Patrizio Bati* per “la Stampa”
*Pseudonimo dello scrittore romano autore del romanzo «Noi felici pochi»
PATRIZIO BATI - NOI FELICI POCHI
Io la conoscevo bene. Conoscevo l'appartamento, in via Riboty 28. Tra il 2010 e il 2018, penso di esserci stato almeno venti volte. Conoscevo la donna assassinata, unica presenza fissa in quella casa. Ruotavano invece le altre, l'avvicendamento era costante. Ad accogliermi spesso trovavo una «stretta» (nel gergo delle escort, prostituta con poca esperienza).
La seconda vittima, uccisa dalla stessa lama, potrei quindi non averla mai incontrata. L'immagine della prima donna si è conservata nella mia mente quasi intatta: pelle ambrata, capelli lunghi e neri, incisivi leggermente sporgenti, orientale ma forse non cinese. Dell'appartamento ricordo un corridoio con almeno quattro porte, l'ultima delle quali, a destra, era quella della camera dove io ho sempre consumato. In una dimensione atemporale: persiane sempre chiuse, ad annullare notte e giorno.
IL CASO DEL SERIAL KILLER DI PRATI A ROMA
Ricordo anche che, in casa, le ragazze non portavano mai scarpe con i tacchi. Sempre pantofole. Per non turbare la tranquillità del condominio, i passi andavano assolutamente silenziati. Anche quando l'assassino ha vibrato i primi colpi, perfino in quella circostanza, nel cercare di difendersi, nessuna di loro ha urlato. Forse nella speranza di salvarsi senza che i vicini di casa si accorgessero di niente.
Erano in due, in via Riboty, giovedì mattina. Chi riceve i clienti a casa, spesso lavora in coppia. Per dividere le spese di affitto (più eventuale canone «tacita-portiere»), ma soprattutto per scoraggiare eventuali rapinatori o squilibrati. Il cliente, anche se di norma è una sola persona a dargli il benvenuto, deve avere da subito la percezione di una seconda presenza in casa. Basta proporgli un rapporto a tre (come in genere accadeva in via Riboty) o lasciare aperta la porta della stanza in cui si trova l'altra.
ANNUNCIO DELLE DUE PROSTITUTE CINESI UCCISE AL QUARTIERE PRATI A ROMA
Visti i rischi del mestiere, le precauzioni non si limitano a questo. Già al momento del contatto telefonico, alcune escort cercano di coinvolgere il cliente in un dialogo che trascenda la fredda comunicazione di tariffario, prestazioni ed indirizzo. Dialogo che, per quanto breve, è spesso determinante per cogliere - dalle parole usate e dal tono di voce dell'interlocutore - un suo eventuale stato di forte alterazione (alcol o droga).
Murate in sottoveste nel loro appartamento, vita sociale ridotta al tragitto casa-supermercato/supermercato-casa, ombre cinesi proiettate su persiane, alle prostitute orientali - la cui conoscenza della nostra lingua è mediamente scarsa - l'arma della conversazione è, di fatto, preclusa (molte di loro, non riuscendo a pronunciare bene i nomi delle strade, forniscono ai clienti l'indirizzo dell'appartamento tramite sms).
IL CASO DEL SERIAL KILLER DI PRATI A ROMA
Il telefono, però, un'arma la concede anche a loro: la rubrica. Memorizzare i numeri dei clienti, indicando, in corrispondenza del nome (se te lo chiedono non è perché gli interessi instaurare un contatto più personale con te, infatti poco importa che sia vero o falso è solo per catalogarti nella rubrica) un voto compreso da 0 a 10, principalmente basato sul grado di affidabilità percepita.
