Veronica Cursi per “Il Messaggero”
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I più organizzati hanno bottiglie e bicchieri nello zaino. Prima di andare a ballare si fermano al drugstore «per fare rifornimento» e arrivano davanti ai locali con buste piene di vodka, redbull, gin, bottiglie di rum, coca.
Hanno 15, 18, 20 anni e così passano la maggior parte dei fine settimana: a sbronzarsi in macchina, nei parcheggi, oppure per strada, con la vodka comprata nei supermercati e il gin fatto sparire dal salotto di mamma e papà.
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Finita l’estate, davanti ai locali di Roma, riparte l’assurda moda del Botellon: sbronzarsi con drink artigianali e portati da casa prima di sballarsi in discoteca. I ragazzi bevono prima di entrare perché dentro i locali i prezzi sono proibitivi e compresa nel biglietto d’ingresso c’è solo una consumazione (per i minorenni rigorosamente analcolica). Così fanno il pieno fuori.
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E La “pausa bevuta” va avanti tutta la notte. «Il drink fai da te è molto più divertente – ammettono –. E poi mica ci scoliamo tutto, lasciamo la boccia in macchina così, se non ci danno più da bere dentro, usciamo fuori e rimediamo».
Finché non li vedi lì, accovacciati accanto all’auto di un amico o al motorino: troppo sbronzi per muoversi, che aspettano solo che qualcuno li riaccompagni a casa.
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