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    CON LA PANDEMIA NON SI GIOCA - LO STOP DI SALE GIOCHI E AGENZIE DI SCOMMESSE NEL 2021 HA PORTATO UN CALO DEL 33% DEGLI INCASSI DA PARTE DELLO STATO, PASSANDO DAGLI 11,4 MILIARDI DEL 2019 AI 7,6 MILIARDI DI QUEST’ANNO – MA LA SPESA È CRESCIUTA RISPETTO AL 2020: COMPLICI LA CAMPAGNA VACCINALE E IL GREEN PASS, MA ANCHE IL CONTRIBUTO DELL’ONLINE, CHE HA LIMITATO I DANNI CAUSATI DALLA PANDEMIA CON…


     
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    Ida Di Grazia per Agipronews

     

    L'onda lunga del Covid continua a infrangersi sui giochi: il settore è in lenta risalita dopo lo choc del 2020, ma i livelli del periodo pre-pandemia sono ancora lontani. A farne le spese - oltre alla filiera - sono le casse dello Stato: se nel 2019 erano stati incassati 11,4 miliardi, nel 2021 l'Erario si assesta a 7,6 miliardi, con un calo che supera il 33% e un saldo di 3,8 miliardi di euro in meno.

     

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    Secondo i dati dell'industria elaborati da Agipronews, lo stop prolungato di sale giochi e agenzie di scommesse nei primi mesi del 2021 ha portato a un calo della spesa del 21% sul 2019 (15,2 miliardi nell'anno in corso contro i 19,3 miliardi di due anni fa). La partenza della campagna vaccinale e il Green pass introdotto dal governo Draghi spingono la ripresa: rispetto ai 12,8 miliardi del 2020 - annus horribilis per il settore, chiuso per molti mesi a causa delle limitazioni anti-Covid - nel 2021 la spesa torna a crescere del 18,1%.

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    In termini di raccolta, il mercato raggiunge i valori di due anni fa (110 miliardi di euro) ma con un diverso peso dell'online sul retail, che sconta ancora le conseguenze del lockdown che per buona parte dell'anno ha tenuto ferme le attività di gioco in tutta Italia. Si conferma il trend già avviato nel 2020, con lo spostamento di parte dei giocatori verso il web che raggiunge il 60% sul totale del mercato, contro il 33% registrato nel 2019 e il 55% del 2020.

     

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    In totale, tra il 2019 e il 2021, il settore retail ha registrato un calo della spesa del 34,2%: a subire il danno maggiore, riporta Agipronews, sono gli apparecchi (slot e videolottery), che registrano un crollo del 55% (da 10,2 a 4,6 miliardi di euro, con un "buco" da 5,6 miliardi). A seguire, le scommesse, con una diminuzione del 49,6% della spesa, che si assesta a 633 milioni di euro. Migliorano invece lotterie e Bingo, che guadagnano il 4,7% con 6,2 miliardi.

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