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    “TINA TURNER ERA UNA SOPRAVVISSUTA, SAPEVA SEMPRE RINASCERE. COME ME” – LOREDANA BERTE’ RACCONTA COME HA CONOSCIUTO "LA TIGRE DEL ROCK": “SE COMINCIAMMO A PARLARE, NELL'ASCENSORE DI UN HOTEL A RIVA DEL GARDA, FU GRAZIE AL SUO GIUBBOTTO DISEGNATO DA AZZEDINE ALAÏA, UNO DEI DESIGNER PIÙ INFLUENTI DELLA STORIA DELLA MODA. LE DISSI: "SE SA CHE TI SEI MESSA UN SUO GIUBBOTTO, DIVENTA MATTO". "NO, DIVENTO MATTA IO", RIBATTÉ LEI. QUANDO LE DISSI CHE POTEVO METTERLI IN CONTATTO, LEI RISPOSE CHE…”


     
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    Estratto dell'articolo di Mattia Marzi per “il Messaggero”

     

    tina turner loredana bertè tina turner loredana bertè

    La foto che le ritrae insieme, condivisa ieri dalla voce di Non sono una signora sui social per ricordare la grande Tina Turner, scomparsa mercoledì a Zurigo a 83 anni dopo una lunga malattia, fu scattata a Milano quasi quarant'anni fa. Era il settembre del 1984. Loredana Bertè e Tina Turner si erano conosciute pochi giorni prima a Riva del Garda.

     

    Alle due leonesse era bastato annusarsi a vicenda pochi secondi per riconoscersi simili, e non solo per la voce, caratterizzata da quel graffio che aveva reso Tina Turner la "regina del rock'n'roll" e Loredana Bertè una sorta di sua corrispettiva italiana.

     

    Anche se una, Tina, era nata a Brownsville, nel Tennessee, dall'altra parte dell'Atlantico, undici anni prima dell'altra, Loredana, che era nata invece a Bagnara Calabra, un ex borgo marinaro bagnato dal mar Tirreno. «Non dimenticherò mai quell'incontro e i giorni passati a Milano insieme ad Azzedine», dice Loredana Bertè.

     

    Mi perdoni, ma chi è Azzedine?

    «Azzedine Alaïa, naturalmente. Uno dei designer più famosi e influenti della storia della moda (è scomparso nel 2017, ndr)».

     

    E che c'entra con lei e Tina Turner?

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    «Se io e Tina cominciammo a parlare, nell'ascensore dell'hotel a Riva del Garda, fu grazie a un giubbotto disegnato da Alaïa che lei indossava. Nessuno lo conosceva. Tranne me e Cesare Zucca, che in quel periodo mi faceva da stylist, prima di andare a Los Angeles a lavorare per Madonna».

     

    Facciamo un passo indietro. Cosa ci facevate entrambe a Riva del Garda, in quel settembre del 1984?

    «Eravamo entrambe ospiti a un festival che era uno degli appuntamenti fissi della musica dal vivo dell'estate, la Vela d'oro. Si svolgeva a settembre, alla fine della stagione, per premiare i successi dell'annata. Tina Turner stava promuovendo la sua hit What's Love Got To Do With It?. All'epoca accadeva spesso che le star della musica mondiale venissero in Italia a fare promozione.

     

    (...) Così vi trovaste insieme in ascensore. E lei attaccò bottone parlando del giubbotto di Alaïa. E poi?

    TINA TURNER AZZEDINE ALAIA TINA TURNER AZZEDINE ALAIA

    «Lei era con il suo manager di allora. Quando le nominai Azzedine Alaïa, Tina sgranò gli occhi: "Come fai a conoscerlo?", mi chiese. Le risposi: "Se sa che ti sei messa un suo giubbotto, diventa matto". "No, divento matta io", ribatté lei. Quando le dissi che potevo metterli in contatto, impazzì di gioia».

     

    Alaïa lei quando lo aveva conosciuto?

    «Durante un viaggio che avevo fatto un po' di tempo prima a Parigi. Eravamo diventati amici».

     

    Con Tina come andò?

    «Quella sera in ascensore chiese subito al manager: "Tra quanto sarò libera da tour e promozione?". E quello: "Credo tra non meno di due anni". Allora si girò verso me e Cesare: "Quando andate a Milano?". Saremmo partiti due giorni dopo. "Vengo con voi", rispose».

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    E lo fece?

    «Eccome. Partì con noi. Una volta a Milano, io e Cesare chiamammo Azzedine. Da quel momento in poi Alaïa vestì solo Tina Turner, mollando pure Grace Jones, che aveva consigliato fino ad allora e che non la prese benissimo (ride)».

     

    In cosa Tina Turner è stata per lei una fonte di ispirazione?

    «Per il suo vissuto. La sua grinta. Il suo stile. E poi per la sua capacità di reinventarsi sempre. Era un'araba fenice come me. Una sopravvissuta. Era la quintessenza del rock. Non a caso la soprannominarono la "regina del rock'n'roll": ne aveva tutte le caratteristiche».

     

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