Estratto dell’articolo di Ettore Boffano per il Fatto Quotidiano
Una volta tanto, bisogna partire dal finale, infrangendo il tabù di ogni buon lettore: mai cercare di sapere prima quale sarà l’epilogo.
IL TESTAMENTO DI MARELLA CARACCIOLO CON LE INTEGRAZIONI E LE FIRME
Quello che gli inglesi chiamano spoiler. Soprattutto, cominciando dall’ultima frase di un reportage del Die Zeit, il settimanale tedesco diretto da Giovanni di Lorenzo, pubblicato il 24 novembre scorso. Una sola parola, “Lebensgefährlich” (“pericolo di morte”), allarmante e, ancora di più, sconcertante, soprattutto se accostata al titolo dell’articolo - “Fino al sangue” - e al suo argomento: la nuova battaglia legale che, nel Tribunale Civile di Torino, contrappone Margherita Agnelli de Pahlen ai suoi figli di primo letto, John, Lapo e Ginevra Elkann, per l’eredità della madre Marella Caracciolo, e - di fatto - per il controllo del patrimonio che fu di suo padre, Gianni Agnelli, morto 20 anni fa, il 24 gennaio 2003.
margherita agnelli e gianni agnelli
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La sequenza, ricostruita nelle dichiarazioni della vittima alla Polizia Regionale dell’Oberland Bernese, ha i contorni di un pestaggio e di una minaccia di morte: con dovizia di particolari su abiti, fisionomie e armi degli aggressori. Ecco in breve i fatti raccontati da Die Zeit, ma soprattutto nella deposizione (lunga 16 pagine) della vittima: rilasciata l’11 maggio 2021, a Thun, a due funzionarie della Kantonspolizei e che il Fatto Quotidiano ha potuto consultare.
il precedenteL’altro avvertimento 6 mesi prima Dalle auto scendono tre persone: “Due erano sicuramente italiane, il terzo forse un polacco o uno slavo”. Il primo, all’apparenza il capo, è vestito di scuro.
gianni agnelli lapo e john elkann
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Dopo il secondo agguato, l’uomo abbandona il caso e smette di comunicare con i suoi committenti. Lo rifarà solo settimane dopo e, infine, accetta di rivolgersi alla polizia. Quando, però, i segni delle violenze erano già scomparsi: “Ero sconvolto, come mia moglie: volevo solo cancellare la paura dalla mente”. Spiegherà così la scelta di rinunciare all’incarico: “Già prima della minaccia nel parcheggio, avevo intuito di essere ‘bruciato’ nelle indagini. Dopo la seconda, ho capito in che situazione ero finito: in pericolo di vita. Non ne ho certezza, ma penso fossero mandati da chi sapeva”.
Margherita Agnelli
Che incarico stava svolgendo? Il solo che potrebbe giustificare quegli episodi è la collaborazione con gli investigatori ingaggiati dalla figlia dell’Avvocato per indagare su alcuni profili legati alla disputa legale per l’eredità della madre, morta il 23 febbraio 2019 all’età di 91 anni a Torino. In particolare, abitando in quella zona, doveva accertare se fosse vero che Marella Agnelli, pur essendo cittadina italiana, manteneva la sua residenza effettiva in Svizzera, in uno chalet vicino a Gstaad.
Una circostanza decisiva per determinare l’esito della causa apertasi nel novembre scorso a Torino, la città della dinastia Fiat.
MARGHERITA AGNELLI
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Secondo la sua tesi, Marella Agnelli non avrebbe mai abitato stabilmente in Svizzera.
Ma dove viveva davvero Marella Caracciolo Agnelli? A Lauenen, un villaggio di montagna vicino a Gstaad, nello Chalet Icy passato in eredità alla nipote Ginevra? A Torino, nella Villa Frescot che era la dimora di Gianni Agnelli? O in Marocco, a Marrakech, nella villa Ain Kassimou, già di un discendente di Lev Tolstoj? Sono stati passati al vaglio i piani di volo, i decolli e gli atterraggi degli aerei e degli elicotteri a disposizione della famiglia, tra cui un Jet Dessault Falcon e un Bombardier Global 6000, a Torino e a Gstaad tra il 2001 e il 2017; le spese farmaceutiche riferibili a Marella in territorio svizzero (per esempio 20 mila franchi tra luglio e agosto 2017): i documenti delle autorità marocchine per l’immigrazione, i dati dei voli verso il Marocco, le fatture dei fornitori e gli impegni di lavoro dei dipendenti nella villa Ain Kassimou.
margherita agnelli
Un’analisi nella quale si sostiene che la vedova dell’Avvocato “faceva la pendolare” tra Torino e il Marocco dove, spesso, si sarebbe fermata tutto l’inverno. Mentre non avrebbe passato quasi mai, al contrario, del tempo in Svizzera: se non tra luglio e agosto.
Affermazioni che i legali dei fratelli Elkann definiscono senza alcun fondamento.
Nella denuncia, l’investigatore minacciato ha raccontato anche le difficoltà nel ricercare testimonianze. Scrive Ingo Malcher: “Ha detto di aver contattato diverse persone per scoprire quanto spesso Marella Agnelli avesse soggiornato a Gstaad. Nessuno voleva parlare”.
MARGHERITA AGNELLI
Dopo il primo avvertimento nel parcheggio multipiano, si legge ancora nel verbale, l’uomo sarebbe riuscito invece a trovare un confidente, “ma tre giorni dopo, non ne ho più saputo nulla”. Poi l’agguato del Natale 2020. Il procuratore cantonale di Berna, Sandro Thomann, ha indagato contro ignoti e poi, il 24 gennaio 2022, ha “sospeso” l’inchiesta, ma senza archiviarla: “Sono sconosciuti gli autori e la loro provenienza”. La parte lesa invece ha chiesto, invano, di acquisire immagini delle telecamere di sorveglianza, eventuali tracce nelle celle telefoniche e di controllare i registri d’ingresso alla frontiera di auto con targhe straniere.
E così come il legale di Margherita non ha mai citato quell’episodio nelle sue memorie legali, con altrettanta fermezza le fonti vicine ai fratelli Elkann hanno ribadito al settimanale tedesco di “non aver mai sentito parlare di quella vicenda”. Restano ora solo il verbale della vittima e il racconto di alcuni minuti di terrore per il collaboratore degli investigatori di Margherita. A fermarlo fu la sensazione di un pericolo. Lebensgefährlich, un “pericolo di morte”.
MARGHERITA AGNELLI E JOHN ELKANN MARGHERITA AGNELLI gianni agnelli con la moglie marella e i figli edoardo e margherita MARGHERITA AGNELLI margherita agnelli e gianni agnelli 1 margherita agnelli e gianni agnelli john lapo elkann inchiesta polizia detective pestato battaglia eredità agnelli MARGHERITA AGNELLI E MARELLA CARACCIOLO