Stefano Graziosi per “la Verità”
EMMANUEL MACRON KHALIFA HAFTAR
A che gioco sta giocando la Francia sul dossier libico? Parigi ha bloccato una dichiarazione congiunta di Italia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, finalizzata a condannare la stretta petrolifera recentemente imposta a Tripoli dal generale Khalifa Haftar. «La Francia sta bloccando l' emissione di una dichiarazione congiunta dei Paesi occidentali che condanni la chiusura di porti e campi petroliferi e che chieda che siano riaperti immediatamente.
CONTE E SERRAJ UN MILIZIANO DELLE TRUPPE DI HAFTAR IN LIBIA
Perciò i Paesi emetteranno dichiarazioni individuali che esprimono la loro posizione. Sembra che i sostenitori del criminale Haftar siano ancora sulle proprie posizioni (anche) dopo la dichiarazione di Berlino», ha affermato ieri Ashraf Shah, alto funzionario tripolitano considerato particolarmente vicino al premier Fayez Al Serraj. Insomma, nonostante l' unanimità ostentata domenica alla conferenza di Berlino, pare proprio che fra le nazioni europee non si registri eccessiva concordia sul dossier libico.
khalifa haftar
Non dimentichiamo che nei giorni scorsi le forze di Haftar hanno bloccato svariati impianti petroliferi nell' Est e nel Sudovest del Paese. L' obiettivo del generale della Cirenaica è duplice: strangolare economicamente Tripoli ed esercitare pressioni ricattatorie sulla stessa Unione europea. Va da sé che, partendo da simili premesse, mantenere in piedi seriamente un cessate il fuoco rischia di rivelarsi un' impresa ardua.
MACRON HAFTAR
Formalmente la Francia ha messo il veto sulla condanna, avanzando due motivazioni. In primo luogo, Parigi sostiene che nella dichiarazione non sarebbe stato previsto il coinvolgimento di Grecia e Cipro: una mossa volta probabilmente a far leva sull' astio di Atene verso una strenua alleata di Serraj come la Turchia.
haftar lavrov
In secondo luogo - ed è forse l' aspetto più significativo - la Francia ha affermato che, senza la stretta di Haftar, il petrolio rischierebbe di finire ai «terroristi»: si tratta, a ben vedere, di uno degli argomenti maggiormente utilizzati dal generale della Cirenaica, che ha ripetutamente accusato Serraj di vicinanza alle sigle islamiste e - in particolare - alla Fratellanza musulmana.
haftar e al sisi
Ed è proprio per il comune contrasto alla Fratellanza che gli alleati regionali del maresciallo (dagli Emirati Arabi Uniti all' Egitto) starebbero continuando a spingerlo verso un approccio bellicoso. Haftar parrebbe adesso poter comunque contare su un prezioso alleato anche in sede europea, visto l' atteggiamento doppiogiochista della Francia.
CONTE E SERRAJ
haftar
Insomma, il fronte che appoggia il generale della Cirenaica non sembra troppo disposto verso concreti propositi di pace. Resta ancora da capire in realtà il ruolo della Russia, che pur figurando tra i principali sponsor del maresciallo parrebbe aver lasciato trapelare nelle ultime ore irritazione nei suoi confronti. Quello che comunque emerge dall' atteggiamento francese sono due elementi.
sirte conquistata dalle truppe di haftar 4
Innanzitutto, Parigi mostra ancora una volta di considerare l' Unione europea come un mero amplificatore dei propri interessi geopolitici: il supposto europeismo di Emmanuel Macron si è cioè - nuovamente - rivelato un abile manto, volto a mascherare la spregiudicatezza e le ambizioni di grandeur dell' Eliseo.
SARRAJ HAFTAR MACRON
Tutto questo, senza dimenticare poi lo schiaffo all' Italia: non va trascurato che Giuseppe Conte ha criticato ieri il blocco petrolifero di Haftar, auspicando un' inverosimile «piena convergenza tra tutti i Paesi». Sulla medesima scia si è posta anche Farnesina. E lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sempre ieri - dal Qatar - ha chiesto di rispettare l' accordo di Berlino. In secondo luogo, si scorge una questione di natura geopolitica, che chiama direttamente in causa l' effettiva forza della Francia nel continente africano. Il punto, in altre parole, è che il doppio gioco di Parigi sul dossier libico manifesti probabilmente una condizione di debolezza, non di forza.
LUIGI DI MAIO KHALIFA HAFTAR
Non dimentichiamo che la Francia è da mesi uscita dal novero degli attori internazionali principali in Libia, per lasciare il posto a potenze di ben altro calibro: il territorio libico sta scivolando sempre più verso le orbite di Mosca e Ankara, senza poi ovviamente dimenticare l' Egitto e gli stati del Golfo. Il progressivo tramonto europeo dell' influenza sulla Libia investe quindi anche (se non soprattutto) Parigi.
al serraj haftar giuseppe conte
La Francia - ricordiamolo - sta riscontrando sempre maggiori difficoltà pure in altri teatri africani (si pensi solo alla sua precaria presenza militare nel Sahel). Insomma, l' appoggio tacito ad Haftar potrebbe leggersi come un colpo di coda, l' estremo - e probabilmente vano - tentativo dell' Eliseo di rientrare in una partita da cui rischia di essere inesorabilmente escluso. Anche perché, visti i problemi socioeconomici che la dilaniano all' interno, la Francia non è oggettivamente in grado oggi di perseguire una politica di potenza degna di questo nome. Non bisogna poi ignorare eventuali ripercussioni sui rapporti con Washington, visto che ieri gli Stati Uniti hanno dichiarato che le operazioni petrolifere libiche «devono riprendere immediatamente». Gli americani, insomma, potrebbero gradire ben poco i funambolismi d' Oltralpe.
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