Donatella Aragozzini per “Libero quotidiano”
LINO BANFI E MILENA VUKOTIC
La scorsa settimana ha festeggiato 83 anni, dividendosi tra il Festival della Commedia italiana di Formia e il Festival della Commedia Italiana in Giallo di Favignana, dove gli hanno organizzato un party dedicato a uno dei suoi film più celebri, Il Commissario Lo Gatto di Dino Risi. Otto decenni che l' attore Lino Banfi ripercorre alternando i propri ricordi a quelli dell' uomo Pasquale Zagaria, come è registrato all' anagrafe.
Come sono stati questi 83 anni?
lino banfi luigi di maio
«Belli pieni. Il momento più bello sono state le nozze d' oro con mia moglie, che adoro, stiamo insieme da sessantasei anni. Come attore mi piaccio, come uomo no. Ho questa lotta interna tra Zagaria e Banfi che dura da una vita, un giorno si metteranno d' accordo. Mi sembrano Di Maio e Salvini».
È vero che fu Totò a suggerirle il nome d' arte?
intervento di lino banfi foto di bacco
«Mi suggerì di cambiare quello che avevo scelto, Lino Zaga. Avevo circa 24 anni, andai a casa sua con un biglietto di raccomandazioni del padrone dell' Ambra Jovinelli, che era suo amico intimo e mi aveva preso in simpatia perché facevo ridere senza parolacce. Il principe mi disse "bravo, fai avanspettacolo" ma quando gli dissi come mi chiamavo, mi disse "cambialo: i diminutivi dei nomi portano bene, i diminutivi dei cognomi portano male". Pensai ecco perché sono un morto di fame, ho sbagliato il cognome! Mi ha voluto aiutare, come un angelo».
lino banfi kabir bedi medico in famiglia 2
Banfi da dove arriva?
«Lo trovammo con l'amministratore di una compagnia teatrale, che era maestro elementare. Aprì il registro della sua classe: c'era un certo Aurelio Banfi. Con Lino suonava bene e divenni Lino Banfi».
Gli inizi non sono stati facili.
«Gli inizi sono stati ultra-super-difficilissimi, oltre alla fame nera avevo preso soldi a strozzo dai famosi "cravattari" romani, gli usurai: ottocentomila lire che divennero oltre due milioni, mi hanno succhiato il sangue. Ma dagli anni Settanta cominciai a respirare, a lavorare tanto, firmai un' esclusiva con De Laurentiis. Facevo film "cotti e mangiati", che rifarei tutti, poi anche alcuni più importanti. Ho lavorato con Sergio Martino, Laurenti, Corbucci, ma con Dino Risi e Il Commissario Lo Gatto fu un grande passo avanti».
lino banfi unesco
È stato quello il momento della svolta?
«Beh, è uno dei film che ricordo più volentieri, il protagonista era un commissario imbranatello ma intelligente, in posti belli sul mare. Tredici anni prima di Montalbano.»
Poi è arrivato Nonno Libero, il protagonista di Un medico in famiglia. Cosa ha significato?
«È un personaggio molto bello, che mi ha fatto crescere, mi ha fatto abbracciare la terza generazione e sta arrivando anche la quarta. Peccato che non hanno voluto fare una stagione conclusiva, di addio: abbiamo tentato ma non l'hanno voluta fare».
Il Papa l'ha definita «il nonno d'Italia».
«Papa Wojtyla me lo diceva spesso. Lo facevo sorridere, quando cominciava a stare male, mi venne in mente che sarebbe stato bello essere il "giullare del Papa", un ruolo che non esiste. Poi ho conosciuto da vicino Ratzinger. E finalmente anche Bergoglio. Tre Papi li ho conosciuti, sto a posto».
lino banfi all'unesco
Ha un rammarico?
«Mi dispiace se lascio le penne tra qualche anno senza aver ricevuto un premio. Non ne volevo di importanti, mi piacerebbe un coniglietto di peluche, un orsacchiotto... magari un premio alla carriera. I film comici non sono mai premiabili, l' attore comico ha dei limiti di utilizzo ma questi film hanno fatto arricchire produttori, distributori e questa è una cosa bella. E quando sono riuscito a fare film drammatici, anzi mescolando comico e drammatico che è più difficile ancora, hanno cominciato ad apprezzarmi di più. Anche questo è un premio».
Il prossimo progetto è con Al Bano: sarà per il cinema o per la tv?
lino banfi all'unesco
«Per la televisione, dovrebbero essere quattro puntate, non so ancora se sarà per la Rai o per Mediaset. Ne parleremo meglio quando finirà di fare il pendolare tra Russia e Giappone. Penso che ci lavoreremo dopo l'estate e andrà in onda ai primi dell' anno. Lui dovrebbe interpretare un ex mafioso, una persona perbene che si è pentita di quello che ha fatto, io invece un frate cappuccino».
Ci sono poi gli impegni istituzionali: è ambasciatore dell'Unicef e dell' Unesco.
«Sì, qualche "odiatore" ha detto che tolgo lavoro ai giovani ma questo non è un lavoro, ci rimetti tempo e non ti danno una lira. Ma è un onore».
Ha citato Di Maio e Salvini: le piace il governo attuale?
«Lo trovo giusto se riescono a resistere e a non litigare, appunto come Banfi e Zagaria: si adorano, poi si odiano, poi si inventano qualcosa per andare d'accordo e vanno avanti così. Vediamo che succede: le buone intenzioni credo ci siano da entrambe le parti, l'importante è che non tirino troppo il filo, che può essere duro quanto ti pare ma poi si rompe».
lino banfi all'unesco
Concorda con i provvedimenti che hanno preso finora?
«Non li seguo tutti, ma se concordano un po' di italiani, sto con loro nel concordare, se un giorno discorderanno, discorderò anche io. Io non sono di nessun partito, sono dell'uomo: se un uomo mi sta simpatico può essere anche qualunquista, fascista, comunista, lo amo comunque e lo voto. Questi mi piacciono, sono simpatici, ma non devono litigare. Se è per questo amo anche Gentiloni perché è gentile».
Qualche anno fa disse: voterò sempre Berlusconi, qualsiasi cosa faccia. La pensa ancora così?
«Berlusconi è uno di quelli a cui ho voluto bene, mi fa gli auguri tutti gli anni e l'ho votato per un periodo di tempo. Ma gli amori poi finiscono, si affievoliscono».
lino banfi e luigi di maio
La Raggi le aveva promesso le chiavi della città, come ad Alberto Sordi: come è andata a finire?
«Mi aveva promesso che mi avrebbe fatto questo onore quando è venuta a farmi gli auguri per gli 80 anni. Sono passati tre anni. Evidentemente, con tutti i problemi che ci sono, non pensa a queste stupidaggini».