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    LO ZIO SAM SALE SUL TRENO – UN FONDO AMERICANO SI VUOLE PAPPARE I VAGONI DI ITALO: OFFRE 1,9 MILIARDI. LO PRESIEDE UN NIGERIANO – E I SOCI FANNO PURE GLI SCHIZZINOSI: BANCA INTESA, MONTEZEMOLO, DELLA VALLE DICONO CHE “DEVONO RIFLETTERE” – L’OFFERTA USA SCADE DOMANI ALLE 17: PRENDERE O LASCIARE 


     
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    Rosario Dimito per il Messaggero

     

    Adebayo “Bayo” Ogunlesi, presidente Global Infrastructure partners Adebayo “Bayo” Ogunlesi, presidente Global Infrastructure partners

    Global Infrastructure Partners III (Gip), un fondo americano con 40 miliardi di dollari gestiti, è pronto a imbarcarsi su Italo e deviarne il percorso, almeno per ora, dall'orbita di Piazza Affari. L'investitore Usa, assistito da Mediobanca, ieri mattina con una lettera ai soci e agli amministratori di Italo, ha fatto un'offerta binding sul 100% della società per circa 1,9 miliardi di dollari, al netto dei 443 milioni di debiti netti con le banche, come recita una nota di Italo confermando le anticipazioni de Il Messaggero.it.

     

    ITALO ITALO

    I grandi soci, da Intesa Sp (19,1%) a Diego Della Valle (17,4%), da Generali (14,6%) a Peninsula (12,6%), da Luca di Montezemolo (12,4%) fino a Flavio Cattaneo (4,9%), sembrano però combattuti sul da farsi: c'è chi ritiene l'offerta inadeguata, chi vuole comunque andare in Borsa e c'è chi vorrebbe accettarla. L'offerta di Gip scade domani alle 17 ed è condizionata alla sottoscrizione di «una bozza contrattuale già predisposta e valida per tutte le parti» oltre «all'ottenimento dell'autorizzazione da parte dell'Autorità per la Concorrenza Ue. Nella lettera, Gip precisa di non avere investimenti in Europa nel settore del trasporto ferroviario «che possano pregiudicare l'ottenimento della suddetta autorizzazione».

     

    ITALO ITALO

    Inoltre la proposta dà la possibilità a chi vuole di reinvestire fino al 25% dei proventi della vendita a patto che Gip detenga il 75%. Chi volesse reinvestire potrà esercitare un'opzione di vendita del 50% al 3° anno e dell'altro 50% al 5° anno a un prezzo concordato. Oggi alle 15 è convocato un cda straordinario di Italo «per valutare lo stato del processo finalizzato alla quotazione e per esperire le verifiche di competenza in merito all'offerta».

     

    LA CORTE AI TOP MANAGER

    DELLA VALLE E MONTEZEMOLO DELLA VALLE E MONTEZEMOLO

    Italo è a un passo dalla quotazione in Borsa fino al 40% sulla base di un equity value che potrebbe sfiorare 1,9 miliardi. La data ipotizzata per il debutto sarebbe venerdì 23. L'ad Cattaneo la scorsa settimana era in road show negli Usa e giovedì la Consob si riunirà per valutare il prospetto: la forbice del prezzo verrebbe fissata domani sera.

     

    Va aggiunto che Gip «esprime l'auspicio che Montezemolo e Cattaneo mantengano i rispettivi ruoli» (difficilmente però, i due manager accetteranno). Ed è disponibile a un piano di incentivazione dei dipendenti. Nel 2017 Italo ha registrato ricavi operativi per 455 milioni (+24,8%), un'ebitda adjusted di 155 milioni (+ 64%), un utile netto di quasi 34 milioni e un dividendo di 30 milioni, pagabile a luglio 2018.

     

    John Major John Major

    Alcune settimane fa Gip aveva fatto un'offerta non binding. Il dossier sarebbe stato esaminato grazie anche a Marco Mangiagalli, ex cfo di Ambroveneto, Barclays ed Eni che funge da senior advisor assieme a John Major, ex primo ministro del Regno Unito. In portafoglio il fondo ha la proprietà di Pacific National, una delle maggiori società ferroviarie merci in Australia, di due aeroporti (Gatwick ed Edimburgo) e del porto di Melbourne.

     

    In passato ha posseduto il controllo del London City Airport. Il fondo Gip è peraltro impegnato in investimenti nell'energia, trasporti, acqua e rifiuti. 

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