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I SETTE SAGGI M5S - DI MAIO - FICO - PATUANELLI - LICHERI - CRIMI - BEGHIN - CRIPPA
Luigi Di Maio alla Farnesina ha capito una regola aurea della politica: quando si è al centro di una mediazione bisogna tacere. E così ha fatto: ha suggerito a Beppe Grillo a dare il via al gruppo di 7 "saggi" per trovare una soluzione nella faida con Conte.
A farne parte ci sono tre pentastellati vicini a BeppeMao (Di Maio, Crippa e l'europarlamentare Tiziana Beghin), tre "contiani" (Patuanelli, Crimi e Licheri); nel mezzo c'è Roberto Fico che, da presidente della Camera, dovrebbe avere un ruolo istituzionale e super-partes. Quindi, partecipa ma è azzoppato.
giuseppe conte vs beppe grillo meme
La matassa sarà sciolta a breve: lunedì alle 15 ci sarà la riunione dalla quale verrà fuori l'orientamento definitivo del M5s. Da garante e proprietario del simbolo, Beppe Grillo ha il coltello dalla parte del manico. Conte, che ha già aperto alla soluzione negoziale ("Ben venga il tentativo di mediazione ma restino fermi alcuni principi fondamentali"), potrebbe essere tentato dal deporre l'ascia di guerra, rientrare sotto il cappellone di Grillo e lasciare a lui il boccino per la partita più importante della politica italiana: la scelta del prossimo presidente della Repubblica.
il post di beppe grillo contro conte
Ed è qui che è avvenuta la rottura tra l'Elevato e la pochette dal volto umano: Conte nel suo statuto ipotizzava di essere il regista unico dei voti dei 5Stelle. E Grillo l'ha sfanculato: l'ultima parola spetta a me (vedi l'articolo a seguire).
Ora l'avvocato di Padre Pio dovrà decidere: se accettare un compromesso o se dare ascolto ai consigli (non così peregrini) del suo guru Travaglio: non è meglio fare il capo di un muovo partito dell'8-10% che restare un subordinato di Grillo in uno del 15%?.
TRA GRILLO E IL QUIRINALE, NON METTERE IL DITO
Francesco Bonazzi per “la Verità”
grillo conte
A un certo punto è successo che il Visionario non ci ha visto più. È successo quando Beppe Grillo ha capito che un avvocato senza neppure la tessera del Movimento sarebbe andato al suo posto a trattare per il Quirinale. A quel punto, non solo ha bloccato il nuovo statuto, ma tutta la gioiosa macchina dell' annessione preparata da Giuseppe Conte e Rocco Casalino.
Perché Grillo sarà anche un ex comico, ma in pochi anni ha creato da zero il primo partito italiano e ancora a gennaio ha negoziato personalmente con Mario Draghi e Sergio Mattarella la nascita del nuovo governo, designando personalmente, uno a uno, tutti i ministri e tutti i sottosegretari che spettavano ai grillini.
VIGNETTA ELLEKAPPA - CONTE GRILLO E CASALEGGIO
Per questo motivo, non può accettare che adesso arrivi Conte, un «mio dipendente», per usare un' immagine cara all' Elevato, e lo metta in un angolo solo perché lui non ha la pochette giusta.
E mentre prosegue la conta interna, tra chi sta con il Fondatore e chi sogna di salvarsi tradendolo per Conte, Grillo medita anche una mossa a effetto per il weekend: espellere Vito Crimi. Tanto è vero che lo stesso Crimi, in tutto e per tutto sua creatura politica, potrebbe giocare d' anticipo e dimettersi da garante.
conte grillo
Chi ieri ha parlato con Grillo lo ha trovato molto disincantato e sempre più convinto che Conte abbia provato a «farmi il piattino». E che piattino, visto la posta in gioco.
Si tratta dei negoziati con e per il Quirinale, visto che il mandato di Sergio Mattarella scade a febbraio del prossimo anno e il Recovery plan sembra richiedere, almeno per l' Unione europea, che Draghi rimanga a Palazzo Chigi, in qualche modo, per cinque anni.
conte grillo
E questo nonostante tutti i sondaggi diano il centrodestra in netto vantaggio. Il tema è quindi non solo convincere o meno Mattarella a restare ancora tre anni, ma anche decidere come affidarsi ancora a Draghi mentre più di un partito rischia l' implosione e il quadro politico è destinato a mutare.
Quando ha parlato con Conte, a parte la famosa bozza di 32 pagine tenuta segreta, Grillo è rimasto sconcertato per come il suo ruolo di garante sarebbe stato ridimensionato in modo evidente.
Ma lo scontro con l' ex premier, che per sé aveva immaginato un ruolo da amministratore delegato e per Grillo da presidente onorario, è molto più concreto di quanto sia filtrato. Orgoglio e fiducia tradite, mancanze di rispetto, rinnovamento o conservazione: non era questo il vero oggetto della contesa tra i due.
beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1
Nei vari partiti presenti in Parlamento, Movimento 5 stelle compreso, oggi chi comanda davvero è chi negozia con gli altri leader la partita del Quirinale prossimo venturo.
E chi, in caso di crisi o di problemi gravi e riservatissimi, sale al Colle per parlare con Mattarella. «Se bisogna parlare non solo con il Quirinale, ma anche con Letta, Salvini o Berlusconi, chi lo fa per il Movimento?», chiede in modo retorico uno dei senatori più vicini a Grillo.
conte grillo
Nella testa del fondatore appare fuori discussione che questo ruolo di kingmaker spetti a lui. Ma Conte era convinto che, per diplomazia e capacità giuridiche, oltre per il fatto di essere stato presidente del Consiglio, dovesse essere lui a giocare le partite più importanti nei mesi a venire.
Quando l' ex comico ha capito l' antifona, ha fatto saltare il banco. Del resto, mentre su molti giornali si lasciava intendere che l' interesse per le beghe interne del Movimento fosse motivato, oltre che con l' indubbio folclore dello scontro, con il timore che vi potessero essere ricadute negative sul governo, in realtà a saltare rischia di essere solo il patto non scritto tra Pd e M5s per eleggere insieme il prossimo presidente della Repubblica.
beppe grillo giuseppe conte luigi di maio
Che nei piani dei due partiti dovrà essere in grado di gestire una possibile vittoria di Giorgia Meloni e Matteo Salvini alle elezioni politiche del 2023. E così, in caso di scissione, lo stesso Grillo intende punire il Pd (al quale teme che guardino in molti dei suoi, come Stefano Patuanelli e Luigi Di Maio) tenendosi le mani libere sul Colle, nella convinzione che «Pd e scissionisti di Conte, insieme, non hanno i numeri per vincere la partita».
grillo e conte
Uno scontro vero, maledettamente concreto e non certo di basso livello. Non solo, ma sempre per Grillo, la prova definitiva che Conte abbia cercato di soffiargli il ruolo non solo di decisore, ma anche di negoziatore capo per il Movimento, sarebbe che per il resto l' avvocato pugliese non avrebbe presentato alcun progetto politico. Insomma, voleva solo comandare, emarginando chi lo aveva chiamato anche per ridargli un qualche ruolo, dopo la caduta del suo secondo governo. Intanto, nel silenzio delle chat interne al M5s, dove è in corso una conta all' ultimo deputato, Grillo medita di dare una lezione esemplare anche a Vito Crimi, per il quale si sta valutando l' espulsione.
BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO