Testo di Livio Garzanti pubblicato dal "Corriere della Sera"
livio garzanti
La critica dell' editore vive della passione dell' industria. L' editore non può lasciarsi andare alla passione personale e non può affidarsi alla disinteressata freddezza della critica dei critici, l' editore è una media fra la critica dei critici e la vita, non di sé stesso ma degli altri.
Ed è soprattutto nel capire gli altri che sta il capire degli editori, sentire il pubblico vuol dire giungere oltre il gusto del pubblico. Il gusto è sempre qualche cosa di freddo, è la conseguenza di un qualche cosa di realizzato. Se l' editore segue il gusto del pubblico, giunge sempre di un minuto in ritardo […].
livio garzanti cover
L' editore è un critico che il pubblico non conosce, un critico che non segue una sua logica rigorosa. [..] Sempre mi capita l' amico, il conoscente, l' uno che ti incontra per la prima volta e appena sa che vivi nel mondo editoriale ti affonda di domande e di consigli; sembra tanto facile quanto dar consigli e far critiche a un editore.
Si iniziano forti discorsoni, e si discute, che mai si arrivi a un punto. L'editore è un industriale come tutti gli altri, deve conoscere la sua clientela e deve saperla accontentare, il libro è per l' editore un prodotto come gli altri, bisogna che piaccia e bisogna che sia ben presentato. Lanciare un libro è come lanciare un lucido da scarpe.
LIVIO GARZANTI
Questa è la conclusione cui mi par di dover giungere dopo lunghe discussioni, mi sembra semplice e pure quel che mi han detto tanti librai e tanti che passano la loro vita vicino ai banchi di vendita. Poi quando si parla con i colleghi e si discute d' un libro di una collana, mi trovo spesso a fare la parte del critico più raffinato. C' è un dovere cui l' editore deve ubbidire, un dovere verso la cultura, verso la morale.
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