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    “IL VERO PROBLEMA È CHE LA MAGGIORANZA DEI TIFOSI NON ZITTISCE I FASCISTI” – LO STORICO ALESSANDRO PORTELLI, GRANDE TIFOSO DELLA LAZIO, SUI CORI ANTISEMITI INTONATI IN CURVA NORD: “VA PRESO ATTO CHE LA GRAN PARTE DELLO STADIO, PER INDIFFERENZA E PER PAURA, NON METTE A TACERE QUESTI CORI. IL FASCISMO È REATO, SONO ANDATO A DIRLO A LOTITO, MA HA RISPOSTO CHE ‘TUTTA LA POLITICA NON DEVE ENTRARE ALLO STADIO’” – LA MAGLIETTA HITLERSON 88, LE FIGURINE CON ANNA FRANK E IL FUHRER, GLI SLOGAN “ROMA MARCIA ANCORA”: IL CATALOGO DELLO STUPIDARIO NAZIFASCITA DEGLI ULTRAS ROMANI – VIDEO


     
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    1. ALESSANDRO PORTELLI “IL VERO PROBLEMA SONO I TIFOSI CHE NON ZITTISCONO I FASCISTI”

    Estratto dell’articolo di Riccardo Caponetti per “la Repubblica – Roma”

     

    TIFOSO DELLA LAZIO CON LA MAGLIETTA HITLERSON 88 TIFOSO DELLA LAZIO CON LA MAGLIETTA HITLERSON 88

    «Il fascismo è reato, sono andato a dirlo anche a Lotito anni fa. I cori antisemiti sono di una parte dei laziali, non di tutti. Il problema è che gli altri, la maggioranza, non li azzittiscono subissandoli di fischi ma glielo lasciano fare».

     

    Alessandro Portelli, 80 anni, storico ed ex docente di letteratura angloamericana alla Sapienza, è figlio di un calciatore delle giovanili biancocelesti degli anni ‘30. Tifa Lazio fin da piccolo e da sempre nella vita ha lottato per eliminare il fascismo e del razzismo negli stadi (e nella vita quotidiana). […]

     

    Professore, gli ultimi episodi risalgono a domenica scorsa in occasione del derby vinto dalla squadra di Sarri.

    «Sul campo è andata bene, sono tre punti importanti. Però la vittoria è macchiata dai soliti cori antisemiti: non amo il tifo organizzato ed è preoccupante che tutto il resto dello stadio non condanni tutto ciò».

     

    lo storico alessandro portelli lo storico alessandro portelli

    Le dà fastidio quando dicono che tutti i laziali sono fascisti e razzisti?

    «Estendere a tutti il comportamento di un gruppo, sia pure non trascurabile, è un errore. Ma va preso atto che l’intera maggioranza dello stadio, per indifferenza ma anche per paura, non mette a tacere questi cori. Segnalo l’associazione Lazio e Libertà che è stata fondata dai laziali democratici che si oppongono allo stereotipo del laziale fascista. Non è un caso che siano stati aggrediti».

     

    Lei in passato si è mosso in prima persona con una raccolta firme.

    ADESIVI CON ANNA FRANK CON LA MAGLIETTA DELLA ROMA ADESIVI CON ANNA FRANK CON LA MAGLIETTA DELLA ROMA

    «Sì, insieme a Silvio Di Francia, ex assessore alla cultura e consigliere comunale, scomparso negli ultimi giorni. […] dopo un altro episodio simile organizzammo un’iniziativa per raccogliere le firme di laziali antifascisti: in poche ore arrivammo a 600 firme, che poi diventarono migliaia.

     

    Così, con le firme in mano, andammo dal presidente Lotito per provare a mettere la parola fine al fascismo nello stadio della Lazio. Lui ci rispose dicendo che tutta la politica non doveva entrare nello stadio. Ma non è così: la politica in democrazia deve essere sempre presente, il fascismo invece no. Non è un’opinione, ma un reato».

     

    La Lazio come società può fare di più per contrastare il problema?

    «Secondo me sì. Il club deve dire basta a tutto e deve essere netto, magari anche organizzando delle iniziative. Finora ha fatto delle prese di distanza generiche. Questa situazione fa male all’immagine della Lazio, perché in tutto il mondo si porta dietro questa nomea […]».

    alessandro portelli alessandro portelli

     

    Come si fa a contrastare il fenomeno? Servirebbero le telecamere negli impianti per individuare i responsabili?

