Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per corriere.it
sergey razov a porta a porta
Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sta per attivarsi su uno strano giro di fondi gestiti dall’Ambasciata russa a Roma. Un caso di cui si stanno occupando l’Uif, l’Unità di antiriciclaggio, ma anche i servizi segreti. Sebbene il Copasir mantenga il più stretto riserbo, fonti qualificate della maggioranza confermano l’esistenza del dossier e la volontà di esaminarlo «a breve e nella sede opportuna».
La vicenda risale alla prima metà dello scorso anno, a seguito di «movimentazioni sospette» rilevate sui tre conti correnti dell’ufficio diplomatico russo: uno dei conti opera in valuta, gli altri due in euro. Il passaggio di danaro da un conto all’altro fece scattare l’allarme alla Uif e la struttura che lavora presso la Banca d’Italia iniziò a trasmettere una serie di «segnalazioni».
Aleksej Paramonov
In un report del 5 gennaio 2023, per esempio, vengono descritte alcune di queste operazioni. Tra ottobre e novembre del 2022, 400 mila dollari americani depositati sul conto in valuta transitarono su uno dei conti in euro. E da quel conto furono poi operati «cinque prelievi in contante per un valore complessivo di 410 mila euro». Il mese dopo una società di security consegnò all’Ambasciata della Federazione russa «seimila banconote da cento euro».
Insomma, in novanta giorni l’ufficio diplomatico russo a Roma aveva mosso un milione di euro in contanti, cifra che si andava ad aggiungere ai fondi prelevati in precedenza. È vero che le sanzioni hanno ridotto le modalità di trasferimento dei soldi per le istituzioni moscovite, «tuttavia — sottolineò l’Uif — importi così elevati rendono sospetta la movimentazione».
Non si conosce la destinazione del denaro, ma c’è un motivo se l’intelligence italiana prese a seguire con attenzione la vicenda: il giro di soldi era iniziato in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina. E da allora «non è mai finito», secondo un’informazione dei servizi.
IL DITO MEDIO DI VLADIMIR PUTIN
Talvolta il flusso di contanti è stato «molto sostenuto»: un fatto quasi quotidiano. E c’è il sospetto che questa liquidità non sia servita solo per le «attività regolari e giornaliere» dell’ambasciata. Non è dato sapere come si sia sviluppata l’indagine dell’Antiriciclaggio italiana, che da mesi condivide le informazioni con le Financial Intelligence Unit estere.
Quando il dossier sarà esaminato dal Parlamento, l’attivazione del Copasir consentirà di svolgere audizioni, richieste di informative e produzione di atti, secondo le rigide regole del Comitato che opera in totale riservatezza. E che già qualche mese fa aveva messo in programma di «verificare le informazioni».
D’altronde c’è una forte sensibilità sull’argomento, per le note modalità con cui il regime russo cerca «anelli deboli» nei Paesi occidentali. In Inghilterra da qualche giorno tiene banco il «caso Farage»: il principale sostenitore della Brexit è sospettato di aver ricevuto mezzo milione di sterline da Mosca, e si è visto bloccare i conti bancari nonostante abbia respinto l’accusa. In Italia il senatore Borghi di Italia Viva chiede l’intervento della premier, con una interrogazione nella quale evidenzia «l’attivismo» di Putin in Italia negli ultimi anni.
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ambasciata russa a roma
Borghi chiede al governo se sia a conoscenza del caso e quali iniziative intenda adottare per «accertare la regolarità» del flusso finanziario e per «impedire trasferimenti di denaro illecito nel nostro Paese, col chiaro intento di destabilizzare la collocazione internazionale dell’Italia». Per il resto basterebbe capire se i soldi sono serviti solo per la spesa al supermercato.