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    "LO SFACELO DI ROMA NON HA PIU' LIMITE" – AUGIAS E IL CASO DI UNA DELLE GRANDI SCULTURE DELLA GALLERIA BORGHESE FINITA IN PEZZI, A TERRA - "UN IGNOTO VANDALO HA DOVUTO INERPICARSI SUL SOLIDO BASAMENTO E SPINGERE CON VIGORE, PER ABBATTERLA, QUINDI CON VOLONTÀ DICHIARATA. IL SINDACO GUALTIERI HA COLPA OGGETTIVA DI QUANTO ACCADE. MA A TROPPI ROMANI NESSUNO, NÉ IN CASA NÉ A SCUOLA, HA MAI FATTO CAPIRE CHE…"


     
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    Corrado Augias per “la Repubblica”

     

    corrado augias corrado augias

    Domenica 11 settembre, ore 9, giardino d'impianto neoclassico sul retro della Galleria Borghese, tra i luoghi più visitati di Roma. Una delle grandi sculture ornamentali è in pezzi, a terra. Non è una statua di pregio particolare, in genere qui sono collocate delle copie la cui sola nobiltà è la patinatura verdastra di cui il tempo le ha ricoperte. Un ignoto vandalo ha dovuto inerpicarsi sul solido basamento e spingere con vigore, per abbatterla, quindi con volontà dichiarata.

     

    A terra, accanto a uno dei frammenti, una macchia rossastra che potrebbe essere sangue. I particolari del fatto non li sapremo mai, possiamo però diagnosticare il fatto: lo sfacelo di Roma non ha ormai più limite. Se n'è scritto talmente tante volte che il rischio è l'abitudine, un abbandonarsi al fatalismo, quasi che il destino della città sia ormai segnato in un nuovo modello d'invasione barbarica. Non le grandi distruzioni di interi edifici ma i piccoli danni continuati impunemente commessi in una generale atmosfera d'abbandono: le buche, la monnezza, i topi, i gabbiani, i cinghiali, i muri sconciati, i cigli dei marciapiedi divelti o spezzati, le statuine più eleganti decapitate - i romani.

     

    GALLERIA BORGHESE SCULTURA IN PEZZI GALLERIA BORGHESE SCULTURA IN PEZZI

    Metto anche loro nell'elenco, non tutti i romani certo, però un numero sufficiente di abitanti e visitatori (spesso anche loro prendono parte) per dare un sigillo di decadimento all'intero tessuto cittadino, al suo arredo urbano orami a brandelli. Due anni fa avevo segnalato che in un angolo di estremo pregio, la piccola esedra che fronteggia l'Accademia britannica a Valle Giulia, alcuni sciagurati giovani giocando spensierati con le loro vetturette avevano abbattuto circa due metri della recinzione a colonnette in travertino.

     

    Da allora il "buco" è stato otturato con una transenna di metallo, un paio di tavole da cantiere il tutto avvolto da una maglia di plastica rossa, ormai lacera. L'anno scorso dovendo girare una breve ripresa Rai sulla terrazza del Gianicolo, dovemmo pulire con le mostre mani, regista e operatore compresi, per evitare di filmare un'immagine indecorosa della città. Potrei fare altri esempi ma sarebbe solo ripetere la stessa canzone. Roma è una città abbandonata a se stessa, chi dovrebbe tenere a bada dei cittadini, in genere giovani, ormai inselvatichiti, non c'è e se c'è non sorveglia. Vedo ogni tanto gruppetti di vigili urbani che discutono tra loro, ignorando il resto. Sicuramente stanno parlando del futuro della città, però mentre loro si preoccupano della città del futuro la città del presente va in malora.

    galleria borghese galleria borghese

     

    A troppi romani nessuno né in casa né a scuola, ha mai fatto capire che vivere in un gioiello quale Roma è (era) resta un privilegio che impone a ognuno il dovere di mantenerla, quanto meno di non scempiarla. Il sindaco è lì in Campidoglio, ogni tanto mette la fascia tricolore e inaugura o presiede qualcosa. Ha colpa di quanto accade? Colpa oggettiva sicuramente, nel merito non so. Chi potrebbe fare meglio con un'amministrazione largamente insufficiente e inefficiente, per tacere di ogni altra possibilità? Fino a pochi giorni fa il sindaco aveva un capo di gabinetto che si è prodotto in una scena disgustosa. Non interessa sapere su quale argomento, più o meno disonorevole, fosse scoppiato il litigio. Sono i modi del litigio che denunciano da soli la qualità dei protagonisti. Il capo di gabinetto del sindaco è in qualche modo il suo alter ego, il motore che dà impulso alla macchina amministrativa.

     

     Quel linguaggio turpe che sembra la parodia di un film sulla camorra mostra un personaggio che avrà avuto meriti di laboriosità e competenza (è possibile) ma che in ogni caso non doveva occupare quel posto. Non c'è molto da fare, bisognerebbe che cambiasse la mentalità più che l'amministrazione, la qualità del personale più che il numero, il livello di acculturazione media di una città slabbrata e scomposta. I rimedi comunque esisterebbero, richiedono però molti soldi, attenzione, grande impegno, qualità degli addetti. Lascio a chi legge la risposta se soldi, attenzione, impegno e qualità siano alle viste.

    roberto gualtieri foto di bacco (2) roberto gualtieri foto di bacco (2)

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