    «Identificare le persone è importante, poi le forze dell’ordine si devono convincere che il fascismo e il razzismo siano reati e trattarli come tali. Purtroppo finché non si passa alla violenza fisica si lascia correre troppo su queste cose. Le istituzioni non capiscono quanto sia pericoloso tollerare comportamenti simili».

     

    2. DA ANNA FRANK AD HITLERSON 88 IL DERBY DELLA STUPIDITÀ

    Estratto dell'articolo di C.R. per “la Repubblica – ed. Roma”

     

    TIFOSI DELLA ROMA CON LA MAGLIETTA ROMA MARCIA ANCORA TIFOSI DELLA ROMA CON LA MAGLIETTA ROMA MARCIA ANCORA

    «Siamo le camicie brune di Patricio Gabarrón». Patric, il difensore biancoceleste, siede in panchina quando dagli spalti della curva Nord a derby iniziato si alza per la prima volta il coro antisemita partorito recentemente dai biancocelesti nel corso dell’ultima trasferta a Napoli.

     

    Il motivetto nauseabondo (sull’aria di Clandestino di Manu Chao) è la riedizione di un vecchio coro della curva Nord, mai troppo cantato, ideato poco meno di 10 anni fa da Alessandro “Il Tonno”, ex lanciacori degli Irriducibili ai tempi di Fabrizio “ Diabolik” Piscitelli. Ora il nuovo ritornello fa così: «Romanista sefardito/ c’hai il padre deportato/ tua madre è Anna Frank».

     

    anna frank anna frank

    La Nord, compreso il ragazzo con indosso la maglietta “ Hitlerson”, lo scandisce a perdifiato, prima di incassare la vittoria di misura (1- 0) e dopo la coreografia che a guardarla sembra di riascoltare le parole pronunciate da Diabolik durante Lazio- Roma (1- 5) disputato il 10 marzo 2002. «Bella la coreografia eh? – dice Diablo entrando in curva - Fascista, nei limiti».

     

    […] Ora la società sportiva Lazio sta collaborando con le forze dell’ordine per identificare il tifoso fotografato con indosso la maglia “Hitlerson 88”, che rischia il daspo. Gli investigatori stanno esaminando le immagini per capire se gli ultrà abbiano usato un bambino di otto anni per far entrare una bandierina neofascista. Intanto la Nord potrebbe rimanere chiusa per Lazio- Juve, in virtù dei cori razzisti partiti spontaneamente.

     

    ADESIVI CON HITLER CON LA MAGLIETTA DELLA ROMA ADESIVI CON HITLER CON LA MAGLIETTA DELLA ROMA

    [..] Questo è solo l’ultimo di una infinita serie di precedenti all’Olimpico. Perché anche la Sud, che due giorni fa si è limitata a sostenere la Roma, negli anni non è stata immune al problema. Qualche esempio? Se il gruppo “Roma”, un tempo legato a Casa-Pound, domenica ha sfoderato il nuovo striscione con la lupa capitolina, i suoi militanti si erano presentati a Tirana, per assistere alla finale di Conference League contro il Feyenoord, tutti con la maglietta «Roma marcia ancora», chiaro riferimento alla marcia fascista del ’22.

     

    Senza dimenticare che solo 24 ore prima del derby sul ponte degli Annibaldi, al Colosseo, era stato affisso uno striscione in omaggio al terrorista nero Pierlugi Concutelli firmato “Tradizione-distinzione”.

     

    fabrizio piscitelli diabolik 4 fabrizio piscitelli diabolik 4

    La ex sigla della Sud, era attiva nei primi anni 2000, capeggiata da Antonio Schiavo. In basso a destra, dietro al loro striscione, agitavano delle bandierine con un rimando al simbolo di Ordine nuovo. Indossavano i cappellini con la scritta Charlemagne (omaggio alla divisione delle Ss francesi) e il 26 gennaio 2006 nel corso di Roma- Livorno (3-0) alzano lo striscione «Lazio-Livorno, stessa iniziale stesso forno». […]

     

    Al derby del 22 aprile 2001 (2- 2) la Nord aveva già esposto: «Auschwitz la vostra patria, i forni le vostre case». Quattro anni più tardi, il 6 gennaio 2005, Paolo Di Canio segna sotto la Sud e a fine partita saluta gli Irriducibili con il braccio teso. Il centravanti cresciuto in curva Nord ha smesso di giocare da un pezzo quando il 24 aprile 2019 un manipolo di Ultras Lazio espongono lo striscione «Onore al duce» in corso Buenos Aires a Milano.

     

    Due anni prima era scoppiato lo scandalo dei presunti adesivi anti- romanisti con il viso di Anna Frank e la maglietta della Roma. […]

     

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