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    “NOI TORNIAMO A CASA NOSTRA, DILLO PURE A TUO PADRE...” - LO SCHIAFFONE A DE LAURENTIIS E’ ARRIVATO DAI SENATORI DEL NAPOLI, INSIGNE IN TESTA, CHE HANNO AFFRONTATO A MUSO DURO NEGLI SPOGLIATOI IL FIGLIO DEL PRESIDENTE, EDOARDO - “IL MATTINO”: “CI SONO STATI ATTIMI DI GRANDE TENSIONE TRA CHI VOLEVA TORNARE NEL QUARTIER GENERALE GIÀ IN NOTTATA E CHI CHIEDEVA DI RIENTRARE IN MATTINATA. SONO STATI MINUTI CONCITATI. ANCELOTTI HA DECISO DI ANDARE VIA, SENZA SAPERE COSA AVREBBERO FATTO GLI ALTRI…”


     
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    1 - NAPOLI, I GIOCATORI DISOBBEDISCONO A DE LAURENTIIS E NON VANNO IN RITIRO

    Marco Azzi per www.repubblica.it

     

    DE LAURENTIIS DE LAURENTIIS

    Alla fine sono volati gli stracci, in una delle notti più buie e tempestose della storia recente del Napoli. In campo tutto sommato i conti erano ritornati, visto che il pareggio contro il Salisburgo è stato comunque un passo avanti quasi cruciale verso la qualificazione agli ottavi della Champions League.

     

    Ma nel dopo partita allo stadio San Paolo è scoppiato ugualmente il caos, in casa azzurra. Il primo segnale è stato il gran rifiuto da parte di Carlo Ancelotti, che ha preferito non presenziare alla conferenza stampa organizzata dall'Uefa (multa molto salata in arrivo, per il club) e s'è dileguato in silenzio dallo stadio.

    aurelio de laurentiis foto di bacco aurelio de laurentiis foto di bacco

     

    La reale gravità di quello che stava succedendo, però, s'è capita in maniera più nitida nei minuti successivi, quando tutti i giocatori hanno deciso con un clamoroso ammutinamento di non salire sul pullman che avrebbe dovuto riportarli a Castel Volturno.

     

    Un vero e proprio schiaffo ad Aurelio De Laurentiis, che aveva invece previsto per la squadra il ritiro punitivo fino a domenica, a prescindere dall'esito dell'attesa sfida internazionale di ieri sera. Il presidente era già andato via ed è stato informato dei clamorosi sviluppi dal figlio Edoardo, affrontato negli spogliatoi con toni aspri dai leader del gruppo, guidati dal capitano Insigne. “Noi torniamo a casa nostra, dillo pure a tuo padre...”.

     

    de laurentiis dimaro de laurentiis dimaro

    Così ha deciso la squadra, nonostante il tentativo di mediazione di Ancelotti, che si era detto a sua volta molto contrario al ritiro punitivo ordinato da De Laurentiis. Il tecnico alla fine è stato l'unico a dormire comunque nella sede di Castel Volturno e ha dato appuntamento ai calciatori per stamattina (quando è in programma la ripresa degli allenamenti), nella speranza che la notte abbia portato consiglio.

     

    Ora però il pallino passa nelle mani del presidente, la cui leadership è stata clamorosamente sconfessata da Insigne e compagni, che rischiano come minimo di essere multati in maniera pesante dal club. Il Napoli è dunque sull'orlo di una “guerra civile” sportiva, quasi senza precedenti a questi livelli. Ma una via d'uscita dovrà essere trovata, con dietro l'angolo la sfida di sabato sera al San Paolo contro il Genoa. Intanto è quasi un miracolo, in un clima simile, che gli azzurri non abbiamo compromesso il loro cammino in Champions League. Chissà che cosa sarebbe successo senza il gran gol di Lozano.

    insigne insigne

     

    2 - NAPOLI, LA FOLLE RIVOLTA

    Pino Taormina per “il Mattino”

     

    Muto, in silenzio. La crepa è profonda, molto più di quello che Ancelotti ha voluto far credere l'altro giorno. Una spaccatura netta, con gran parte della squadra che ieri sera è tornata a casa, senza andare a Castel Volturno, così come era invece nel programma iniziale. Le voci di dentro parlano di una specie di ammutinamento, di sicuro una decisione unilaterale del gruppo che non era stata autorizzata inizialmente né dal club né da Ancelotti. La squadra sperava in un dietrofront dopo il pari in Champions ma quando ha capito che non sarebbe arrivato, avrebbe puntato i piedi.

