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    ALLA RICERCA DEL TALENTO AZZURRO - LO STAGE A COVERCIANO SARÀ DECISIVO PER AIUTARE ROBERTO MANCINI A CREARE LA NAZIONALE DEL FUTURO E PROVARE A VINCERE IL MONDIALE DEL 2026 (MA PRIMA PENSIAMO A QUALIFICARCI) - ANCHE IL C.T. HA CAPITO CHE, SE SI VUOLE UNA NAZIONALE AD ALTO LIVELLO, BISOGNA DARE SPAZIO AI GIOVANI PROMETTENTI - CHI SONO I NUOVI VOLTI DELLA NAZIONALE: TRA ITALIANI DI SECONDA GENERAZIONE, "CERVELLI IN FUGA" E ANCHE…


     
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    1 - A MANCINI TOCCA FARE IL TALENT SCOUT COSÌ RIPARTE L'ITALIA GRANDE ASSENTE

    Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”

     

    roberto mancini roberto mancini

    Da Doha a Coverciano, dalle luci scintillanti di un Mondiale finito con la finale più bella del nuovo secolo, alla ripartenza oscura della Nazionale attraverso uno stage allargato a caccia di giovani da promuovere. Il salto è enorme, come l'amarezza che ci ha accompagnato in questo mese di passione. Roberto Mancini batte tutte le strade possibili, perché l'Italia al prossimo Mondiale fra tre anni e mezzo, negli Stati Uniti, Canada e Messico, deve andarci a tutti i costi.

     

    La terza esclusione consecutiva sarebbe inaccettabile dopo aver fallito l'assalto a Russia 2018 e Qatar 2022. Il c.t. è rimasto proprio per prendersi la rivincita e il suo piano è ambizioso: vincere il Mondiale per cancellare la delusione. Il viaggio verso il 2026 è lungo e l'obiettivo troppo lontano per chi ha fretta di rimettersi in sesto. Nel mirino, adesso, ci sono le qualificazioni all'Europeo 2024, che dovremo difendere in Germania e le «Final Four» di Nations League a giugno in Olanda con Oranje, Spagna e Croazia. L'inizio del nuovo anno sarà difficile e stimolante allo stesso tempo.

     

    roberto mancini roberto mancini

    Nel girone europeo c'è l'Inghilterra dei giovani terribili, Bellingham, Foden e Saka, una sfida complicata in calendario il 23 marzo a Napoli. La Nations è l'occasione per alzare un trofeo, ma non sarà facile: la Croazia, terza al Mondiale, ci punta forte tanto che Modric ha rinviato l'addio alla sua Nazionale. Spagna e Olanda sono delle incognite avendo nuovi allenatori, De la Fuente e Koeman, ma restano squadre toste. Il 25 gennaio è in programma il sorteggio e conosceremo il nome della nostra avversaria nella semifinale.

     

    roberto mancini roberto mancini

    L'Italia riparte dall'ottavo posto nel ranking Fifa e non è male. Potevamo precipitare nella classifica e invece ci hanno superato solo Olanda e Croazia. Mancio ha iniziato gli esperimenti, vuole costruire un gruppo giovane, solido, capace di cambiare pelle. Così se nel primo ciclo, che ci ha condotto sul tetto d'Europa, il 4-3-3 è stato il nostro solo abito, stavolta abbiamo ricominciato provando il 3-5-2 e il 3-4-3. Il blocco è fatto, guidato da Donnarumma, Barella, Verratti (infortuni permettendo), Tonali, il romanista Pellegrini, il capitano del Napoli, Di Lorenzo. Fondamentale il recupero di Chiesa e confortante la crescita di Raspadori.

     

    gnonto ungheria-italia gnonto ungheria-italia

    Mancini confida anche nel salto di qualità di Zaniolo, nei progressi di Scamacca in Premier League e nei talentini saliti dalla Under 21, Ricci del Torino e gli juventini Miretti e Fagioli. Ma il c.t. non si accontenta. I giovani sono il suo pallino. E visto il poco spazio che si stanno ritagliando in serie A, ha deciso di scoprirne qualcuno da solo, rivoluzionando il modo di intendere la Nazionale. In passato servivano almeno cento partite di campionato per sperare in una convocazione. Adesso è il contrario.

    albania italia pafundi albania italia pafundi

     

    Scalvini, Gnonto e il sedicenne Pafundi hanno già debuttato in azzurro con la speranza di rimanerci e da ieri, e sino a domani, il tecnico lavorerà a Coverciano su altri 67 ragazzi divisi in due gruppi, la meglio gioventù presa tra serie A, B e anche all'estero. A maggio erano solo tre quelli che provenivano dagli altri campionati, adesso nell'elenco ce ne sono 9. Un lavoro di ricerca che sta impegnando gli osservatori federali in giro per l'Europa. Per rilanciare l'Italia Mancio si è assunto un doppio ruolo: allenatore e talent scout.

