• Dagospia

    LO SGARBO DI TRUMP – LINGUA IN BOCCA CON MACRON, MA ALLA MERKEL CONCEDE SOLO POCHI MINUTI. D’ALTRA PARTE, LA FRANCIA HA PARTECIPATO AI RAID SULLA SIRIA, LA GERMANIA S’E’ CHIAMATA FUORI – PER WASHINGTON LA GERMANIA E’ LA “PECORA NERA” D’EUROPA. E LA PURE LA TIRCHIA CON LA NATO


     
    Guarda la fotogallery

     

    Paolo Valentino per il Corriere della Sera

     

    donald trump angela merkel donald trump angela merkel

    Nel marzo 2017, Donald Trump riceveva a Washington il «nuovo leader dell' Occidente». Sovrana e sicura di sé, Angela Merkel incarnava davanti al neopresidente americano, isolazionista e protezionista, la consapevolezza di un' Europa che capiva finalmente di «dovere prendere il destino nelle proprie mani».

     

    È passato un anno, un secolo in politica. E quella che torna questa mattina alla Casa Bianca è una cancelliera dimezzata. Un risultato elettorale disastroso e sei lunghi mesi di paralisi politica l' hanno indebolita sul piano interno, bloccandone anche l' azione internazionale. Mentre la scena europea e globale ha trovato un mattatore in Emmanuel Macron, sempre più a suo agio nel ruolo, vero o percepito fa lo stesso, di nuova guida della comunità transatlantica.

     

    TRUMP MACRON 1 TRUMP MACRON 1

    È una visita difficile e densa di rischi, quella in America, per «Angela senza terra», la prima da quando è stata rieletta per la quarta volta alla guida della Germania. Sul piano simbolico e sostanziale. Simbolico perché segue di poco più di 24 ore la trionfale accoglienza riservata da Trump e dal Congresso a Macron, il quale ha confermato tutta l' efficacia di un' impostazione, dove il legame strategico e personale non è necessariamente in contraddizione con la difesa dei principi e degli interessi europei. Sostanziale perché forse mai come adesso i rapporti fra Germania e America sono stati così scadenti.

    angela merkel donald trump angela merkel donald trump

     

    Trump non perde occasione per additare Berlino come la pecora nera. Si tratti del costruendo gasdotto russo-tedesco North Stream 2, che aumenterebbe la dipendenza energetica dalla Russia; dell' insufficiente spesa militare, una delle più basse della Nato; ma soprattutto del commercio internazionale, nel Trump-pensiero solo una grande truffa ai danni dell' industria americana, la Germania è sul banco degli accusati. Ad aumentare diffidenze e sospetti, l' ultimo episodio in ordine di tempo: il rifiuto di Merkel a partecipare ai raid in Siria.

     

    macron merkel trump macron merkel trump

    Le comunicazioni sono ridotte al minimo. Dopo 15 mesi al potere, Trump non ha ancora insediato il suo ambasciatore sulla Sprea. Richard Grenell è stata confermato solo ieri dal Senato Usa. Berlino ha appena cambiato il suo inviato diplomatico.

     

    I consiglieri di Merkel cercano di abbassare il livello delle attese. In fondo saranno in tutto 150 minuti di colloqui, un tempo che dice molto dopo le ore dedicate a Macron. Risultati clamorosi, secondo le fonti della cancelleria, non sono da aspettarsi. Sarebbe già qualcosa che la visita serva a cambiar clima, ristabilire linee di comunicazione e, non ultimo, convincere Trump a una ulteriore pausa di riflessione sul tema più urgente: la guerra commerciale che incombe tra Europa e Usa.

     

    donald trump angela merkel donald trump angela merkel

    Le speranze sono al lumicino. Ieri la Sueddeutsche Zeitung ha citato una fonte del governo, secondo cui Berlino considera ormai «probabile» che Trump non prolunghi la clausola di esclusione dell' Europa dai dazi punitivi su alluminio e acciaio, in scadenza il 1 maggio. Sarebbe l' inizio delle ostilità.

     

    Ma i colloqui, che inizieranno con un faccia a faccia per poi allargarsi alle delegazioni, saranno difficili anche sul resto. Sull' Iran, Merkel cercherà di seguire la falsariga di Macron, spiegando a Trump che è nell' interesse anche degli Usa non ritirarsi dall' accordo nucleare. Sulla Nato, il presidente continuerà ad accusare la Germania di non volersi assumere gli oneri concordati. E su questo almeno non ha tutti i torti.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport