Enrico Franceschini per “www.repubblica.it”
SADIQ KHAN
Suo nonno fuggì in Pakistan dall'India dopo la partizione. Suo padre emigrò a Londra dal Pakistan in cerca di un futuro migliore. Lui è diventato oggi sindaco della capitale britannica. La storia di Sadiq Khan, 45enne nuovo primo cittadino di Londra, sembra un classico romanzo dell'Ottocento: il giovane povero che si fa strada in un mondo nuovo, l'outsider che trionfa contro tutte le previsioni.
Invece potrebbe diventare la fotografia dell'Inghilterra, e magari dell'Europa, del ventunesimo secolo: il segno che la globalizzazione, l'immigrazione e la democrazia producono progresso, integrazione ed esemplari vicende umane come la sua. "Voglio essere il sindaco di tutti", ha ripetuto durante la campagna elettorale. "Mi sento musulmano, britannico, laburista, marito, padre e tifoso del Liverpool", è il modo in cui si presenta. "Sono pro-business e pro-Unione Europea", ha detto nell'intervista di qualche settimana fa a Repubblica, sottolineando che bisogna per forza avere idee del genere per poter guidare una grande metropoli come questa.
E' stato lungo il viaggio che lo ha portato a City Hall, il municipio londinese affacciato al Tamigi, di fronte al Tower Bridge. I suoi nonni lasciarono l'India nel 1947: dopo la partizione di quella immensa nazione, che fece seguito all'indipendenza dalla Gran Bretagna con uno strascico di violenza e odio inter religioso, preferivano vivere in Pakistan, tra i musulmani. Il suo defunto padre, Amanullah Khan, emigrò a sua volta, a Londra, poco prima che Sadiq Aman (questo il suo nome completo) nascesse nel 1970.La famiglia, i genitori e otto figli, di cui sette maschi e una femmina, abitò per anni a Earlsfield, periferia della capitale, in una Council House, gli alloggi popolari assegnati dallo stato ai poveri.
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Il papà faceva l'autista di bus, la mamma era una sarta. "Sono cresciuto vedendo i miei lavorare in continuazione e io ho seguito il loro esempio", racconta, "fin da ragazzino facevo ogni lavoretto che riuscivo ad accaparrarmi, distribuivo giornali, lavavo le macchine ai vicini, d'estate davo una mano in un cantiere". I Khan mandavano regolarmente soldi ai parenti in Pakistan, "perché noi stavamo meglio di loro", ricorda.
Ha studiato alle scuole statali gratuite, non certo alle costose scuole private frequentate da David Cameron, Boris Johnson e Zac Goldsmith, suo avversario nella sfida per diventare sindaco di Londra. Inizialmente aveva pensato di iscriversi a medicina e provare a fare il dentista. Ma su consiglio di un insegnante, che ammirava la sua capacità di argomentare, e influenzato dal serial televisivo "L.A. Law" (Avvocati a Los Angeles), si iscrisse a giurisprudenza alla University of North London. Dopo la laurea e l'esame da "solicitor" (come si chiama in questo paese l'avvocato che non difende in tribunale), si è specializzato in diritti umani. Ha affrontato cause contro la violenza della polizia, la discriminazione sul lavoro, i diritti dei carcerati.
Nel frattempo è nato il suo interesse per la politica, portandolo prima a occupare la carica di consigliere comunale in uno dei borghi in cui è suddivisa Londra, quindi a candidarsi in parlamento, dove è rimasto due legislature, a partire dal 2005, nelle file del partito laburista. E' considerato un socialdemocratico moderato. Ha servito come sottosegretario nel governo di Gordon Brown (la carica che qui viene definita "minister"), e come ministro nel governo ombra dell'opposizione sotto la leadership di Ed Miliband. I suoi rapporti con Jeremy Corbyn non sono idilliaci: non sono praticamente mai comparsi insieme a un comizio nella campagna elettorale per sindaco. Khan rimprovera al leader di essersi spostato su una linea politica troppo radicale, con la quale a suo giudizio è difficile conquistare il potere. E non gli interessa fare l'opposizione dura e pura.
A Londra promette di battersi contro il crescente gap ricchi-poveri, per la costruzione di più case per la classe media e per la sicurezza. La sua condanna del terrorismo è univoca. Ha detto, a differenza di Corbyn, che autorizzerebbe la polizia a sparare a vista in caso di un attacco terroristico nella capitale. E' sposato con Saadiya Ahmed, avvocatessa, anche lei di origine pakistana, hanno due figlie di 17 e 15 anni. Questa è la storia di Sadiq Khan, primo sindaco musulmano di una grande città d'Europa. Una storia lunga ma che è appena ricominciata e chissà dove potrebbe portarlo.
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