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    “GLI ADOLESCENTI NON RICONOSCONO IL DISAGIO CHE STANNO VIVENDO" – LO PSICOLOGO MASSIMO AMMANITI SPIEGA L’AUMENTO DI CASI DI VIOLENZA TRA I RAGAZZI E IL FENOMENO DELLE BABY GANG: “HANNO VISSUTO NELL'ISOLAMENTO. SONO MANCATE LE ESPERIENZE FONDAMENTALI DI MATURAZIONE. SONO PORTATI A TRASFERIRE SUGLI ALTRI LE LORO FRAGILITÀ, AGGREDENDO” - DAGLI ABUSI DI PIAZZA DUOMO A MILANO DURANTE LA NOTTE DI CAPODANNO, AL RAGAZZINO DI UNDICI ANNI CHE HA ACCOLTELLATO UN BIDELLO, LE STORIE DI VIOLENZA...


     
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    1. MASSIMO AMMANITI: «I GIOVANI SENZA UNA GUIDA PER QUESTO CERCANO IL BRANCO IL DISAGIO CREA AGGRESSIVITÀ»

    Cristiana Mangani per "il Messaggero"

     

    depressione adolescenti 1 depressione adolescenti 1

    È come se vivessero in una continua guerra: picchiano, accoltellano, nemici uno dell'altro. Massimo Ammaniti, psicologo dell'età evolutiva, parla di disagio, di mancanza di empatia, ma anche di famiglie e scuole che, questa generazione di adolescenti, sembrano proprio averla abbandonata. 

     

    Professor Ammaniti, perché tutta questa violenza tra i ragazzi? 

    «Tradizionalmente noi sappiamo che in adolescenza, mentre le ragazze hanno dei disturbi che chiamiamo internalizzanti, i ragazzi hanno disturbi esternalizzanti. Nel primo caso vuol dire che sviluppano problemi più psicologici interni, come stati di ansia, depressione, fobia, anoressia, difficoltà che riguardano la dimensione psicologica. Mentre i maschi esprimono il loro disagio attraverso difficoltà di comportamento, soprattutto di opposizione, aggressivo e violento». 

     

    depressione adolescenti 2 depressione adolescenti 2

    E questo che comporta? 

    «Uno degli elementi più evidenti è che tra le ragazze c'è un tasso di tentativi di suicidio molto alto, mentre nei ragazzi è decisamente più limitato, proprio perché i maschi mettono in atto dei comportamenti più rigidi, con dei meccanismi di difesa che si manifestano nel prendersela con gli altri, nel riunirsi in bande che aggrediscono le persone più deboli, gli anziani, attaccano anche figure di autorità e le ragazze stesse». 

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    Quali le cause? 

    «Non riconoscono il disagio che stanno vivendo e sono portati a trasferire sugli altri le loro fragilità, aggredendo le figure che personificano tutto questo. È un modo per sentirsi forti, invulnerabili, per negare qualsiasi sofferenza personale».

     

    Episodi del genere non sono nuovi, ma il Covid quanto ha pesato sugli adolescenti? 

    «Gli ultimi due anni sono stati abbastanza pesanti. L'adolescenza ha precise abitudini, rituali. Ha bisogno di una organizzazione sociale e familiare. È un po' come se i ragazzi e le ragazze abbiano perso una direzione di sé. D'altra parte hanno vissuto nell'isolamento, con la didattica a distanza, sono mancate le esperienze fondamentali di maturazione e di crescita. E noi sappiamo che il cervello degli adolescenti è un cervello estremamente sensibile agli stimoli sociali, ne ha bisogno per maturare». 

     

    COVID BAMBINI COVID BAMBINI

    Famiglia e scuola che responsabilità hanno? 

    «Moltissime. I genitori hanno perso la funzione di guida, tanti giovani provengono da famiglie disgregate. E anche chi appartiene a fasce sociali non emarginate, ha a che fare con padri e madri che hanno perso la capacità educativa. Sono abbandonati a loro stessi e manifestano la solitudine in gruppi antisociali, dove la violenza oscura tutte le altre possibilità di relazioni. Stessa cosa nelle scuole, dove buona parte degli insegnanti si preoccupa più di interrogare, che di farli parlare». 

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    Da qui la necessità di un gruppo? 

    «Questi comportamenti mi fanno pensare alla rivoluzione bolscevica quando ci fu la disgregazione sociale e i giovani si misero in gruppi per cercare di sopravvivere. E anche oggi i giovani che non dialogano con gli adulti formano dele bande, non hanno riferimenti e sviluppano comportamenti antisociali». 

