Quando ventenne giocava nell' Hajduk di Spalato l' allora c.t. jugoslavo Miljan Miljanic ebbe l' ardire di chiamarlo il «Maradona dei Balcani». In realtà la carriera di Blas Sliskovic ricorda più quella di un George Best. L' ex genietto del Pescara di Galeone, unico team a salvarsi in Serie A nella storia del club nel 1987-88 con 8 gol di «Baka», ha dissipato il suo talento. Ma ha appreso.

 

«Oggi che ho quasi 60 anni ai miei ragazzi insegno tutto quello che non facevo io», e ride di gusto. Domenica sera Sliskovic ha festeggiato il secondo titolo consecutivo col suo Zrinjski di Mostar, sua città natale, nel campionato bosniaco. «Il tempo cambia i comportamenti e cancella i difetti, l' esperienza fa cambiare idea. Oggi posso essere un maestro per i miei giocatori». Ha vinto in panchina con il suo Hajduk (vi giocò dall' 81 all' 86) nel 2005, è stato c.t. della Bosnia nel 2002-2006, sfiorando una clamorosa qualificazione a Euro 2004, poi ha lavorato in Albania, Romania, Arabia Saudita e Cina. Finché nel marzo 2017 è tornato allo Zrinjski.

 

«Società, giocatori e tifosi dopo la vittoria del 2017 si aspettavano che fosse facile ripetersi, quindi psicologicamente è stata più dura per me rispondere a queste attese e alla pressione».

«Non sono molto conosciuti all' estero, ma nei Balcani sono già noti. Il portiere Piric per esempio 4 mesi fa ha firmato col Maribor sloveno; Filipovic (13 reti) e Bilbja (12 gol) sono centrocampisti offensivi di talento, come in difesa Kadusic e Hajdarevic. La nostra buona scuola, anche in periodo di dura crisi economica, continua a produrre». 

 

«Sarebbe un club medio-basso in Serie A, ma ottimo per la Serie B, abbiamo qualità di gioco ed elementi validi».

«Tanto, prima di tutto mi è rimasto il rapporto tra lui e i giocatori, sincero e aperto, sempre prodigo di consigli e dialogo, ogni problema si risolveva parlando coi giocatori. Io faccio lo stesso ora. E poi io gioco come lui, un 4-3-3 con ali veloci, con un centrocampista bravo tecnicamente Bilbija, lo Sliskovic dei miei, e un altro che protegge la difesa, Jovic».

 

«Per Gasp sì, era un leader in campo, il capitano, aveva voglia di fare e di imparare. Per Allegri non l' avrei mai detto, perché allora era un tipo non molto aperto, non mi sembrava proiettato verso un futuro da tecnico».

 

«Due anni fa ci fu un contatto col Pescara, però poi ho scelto la mia città Mostar. Ora mi è scaduto il contratto, sono libero. Mi piacerebbe crescere ancora, in un club ambizioso, magari in Francia dove ho giocato (Marsiglia, Lens e Rennes, ndr) o in Germania e Spagna».