     

    2 - IL MAXI STAGE AZZURRO

    Claudio Savelli per “Libero quotidiano”

     

    cher ndour cher ndour

    Chissà se almeno uno dei 66 convocati allo stage in questi due giorni tornerà utile all'Italia del futuro. Di certo, il numero di azzurri intercettati dimostra che gli occhi dello staff di Roberto Mancini sono parecchio vispi. Ieri e stamattina a Coverciano si è allenato un primo gruppo di calciatori di serie B (il cui campionato è in corso) mentre da questo pomeriggio a domani mattina toccherà al secondo gruppo di tesserati per società di serie A e estere.

     

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    È soffermandosi su queste ultime, più che sui nomi, che si scovano le storie più particolari. Ad esempio quella di Cher Ndour: classe 2004, mezzala "alla Pogba", è nato a Brescia da padre senegalese e mamma bresciana, ha stupito la provincia con la sua squadra Fiumicello («All'allenatore mancava un giocatore: non potevo rifiutare») e lo scorso anno ha vinto la Youth League con il Benfica, che lo ha acquistato dall'Atalanta. È il primo italiano a riuscirci. Il suo sogno è «giocare il Mondiale del 2026 con l'Italia» quando avrà 22 anni. Speriamo almeno riesca a portarci.

     

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    Ndour è il potenziale faro della nuova generazione figlia di immigrati che da decenni fa la fortuna di altre nazionali. L'altro è Filippo Calixte Mane. «In teoria non c'è l'accento ha raccontato a Cronache Di Spogliatoio - Mio padre è venuto in Italia vent' anni fa dal Senegal e all'anagrafe gliel'hanno tolto». A Dakar, Mane, nato nel 2005, è andato solo una manciata di volte.

     

    Non parla francese. L'eredità più grande è la passione per il calcio del nonno paterno, che applica fin da piccolo nel suo paese, Vela. Conquista un provino con il Novara, poi passa alla Sampdoria e infine al Borussia Dortmund, che lo nota durante un torneo a Duisburg con la Nazionale italiana under 17. Centrale "alla Nesta", suo idolo, è un perfetto interprete a metà tra marcatore e regista che il calcio contemporaneo richiede. Forse il nome di Franco Tongya è più noto.

     

    franco tongya franco tongya

     È entrato nell'inchiesta sulle plusvalenze della Juventus perché è passato al Marsiglia in cambio di Aké con una valutazione di 8 milioni. Ebbene, in Francia non ha mai giocato se non con le riserve, così ha firmato con i danesi dell'Odense, con cui ha segnato il primo gol lo scorso ottobre. Puntuale, Mancio lo ha chiamato: un'ala in più fa sempre comodo. Anche un mediano come Ibrahima Bamba, convocato last minute. Non ci sono dubbi sul fatto che sia il giovane centrocampista del Vitoria Guimaraes.

     

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    Perché di dubbi se ne sono avuti quando l'Atalanta cercava un Bamba sul mercato: l'italiano o l'attaccante francese del Lille? L'italiano, considerato a Bergamo erede ideale di De Roon. Nato nel 2002 a Vercelli, Bamba proviene da una famiglia originaria della Costa d'Avorio come il concittadino Moise Kean ma ha la cittadinanza italiana.

    fabio chiarodia fabio chiarodia

     

    Ha mosso i primi passi nelle giovanili della Pro Vercelli, prima di volare in Portogallo per farsi notare. Come ci è finito, invece, Fabio Chiarodia al Werder Brema? E come è diventato il più giovane esordiente nella storia dei Grün-Weiss, a 16 anni e 188 giorni? Ha fatto il percorso inverso rispetto a molti compagni di stage. Nato a Cinto Caomaggiore, paesino di 3mila abitanti nell'area metropolitana di Venezia, si è trasferito ad Oldenburg, Bassa Sassonia, con i genitori che cambiavano lavoro e raggiungevano alcuni parenti stretti. Altri volano all'estero perché acquistati dai top-club.

     

    cesare casadei cesare casadei

    È il caso di Casadei, che il Chelsea ha pagato 20 milioni (bonus compresi) all'Inter in estate e che ora stupisce nella squadra riserve, in attesa dell'occasione in Premier. Chissà se toccherà anche al suo erede, Fabbian, di proprietà dei nerazzurri e ora in prestito alla Reggina: in B sta brillando e l'Inter sembra volerlo offrire all'Atalanta per Scalvini. Quest' ultimo è la buona eccezione. Pur avendo solo 19 anni, non partecipa allo stage perché ha già compiuto il grande salto.

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