Estratto dell’articolo di Michele Di Branco per “il Messaggero”
COMMERCIO NEL CANALE DI SUEZ
Una stangata da mezzo miliardo al mese, una spinta al costo dei prodotti petroliferi ed un colpo di acceleratore all'inflazione, con l'aumento dei prezzi di auto, elettronica ed elettrodomestici. Anche se c'è uno squarcio di luce (due colossi della navigazione, la danese Maersk e la francese Cma-Cgm, hanno ripreso le rotte nel Mar Rosso) gli attacchi dei ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi contro i cargo nella regione non si fermano e l'economia italiana, se il canale di Suez non torna alla normalità, rischia un bagno di denaro.
Per dare un'idea della situazione, il 40 per cento dei nostri commerci marittimi transita da quei corridoi per un giro d'affari, tra import ed export, di 85 miliardi l'anno. Di cui circa la metà per effetto dei legami commerciali con la Cina.
attacco di un drone degli houthi nel mar rosso
Secondo l'economista Andrea Giuricin «le merci che da oriente arrivano nei nostri porti rischiano, tra caro carburante (dovuto alla necessità di aggirare l'Egitto), aumento del peso dei noli e stangata sulle polizze di assicurazione, un salasso del 20-30 per cento in fatto di costi». Pari, come detto, a 500 milioni. Una legnata che, avverte l'esperto di trasporti, inevitabilmente, si scaricherebbe sui prezzi di molti prodotti. Primi tra tutti elettrodomestici, auto, beni elettronici.
Se la crisi perdura, tra l'altro, i guai per i porti italiani rischiano di essere serissimi. «I problemi al Canale di Suez, dove le navi si rifiutano di transitare perché minacciate da possibili attacchi militari in conseguenza del conflitto in Medio Oriente si scaricheranno su Trieste, Napoli, Genova e La Spezia» spiega il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, aggiungendo che «l'attuale situazione favorisce i porti del Nord Europa, dove finiscono per attraccare le navi una volta circumnavigata l'Africa».
GLI ATTACCHI DEGLI HOUTHI E LE NUOVE ROTTE - LA SITUAZIONE NEL MAR ROSSO
[…] L'allerta è inevitabilmente massima, anche tra gli armatori. «C'è una minaccia da scongiurare - avverte il presidente di Assarmatori Stefano Messina - ed è rappresentata dalla circumnavigazione del Capo di Buona Speranza che farebbe lievitare i costi del trasporto e quindi, se protratta, avrebbe un impatto inflativo sulle economie occidentali. Per chi non è più giovane - ricorda Messina - la prolungata chiusura del canale di Suez a seguito dei conflitti in Medio Oriente è ancora un ricordo vivo» […]
mappa del commercio di gas e petrolio per il mar rosso houthi houthi houthi IL RICATTO DEL CANALE DI SUEZ