada che si vorrebbe in carcere - per procedere con l’arresto. «Avevamo una parte della targa... Se fossimo andati a prenderlo noi sarebbe stato diverso...», spiegano al comando dei vigili. Ma l’autista del suv Audi non è l’unico a finire nel registro degli indagati.

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    Tocca anche al guidatore del Range Rover, anche lui brianzolo di 37 anni, che ha avuto tagliata la strada dall’Audi e ha saltato la corsia centrando in pieno la piccola Citroën C1 nera su cui viaggiava Elio Bonavita insieme alla madre. Anche per lui valgono le ipotesi di reato di concorso in omicidio colposo e lesioni colpose ma ovviamente non l’omissione di soccorso.


    Adesso saranno i periti a ricostruire la dinamica dell’incidente. E poi un processo da celebrare chissà quando. Al momento per l’omicidio del giovane quindicenne che stava andando a giocare a calcio, la sua grande passione. Ma c’è ancora grande preoccupazione per sua madre, Nunzia Minichini di 40 anni, alla guida dell’auto centrata in pieno dal Range Rover. Si trova ricoverata in «condizioni critiche ma stazionarie» nel reparto di Rianimazione all’ospedale Niguarda di Milano per un politrauma a braccia e gambe oltre a un trauma cranico e un trauma addominale.

     

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    Davanti alla porta del reparto d’ospedale sua madre Tina, la nonna di Elio che dietro agli occhiali scuri non nasconde né le lacrime né la rabbia per quello che è successo: «Voglio giustizia per quello che ha fatto a mio nipote e a mia figlia. Se ha torto deve essere condannato duramente. È solo un assassino».

     

    2. FINO A 12 ANNI PER L’OMICIDIO STRADALE. IL NUOVO REATO ALL’ESAME DEL SENATO

    Francesco Grignetti per “la Stampa

     

    Aggiornate le statistiche. Non c’è solo il ragazzo di 14 anni ucciso da un pirata della strada a Monza. Ieri mattina in Veneto la polizia stradale ha trovato in un fosso anche il corpo senza vita di un povero scooterista di 20 anni, Luca Sartori, speronato e ucciso nella notte di domenica. Nessuna traccia dell’investitore. «L’assurda mattanza piratesca continua!», urla Giordano Biserni, presidente dell’associazione Asaps (amici della polizia stradale). 


    Il sit-in

    pirata Monza pirata Monza

    Le associazioni a tutela delle vittime della strada oggi terranno raduni di protesta di fronte alle Prefetture di 24 città italiane chiedendo che sia varato il reato di «omicidio stradale». E forse è la volta buona. Caso vuole che proprio oggi la commissione Giustizia del Senato inizierà a esaminare un ddl di cui si discute da almeno due anni. «Tenendo fermo il principio - precisa il senatore Giuseppe Cucca, Pd, relatore - che l’omicidio stradale può essere una colpa, anche grave, ma non un dolo come sentenziato ormai da tante decisioni della Cassazione, terremo fede agli impegni». 


    Due nuovi reati

    Sono in arrivo «omicidio stradale» e «lesioni personali stradali». Il primo prevederà la pena della reclusione da 5 a 12 anni per chi cagiona la morte di una persona «ponendosi alla guida in stato di ebbrezza alcolica o dopo assunzione di sostanze stupefacenti». Se l’investitore si dimostrasse lucido e sobrio, ma comunque avesse proceduto a una velocità doppia del consentito, la pena sarebbe da 4 a 8 anni. In caso di omicidio multiplo, la pena potrà essere aumentata fino al triplo e comunque non oltre il massimo di 18 anni.

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    Chi cagionasse lesioni stradali permanenti rischierebbe la pena da 6 mesi a 2 anni quando il guidatore non fosse sobrio o lucido. Nel caso di lesioni gravissime la pena sarebbe aumentata da un terzo alla metà. Il delitto sarebbe punibile a querela della persona offesa se la malattia avesse una durata non superiore a 20 giorni.


    Rinviata la revoca

    Sarà accantonata la revoca definitiva della patente, già definita «ergastolo della patente». Dato che sul Codice della strada c’è al lavoro un’altra commissione del Senato, si rischia un corto circuito. «Se vogliamo fare presto con il reato di omicidio stradale - conferma Cucca - è preferibile lasciar lavorare i colleghi». Sull’ergastolo della patente, peraltro, si profilano difficoltà giuridiche. In caso di «revoca», ci potrebbe essere comunque la scappatoia di ripetere l’esame di guida. Ma se l’ubriachezza al volante fosse una brutta abitudine? «Si potrebbe pensare - dice ancora Cucca - a una sorta di recidiva. La prima volta che si viene trovati in stato di ebbrezza, sospensione della patente. La seconda volta, nuova sospensione più pesante. Alla terza, sospensione definitiva». 

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    C’è chi nutre qualche dubbio. «Il nuovo reato è un provvedimento necessario - sostiene Carmelo Lentino, patron dell’associazione Bastaunattimo - ma non è una soluzione. Bisogna investire per aumentare i controlli sulle strade ed il coordinamento tra le polizie».

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