Da I Lunatici Rai Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/
Stefano Fresi è intervenuto ai microfoni diRai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
stefano fresi
L'attore e musicista ha raccontato: "Il mio lockdown? Una grande agitazione di fondo, sei consapevole che sta succedendo qualcosa di anomalo, che si porta via delle persone, che mette a rischio il personale sanitario e le persone costrette a continuare a lavorare. E' una situazione in cui la serenità se ne va a quel Paese.
Ma davanti all'ineluttabile c'è poco da fare. Bisogna solo rispettare le direttive. Rimane il dispiacere per le persone che se ne sono andate senza poter essere nemmeno salutate dai propri cari. Abbiamo vissuto la storia, i figli dei nostri figli la leggeranno sui libri di storia, come noi abbiamo studiato la seconda Guerra Mondiale".
stefano fresi foto di bacco (1)
Sul rapporto con i figli: "A mio figlio siamo stati molto vicino, lo abbiamo trattato da adulto, si è reso conto della gravità della situazione, ma l'ha vissuta bene. Siamo privilegiati, viviamo un po' fuori Roma, in una casa con un giardino. E io venivo da due anni di lavoro molto intenso, in cui sono stato molto lontano da casa. Ho potuto fare cose che trascuravo da tempo, ho cercato almeno di fare tesoro della situazione, studiando, leggendo, sempre col pensiero a chi non ha il privilegio di potersi rilassare un attimo, perché non sa come arrivare alla fine del mese. Io avevo tre film in uscita, il primo lavoro che ho fatto dopo il lockdown è stato un doppiaggio. E poi stavo per girare il film di Edoardo Leo, che sarà rimandato al momento in cui il protocollo ci permetterà di girare.
stefano fresi foto di bacco (3)
Sui protocolli da rispettare la situazione è che sono cambiate molte cose. Io sono stato negli ultimi due anni abbastanza richiesto, una situazione che per me è stata normalissima l'anno scorso era mischiare riprese cinematografiche e tour teatrali. Ora non è più possibile, perché nessuna assicurazione si prenderebbe la responsabilità. Ora è impossibile far convivere più produzioni per lo stesso attore, quindi bisogna gestire meglio tutti i tempi. Io avrei dovuto fare il Bar Lume e il film di Edoardo Leo.
stefano fresi
Ora dovrò capire come sarà possibile far convivere le cose. E il problema non è solo degli attori, gli attori che si sono esposti, anzi, lo hanno fatto per i colleghi e i collaboratori che hanno meno visibilità. Su un set lavorano mediamente sessanta persone, c'è un indotto attorno allo spettacolo che non può essere trascurato. Attorno a tutto il mondo dello spettacolo c'è un mondo di lavoratori che sta in ginocchio".
Sulla sua carriera: "Io sono un compositore, tra le varie cose ho composto la sigla di 'Romanzo Criminale, la serie'. Volevano una musica particolare, ne abbiamo fatte diverse versioni. L'ispirazione ce l'ho avuta quando ho visto le immagini della sigla, una delle prime è legata a una mazzetta di soldi che scorre. Siccome sono figlio di un bancario, mi sono ricordato di quando mio padre mi portava a lavoro con lui e c'era macchinetta che contava i soldi e che faceva un suono pazzesco. Ho fatto quel suono con la mia voce, e questa cosa è piaciuta da morire. Ha vinto l'idea nel suo insieme. Teatro e cinema mi hanno un po' distolto dal lavoro sulla musica, sono un po' uscito dal giro, ormai sono percepito come attore. Ma continuo a vivere nel mondo della musica, perché mi piace da morire. E non avere più la necessità di accettare tutti i lavori che mi proponevano per pagare il mutuo, mi concedo il lusso di concentrarmi esclusivamente sulle musiche che più mi attirano".
alessandro benvenuti e stefano fresi
L'incontro che lo ha trasformato in attore: "La passione per la musica è iniziata subito, ho ricevuto in dono una tastiera a cinque anni, ho iniziato a suonare e non mi sono mai fermato. Attorno ai dieci anni ho iniziato a fare un po' di esami al conservatorio, poi ho iniziato a suonare nei locali, alle feste, ho iniziato a guadagnare i primi soldi. Poi mi hanno chiamato a fare delle musiche in teatro e lì ho avuto un incontro folgorante, col mondo del teatro. Mi sono iscritto all'università,ho iniziato a studiare cinema e teatro e a lavorare parallelamente come attore e musicista. Ormai trentenne, poi, ho incontrato Michele Placido che mi ha fatto esordire nel cinema.
stefano fresi daniela martani
E' come passare dalla Serie C alla Nazionale. Lui mi vide e mi disse 'ti va di fare Romanzo Criminale'? Mi ha messo in Serie A. Io sono andato sul set e mi sono trovato con Favino, Kim Rossi Stuart e Santamaria, dei fuoriclasse. Era pieno di attori incredibili e mi sono sono ritrovato a debuttare in mezzo a loro. C'era un grande timore reverenziale in me, se non fosse stato per Michele Placido sarebbe stato molto più difficile. Placido è un grande attore, siccome è un attore conosce le esigenze degli attori e da regista ti fa sentire al sicuro. Mi sentivo protetto.
stefano fresi
La vera popolarità? E' arrivata dopo 'Smetto quando voglio'. Prima di quel film stavo nella fase in cui la gente mi chiedeva 'ma tu sei del cinema', ma tu sei quello di 'romanzo criminale', dopo 'Smetto quando voglio' invece per strada hanno iniziato a chiamarmi per nome. Sul set eravamo tutti consapevoli che stavamo facendo un capolavoro, c'era un clima paradisiaco. Eravamo tutti amici, tutti seguaci l'uno dell'altro. Io sono innamoratissimo di Calabresi, Sermonti, Edoardo Leo e tutti gli altri".
Sulla famiglia: "Sono stato molto fortunato, all'inizio quando ho iniziato a dire ai miei che volevo fare questo mestiere il consiglio che mi davano era quello di prendere comunque una laurea. Ma quando hanno capito che la mia passione era molto forte, mi hanno veramente sostenuto".
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