Paolo Colonnello per “la Stampa”
pandemia globale di influenza
Professor Luigi Zoja, le riassumo i provvedimenti varati dal governo che uno psicanalista come lei può ben interpretare: vietato toccarsi e baciarsi, vietato andare a scuola, al cinema a teatro. Solitudine e rinuncia: diventeremo una società più triste per colpa di un virus?
«Non credo. Non è il virus il nostro vero problema. Nel mio libro Paranoia, scritto in seguito agli attentati di New York dell'11 settembre, ho raccontato che i mezzi di comunicazione sono stati uno dei più grandi progressi dell' umanità ma anche uno dei più grandi problemi. I giornali si potevano manipolare, tv e radio ci hanno condizionato, ora i social fanno di peggio. È questo il problema, non il virus».
Luigi Zoja
Quindi lei tra le ragioni della salute e quelle dell' economia che preme, da che parte si schiera?
«Necessariamente dalla parte della salute, ci mancherebbe».
Ma poi diventeremo tutti più poveri. Dobbiamo abituarci all'idea?
«Certo, per quest' anno è sicuro. Poi vedremo se ci sarà ripresa. Ma basta vedere Milano che, dicono, perde quasi un miliardo al giorno: è una voragine che nessun provvedimento potrà coprire...»
Il virus ci impone un' assenza di contatti come mai prima d' ora. Ci spingeremo ancor più nella realtà virtuale o ri-impareremo il valore dei rapporti personali?
«Ripeto: non è tanto il virus il problema ma il fatto che nell' ultimo decennio abbiamo lasciato spazio a un' onnipotenza tecnologica incoraggiata perfino dai governi. Tutto ciò comprime i rapporti e i messaggi che inevitabilmente diventano più aggressivi. È tutto già avvenuto. Il virus cambierà poco».
CoronaVirus
Non crede che aumenterà il senso di solitudine e depressione?
«Bisogna imparare dai ragazzi che, nonostante i divieti, vanno a scuola con gli smartphone e li usano tantissimo. Ora staranno in contatto solo attraverso i loro cellulari e questo credo che gli darà un minimo di nostalgia dei compagni e della classe e magari si renderanno conto dei limiti del virtuale. Potremmo accorgerci tutti quanto sono importanti i rapporti veri tra umani».
Nessuno lo ammette ma molti in fondo erano rassicurati che a morire fossero solo anziani e già malati. Siamo dei cinici?
CoronaVirus
«Be', intanto anch' io sono nella categoria degli anziani e mi pare che le probabilità di morire per un contagio siano ancora accettabili. Detto questo, sono i cinici e gli stupidi che fanno queste considerazioni mentre a me sembra che l'aumento della mortalità legata all'età sia una cosa naturale».
Che cambiamenti psichici comporterà nella società questa storia?
«Nessuno parla mai di una cosa importantissima: per un secolo, dopo Freud, la sessualità ha continuato ad aumentare, è stato sdoganato tutto. Negli ultimi due decenni però i dati ci dicono che la sessualità sta crollando nelle società. Certo, la sessualità non viene conteggiata nel pil ma c' entra con la qualità della nostra vita. Un altro problema è che altri dati ci dicono che stanno crollando i quozienti d' intelligenza da quando esistono i social, che per molti aspetti sono anche più pericolosi dei virus. Questi sono i veri problemi della società. Il Covid-19 è ancora una cosa che non conosciamo e che si spera risolveremo. Ma certo non aiuterà».
CoronaVirus
Perché ci ha colto impreparati?
«Ma è colpa nostra. Due anni fa l' Oms aveva dato l' allarme avvertendo che sarebbe arrivata una "malattia X" e che avrebbe portato una pandemia. Eccola, è arrivata. La domanda è: abbiamo mai sentito i nostri ministri parlarne? Prepararsi? Acquistare macchinari per la respirazione, mascherine, disinfettanti? No, macché. Nessuno dice nulla e ne chiede conto. Non se ne parla proprio. Tutti anestetizzati».
Un essere infinitamente piccolo sta mettendo in crisi un sistema infinitamente grande. Dobbiamo rinunciare alla globalizzazione?
«La globalizzazione ha un costo altissimo e ora lo stiamo imparando. A furia di acquistare prodotti dalla Cina o di esportare lavoro in Romania abbiamo alimentato un circolo vizioso. Nel 2003 la Sars venne controllata perché i rapporti con la Cina erano un decimo di quelli di adesso. Il commercio completamente libero è sotto molti aspetti sbagliato. Credo che dovremo ripensare a tante cose. E questa è un' opportunità».