Al primo incontro, se non sei già un numero in rubrica, la escort ti indicherà il civico di fronte a quello in cui realmente riceve, così da poterti - nascosta dietro persiane o tende - osservare per qualche secondo e decidere poi se comunicarti l'indirizzo giusto o se mandarti via con una scusa.
rilievi della scientifica in via augusto riboty, dopo l omicidio delle due cinesi 4
Al momento delle presentazioni c'è un ulteriore aspetto che differenzia le cinesi dalle altre prostitute: domandano il nome al cliente ma, a meno che non sia lui curioso, difficilmente gli dicono il loro. Sono corpi senza identità, coscienti di essere soltanto questo. Schiave di organizzazioni criminali. Bambole riprodotte in serie, tutte con gli occhi a mandorla. Oggetti «Made in China», anche se non sempre si tratta di cinesi.
Un altro omicidio, il primo in ordine cronologico, si è consumato in via Durazzo, a poche centinaia di metri dall'appartamento delle due cinesi. Vittima, questa volta, una prostituta colombiana di 65 anni. Prati, Piazzale Clodio, San Pietro. Sono quartieri borghesi, epicentro di uffici e studi legali e, proprio per questo, anche di centri massaggi, prostitute ed escort.
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Molte dell'Est, giovanissime e bellissime (tariffa minima: 150 euro per mezz'ora). Consistente anche la quota di sudamericane e di cinesi (in assoluto le meno costose: mano 20, bocca 30, primo canale 50, secondo canale 80, rapporto a tre 100 euro).
Scorre senza sosta il flusso dei clienti, ignorato da portieri compiacenti. Scorre, silenzioso e variegato. Giacca e cravatta, camicia e jeans, perfino abiti talari. Si aprono e si chiudono, come ali di farfalla, le porte degli appartamenti-alcova.
Scorrono, come un Tevere nascosto, rigagnoli di sperma. Da cliente, la percezione di quanto il fenomeno sia esteso ce l'hai a fine rapporto, gettando il preservativo in un cestino già traboccante di fazzoletti e condom.
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Fidanzati e sposati, la «parentesi prostituta» se la ricavano quasi sempre in un giorno feriale, la mattina prima di andare al lavoro, in pausa pranzo o la sera appena usciti dall'ufficio. Indispensabile per non far insospettire le compagne è l'accortezza di tenere, nella valigetta o nello zaino del computer, una confezione da viaggio del bagnoschiuma attualmente usato a casa. Una veloce doccia rimuove dai loro corpi ogni traccia del peccato. Ora che questo triplice omicidio ha conquistato spazio su tv, radio e giornali, cambierà qualcosa a Roma? Si acquieteranno i formicai?
Smetteranno le porte degli appartamenti di sventolare come sportelli di saloon strapieni? Scarseggeranno mai, nei cestini a bordo letto, i preservativi usati? All'epoca dei delitti del mostro di Firenze, le consuetudini più radicate erano state stravolte.
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Per paura che anche i propri figli potessero essere uccisi e mutilati, molti genitori avevano preso l'abitudine di uscire la sera lasciando l'appartamento a disposizione dei ragazzi e garantendo loro un'intimità protetta. In mancanza di uno spazio al chiuso, per evitare di appartarsi in zone isolate e quindi rischiose, decine di automobilisti si fermavano nelle strade adiacenti al frequentatissimo piazzale Michelangelo, limitandosi a tappezzare i finestrini con fogli di giornale, contando sul fatto che, in quel periodo, nessuno avrebbe contestato loro il reato di atti osceni in luogo pubblico.
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Se in seguito a questi tre omicidi qualcosa a Roma dovesse davvero cambiare sarà, al massimo, per pochi giorni. Brevemente interrotto dal blu dei lampeggianti, il brulichìo di auto e di persone ha ripreso a popolare quelle strade. Gli annunci, pubblicati sui siti di escort dalle tre prostitute massacrate, sono già stati rimpiazzati da altre facce sorridenti. Casa-supermercato/supermercato-casa. Casa-supermercato/supermercato-casa. Vi hanno portato via dal vostro appartamento, avvolte nei sacchi blu della polizia mortuaria. Neanche questa volta avete visto Roma.
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