     

    NIENTE CONFERENZA

    Sicuramente, una presa di posizione non gradita dal tecnico di Reggiolo che per questo ha deciso di disertare le conferenza stampa del dopo partita, pur sapendo che il silenzio lo farà andare incontro a pesanti multe da parte dell' Uefa. Insomma, qualcosa che somiglia molto a una marcia indietro unilaterale, davanti alla scelta di imporre una clausura prolungata come se fosse una punizione. E che la squadra non ha digerito, non ha compreso, e non ha accettato.

    insigne insigne

     

    Fin dal primo istante, quando in tanti si chiedevano il motivo di una simile scelta. Chissà, ma è solo una speranza, solo una incomprensione tra il club e i calciatori. Di sicuro, il bus è partito vuoto dal San Paolo e solo ben oltre la mezzanotte la società ha fatto sapere, attraverso Sky, che si tratta di una decisione del club di sospendere il ritiro. Solo un modo per gettare acqua sul fuoco, perché ormai è pieno caos almeno per quanto riguarda la comunicazione.

     

    È una baraonda di voci, ma l' impressione è che la sospensione del ritiro sia partita inizialmente dai calciatori e poi accettata (costretta ad essere accettata) dal club. Ancelotti, però, ha preso l' auto e si è diretto a Castel Volturno, assieme al resto dello staff, col figlio Davide al suo fianco. Scene incredibili, a dimostrazione di un momento assai delicato che vive il Napoli. Di certo, ci sono stati attimi di grande tensione all' interno dello spogliatoio, dopo l' 1-1 in campo con il Salisburgo. Tra chi voleva tornare nel quartier generale già in nottata e chi chiedeva di rientrare in mattinata. Sono stati minuti concitati, ma la squadra alla fine ha preso la via delle rispettive abitazioni.

     

    AURELIO DE LAURENTIIS AURELIO DE LAURENTIIS

    Ancelotti no. Ha passato la notte nel ritiro. Difficile capire cosa sia successo, nei minuti successivi la fine della gara. Da chi sia arrivato l' ordine di non rientrare: certo, tra i calciatori c' è stata tensione. E allora Ancelotti ha deciso di andare via anche lui, senza sapere cosa avrebbero fatto gli altri. Ma certo, questa mattina sarà un momento chiave per capire il futuro del Napoli.

     

    IL MATCH

    Stavolta, il Salisburgo non fa mettere le ali ad Ancelotti. Ce ne vorrebbero di litri della famosa bibita energetica taurina per rimettere su il morale del tecnico del Napoli. La Champions è il suo orticello di casa, il luogo dove si trova più a suo agio. Ma il mezzo passo falso di ieri sera rinvia il discorso qualificazione.

     

    Una notte stralunata: tante occasioni create, ma anche tanta ansia in difesa. No, non era facile: e l' occasione gettata al vento, quella di poter festeggiare gli ottavi con due giornate di anticipo, speriamo che agli azzurri non resti sullo stomaco. La matematica non è un' opinione: ma in ogni caso ora servono tre punti, che arrivino da Liverpool o dall' ultimo incontro con il Genk poco importa. Ammesso che il Salisburgo vinca in Belgio e poi in casa col Liverpool.

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    Non sono state ore semplici, le sue. Il ritiro lo ha avvicinato alla squadra e gli ha fatto togliere di dosso quell' etichetta di «aziendalista» che lo accompagna dal primo giorno in azzurro. De Laurentiis era sugli spalti, probabilmente oggi sarà a Castel Volturno. Dopo il pareggio la squadra ha tentato di spiegare di volere un ritiro più soft, magari solo da giovedì. Argomento che tornerà sul tavolo questa mattina. Ancelotti non rinuncia alle one to one: è stanco, amareggiato, deluso. Le critiche degli ultimi giorni lo hanno turbato. Infine la sommossa di ieri notte.

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