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    BLASFEMIA LOFFIA - A CORTO DI IDEE, LA REGISTA ANGELICA LIDDELL PORTA IN SCENA A VICENZA LO SPETTACOLO “PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO AI CORINZI” IN CUI RACCONTERÀ COME, DA RAGAZZA, SI MASTURBAVA CON IL CROCIFISSO


     
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    Giuseppe Pollicelli  per “Libero Quotidiano”

     

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    Da una come lei, sinceramente, non ce lo aspettavamo. Lei è Angélica Liddell, attrice e regista catalana di 49 anni della quale tutto si può dire tranne che non sia un' artista nel senso autentico della parola. E di certo non è una sprovveduta, Angélica, che ha alle spalle un gran numero di spettacoli teatrali contesi dai più prestigiosi festival internazionali e spesso gratificati da premi importanti.

     

    È insomma una donna colta, avvertita, nemica (almeno a giudicare dal genere di lavori che porta in scena e da ciò che è solita dichiarare nelle interviste) delle soluzioni facili e corrive, dei luoghi comuni. Ecco perché da una come lei non ci aspettavamo che ricorresse alla via più scontata e prevedibile per attirare l' attenzione su una propria opera: coinvolgere la figura di Gesù Cristo in una narrazione in cui, esplicitamente, si tocca il tema della sessualità.

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    È questo che avviene in "Prima lettera di San Paolo ai Corinzi", spettacolo dalla Liddell scritto, diretto e interpretato la cui prima rappresentazione italiana è prevista per il 18 e 19 settembre al Teatro Olimpico di Vicenza. E in cosa esattamente consista l' accostamento tra Cristo ed eros lo spiega l' artista stessa: «Se parlo di masturbazione, lo faccio dal punto di vista della fede. Mi masturbavo col crocefisso perché il mio corpo reagiva alla bellezza di un uomo crocifisso e santo, irraggiungibile. Volevo amare il Re dei Re».

     

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    In "Prima lettera di San Paolo ai Corinzi", dunque, Angélica Liddell racconterà (ancora non sappiamo se esclusivamente attraverso le parole o servendosi anche del corpo) di quando, ragazzina, si procurava piacere attraverso un Crocifisso. Lo avrà fatto davvero? O è solo un' invenzione? Non è questo che conta.

     

    Quello che viene da domandarsi è come sia possibile che una performer conosciuta e apprezzata per la sua forza provocatoria e per il suo anticonformismo («Non sopporto quel femminismo che mantiene gli uomini sempre sotto accusa», ha tra l' altro affermato) non si renda conto che non vi è, oggi, una trasgressione più prevedibile, e quindi più falsa, di quella che anche lei ha deciso di proporre. Basti dire che sono trascorsi solo tre anni da quando il regista austriaco Ulrich Seidl fece ricorso alla medesima trovata nel film "Paradise Faith", la cui protagonista, fervente cattolica, appunto si masturba con un Crocifisso. Basta, non se ne può più.

     

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    Attenzione, però: non stiamo invocando una censura dall' alto, non lo faremmo mai. Auspichiamo, piuttosto, un po' di autocensura da parte degli artisti: non tanto in nome del rispetto dell' altrui sensibilità religiosa, quanto in nome della dignità degli artisti stessi, specie se di una dignità - come nel caso della Lidell - sono provvisti. Imboccare l' abusata scorciatoia dell' abbinamento Gesù-erotismo per accreditarsi come trasgressivi, infatti, non è più Artisticamente dignitoso. E il risultato che si ottiene, con buona pace della Liddell, è esattamente opposto a quello prefissatosi.

     

    La notizia della prossima messinscena di "Prima lettera di San Paolo ai Corinzi" ha prevedibilmente suscitato reazioni contrariate, da quelle di alcuni gruppi cattolici fino a quella del segretario leghista Matteo Salvini, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Una "artista", tale Angélica Liddel, racconterà al pubblico di quando si masturba con il Crocifisso.

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    Avete capito bene, questa si masturba con il Crocifisso.

     

    E lo racconta durante uno "spettacolo". L' amministrazione comunale, di sinistra, pare contenta. Per qualcuno sarà "arte", a me pare una enorme schifezza». È di sinistra, d' altro canto, pure l' amministrazione comunale di Sant' Arcangelo di Romagna, nel contesto di una cui manifestazione, lo scorso luglio, si è assistito alla performance di un attore che, nudo e all' aperto, si urinava in faccia.

     

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    Un' altra forma di eversione a buon mercato che denota soprattutto povertà di idee e di vero coraggio. E a proposito di coraggio: ci sta che un artista occidentale possa sentirsi maggiormente coinvolto dalla religione cattolica piuttosto che da quella islamica, ma è anche vero che l' islam ci tocca ormai da vicino tutti quanti, in ogni giornata della nostra vita. Possibile che, a fronte di cento dissacrazioni riguardanti Gesù Cristo non ce ne sia mai una che sia una su Maometto? Com' è che il profeta musulmano, che certo non difettava in virilità, non suscita brividi erotici in nessuno? Angélica Liddell, secondo noi, conosce la risposta.

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