     

    2 - ESTORSIONI, BOTTE E RAPINE ALLARME BABY VIOLENTI

    Michela Allegri per "il Messaggero"

     

    aggressioni in piazza duomo a milano a capodanno 3 aggressioni in piazza duomo a milano a capodanno 3

    Aggressioni e rapine, bande di giovanissimi che terrorizzano i coetanei, maltrattano gli anziani, svaligiano negozi, si rendono protagonisti di atti di violenza inaudita. Dagli abusi di piazza Duomo a Milano, avvenuti la notte di Capodanno, al quattordicenne che a Genova era diventato il terrore dei coetanei, fino al ragazzino della scuola media che, due giorni fa, a Sulmona, ha accoltellato al fianco un bidello, si moltiplicano le notizie di adolescenti protagonisti di storie in stile Arancia meccanica: insensate, preoccupanti. 

     

    Espressioni di delinquenza e disagio, di criminalità e di rabbia, di certezze sgretolate dall'ansia generata dalla pandemia e dal lockdown, di nuovi punti di riferimento sbagliati che arrivano spesso dai social, dove vengono lanciate sfide violente in caccia di like. 

     

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    RAPINE E BOTTE 

    L'ultimo fatto di cronaca è di ieri. Un quattordicenne di Genova, che aggrediva i compagni per rapinarli, è stato arrestato dai carabinieri: ora è nel carcere minorile di Torino. Quando le giovani vittime si rifiutavano di consegnare al baby bullo denaro e cellulari, lui iniziava a perseguitarle. 

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    Il 15 novembre un quindicenne era stato aggredito allo skate park di Pegli: era stato minacciato con un coltello e, quando si era rifiutato di consegnare il portafoglio e lo smartphone, era stato picchiato con calci e pugni ed era finito all'ospedale. Dalle indagini è emerso che il quattordicenne vessava anche un altro coetaneo ed era riuscito a scappare dalla comunità in provincia di Milano nella quale era stato trasferito. 

     

    IL BRANCO 

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    Non si tratta di casi di violenza isolati. Due giorni fa a Brescia un sedicenne è stato aggredito da un branco di adolescenti, perché aveva osato difendere un'amica presa di mira con insulti sui social. Si è salvato dal pestaggio rifugiandosi nella sagrestia di una chiesa. Ma è comunque finito all'ospedale: i colpi sono stati sufficienti per procurargli un trauma cranico. 

     

    Nel corso della stessa giornata, un undicenne, alla scuola media Capograssi di Sulmona, ha colpito un collaboratore scolastico con un coltello da cucina - di quelli appuntiti, che si usano per la carne - che aveva portato da casa. Un gesto che non ha ancora una spiegazione. Non è chiaro se il coltello fosse un'arma di difesa contro i bulli, o un mezzo per sentirsi più sicuro e intimidire qualche compagno, oppure se l'aggressione fosse legata a qualche sfida social. 

     

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    Per ora il ragazzino - di buona famiglia, ottimi voti a scuola, mai un rimprovero - si è chiuso in un mutismo inscalfibile: non parla con i genitori, con i professori, nemmeno con gli amici. 

     

    GLI INSULTI E LE BANDE 

    Andando indietro di un paio di giorni, si arriva a un'altra aggressione choc, questa volta nel centro di Alessandria. Sabato scorso una tredicenne è stata presa di mira da un gruppo di coetanee, che l'hanno prima derisa per la sua altezza e poi, quando lei ha provato a difendersi e a chiedere spiegazioni, l'hanno accerchiata e picchiata. L'hanno scaraventata a terra colpendola con calci e pugni. 

     

    Di sera, invece, a Nichelino (Torino), è andata in scena una vera e propria guerriglia tra bande di giovanissimi. In piazza Aldo Moro, decine di minorenni si sono dati appuntamento tramite i social per un regolamento di conti, armati di spranghe e bastoni raccattati per strada. Cinquantadue di loro, tutti tra i 13 e i 16 anni, sono stati identificati. 

    il quartiere di torino barriera di milano 2 il quartiere di torino barriera di milano 2

     

    I ragazzi, in realtà, erano in tutto un centinaio e arrivavano da Barriera di Milano e da altri quartieri a nord di Torino per sfidare un'ottantina di coetanei. I gruppi provenienti dai diversi quartieri erano arrivati introno alle 19 in autobus. Hanno attirato l'attenzione di alcuni cittadini che hanno chiamato il 112. 

     

    IL QUARTIERE 

    Ma non è finita. Anche un quartiere di Bologna è da tempo tenuto sotto scacco da una baby gang di ragazzini che hanno tra i 12 e i 13 anni e che, non essendo imputabili, si sentono letteralmente al di sopra della legge. 

     

    baby gang baby gang

    A Savena, i residenti sono disperati: da un anno la baby gang maltratta e terrorizza gli anziani, spingendoli a terra e mettendo petardi dentro alle loro buste della spesa, danneggia le auto, spaventa i bambini. I componenti sono sei, quasi tutti italiani. Ora la loro condotta è al vaglio della Procura dei minori, dopo l'esposto presentato dai residenti esasperati.

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