MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME BUGO E MORGAN
Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"
Logorarlo. Rallentarlo. Affossarlo. Giuseppe Conte ha ben chiaro il gioco a perdere nel quale è finito in mezzo, diventando il bersaglio delle incursioni di Matteo Renzi. Sente la testa d' ariete premere alle porte di Palazzo Chigi, proprio mentre l' Europa cancella ogni residuo alibi sul Recovery, superando i veti dei frugali e lasciando il cerino nelle mani del premier. Avverte l' isolamento nel quale si è cacciato. Soffre la decisione di Nicola Zingaretti di farsi di lato, lasciandolo al duello con il leader di Italia Viva, perché questo è un nodo politico che deve risolvere l' avvocato, «non sarò io il mediatore ». Non sarà il Pd a logorarsi.
Per reagire, allora, Conte è disposto a mettere sul tavolo non solo un blando ridimensionamento della cabina di regia, ma anche una nuova redistribuzione delle quote del Recovery attribuite ai singoli progetti, come reclamato dal Nazareno, da Iv e anche da Roberto Speranza.
GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY
Magari bastasse. Per Renzi, il comportamento del premier continua a essere incomprensibile. Avendolo avvertito giorni fa, durante il faccia a faccia a Palazzo Chigi, che stavolta non si sarebbe fermato, adesso ha buon gioco a tenere altissimo il livello dell' asticella nella trattativa: «Venerdì un consiglio dei ministri? E per fare cosa? - va dicendo l' ex premier di Rignano - Se Conte non ritira la task force, non andiamo da nessuna parte.
Io non mi fermo, anzi: se continua a sostenere che lo faccio per le poltrone, finisce che gli rendo anche i tre posti di governo di Italia Viva. E poi, davvero vogliamo approvare un piano con una distribuzione delle risorse che nessuno ha discusso? Prima discutiamone in Parlamento, poi in Consiglio dei ministri».
Ecco il dramma che si vive in queste ore a Palazzo Chigi, mentre la pandemia uccide 887 cittadini in un giorno e la crisi economica morde: l' Europa ha sbloccato i 209 miliardi del "Next generation Eu", l' Italia dovrebbe correre, ma la battaglia politica in atto restituisce l' immagine di un premier costretto a perdere tempo, mediare, riscrivere tutto quello che aveva già considerato cosa fatta. Eppure non c' è altra strada, se si vuole evitare una crisi e mettere al riparo la manovra economica da gravi scossoni politici. Ecco perché il decreto nel quale finirà la norma sulla governance rischia di slittare a fine dicembre, forse addirittura a gennaio.
GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
Eppure, ancora: serve comprare tempo per sedare la guerriglia tra Conte e Renzi. Anche autorevoli ministri dem hanno consigliato al premier di frenare almeno un po', magari sconvocando il consiglio dei ministri di venerdì (che comunque al Nazareno, almeno per il momento, non risulta in agenda). L' ha ribadito ieri Lorenzo Guerini, a margine della seduta di governo, parlando con i suoi colleghi: «Affrontiamo i nodi, ma con calma, in modo da togliere la questione dall' esasperazione della polemica degli ultimi giorni. Una volta fatto questo, potremo chiudere la partita della governance in cdm.
giuseppe provenzano foto di bacco
Non dobbiamo risolvere il problema per forza in tre giorni, consumiamo i passaggi politici che occorrono e poi prendiamo una decisione». Tutto vero, hanno concordato gli altri. Anche se Peppe Provenzano ha messo in guardia dal rischio opposto, che è poi anche la vera angoscia del presidente del Consiglio: «Non ci possiamo chiudere alle critiche, ma neanche immobilizzarci: in entrambi i casi, sarebbe la fine del governo».
La fine del governo è esattamente lo spauracchio che agita molti, in queste ore. Renzi la minaccia, ipotizzando scenari alternativi. Per Conte, è solo una strategia, un gioco al rialzo per ottenere un buon rimpasto ed entrare nell' esecutivo. Per altri ancora, invece, l' effetto di questo braccio di ferro, sarà quello di accelerare la nascita del gruppo di responsabili a Palazzo Madama, di cui ieri si tornava a parlare con insistenza. Un' operazione che coinvolgerebbe a Montecitorio anche Renata Polverini e un drappello berlusconiano con Renato Brunetta.
LORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE