DANIELE DALLERA,MONICA COLOMBO per il Corriere della Sera
lorenzo casini
Lorenzo Casini, 46 anni, volto nuovo, soprattutto idee nuove, forti, atteggiamento rassicurante, alla guida della serie A. Giurista, professore ordinario di diritto amministrativo alla Scuola Imt Alti Studi di Lucca, compie i suoi 50 giorni («ai 100 giorni non pensiamo, perché fa venire in mente Napoleone e non porta bene...» corregge sorridendo) da presidente della Lega serie A, istituzione sportiva dalla vita difficile per chi la governa, ma con Casini la Lega pare (obbligatoria la sensazione temporale) avere acquistato una sua serenità.
Cosa è, la forza della cultura, l'ambiente naturale da cui proviene Casini, fino all'altro ieri capo di gabinetto di quel ministero?Presidente Casini, come si coniugano cultura e calcio?
«Il calcio è anche cultura. Ci sono molti collegamenti storici a testimoniarlo, basti pensare che lo sport ha iniziato a scandire il tempo, il calendario, con le Olimpiadi. Un esempio importante dall'Unesco, con forme di gioco e tradizioni sportive identificate come patrimonio culturale intangibile dell'umanità».
Andiamo al pratico. Nel suo ruolo governativo, lei ha contribuito a procurare ristori al pianeta cultura, musei, teatro, cinema, associazioni, enti. Le società di calcio di serie A si attendono che ora faccia altrettanto con loro?
«No e ne abbiamo parlato. Per lo spettacolo, governo e Parlamento hanno stanziato risorse perché c'era una categoria molto vasta di imprese e lavoratori in difficoltà. Per il calcio, non mi aspetto che oggi lo Stato eroghi ristori, ma che aggiorni le regole affinché non siano frenati i ricavi».
LOTITO DE LAURENTIIS
A cosa si riferisce?
«Alla vendita dei diritti tv all'estero, ora limitata da molti paletti. Ma anche ai maggiori introiti da giochi e scommesse. In altri Paesi, una parte delle risorse di lotterie e giochi vanno allo sport, oltre che alla cultura. Sarebbe auspicabile che ciò avvenisse anche in Italia»
Il suo bilancio dopo cinquanta giorni al timone della Lega?
«È ancora presto. Ora vanno individuate le tematiche su cui tutti i club possono lavorare insieme. Tra queste, anche la sfida della media company come strumento per rendere la Lega più moderna ed efficiente».
Problema stadi. Si parla, si discute, ma non si crea, non si costruisce, non si ristruttura, è così da decenni: che idea si è fatto, qual è il suo piano?
«Occorre far comprendere che uno stadio non è solo un campo di gioco, ma anche uno strumento di rigenerazione urbana e un mezzo per migliorare l'efficienza energetica e un hub tecnologico. Costruire nuovi impianti non è un problema locale, ma nazionale: serve una cabina di regia permanente, a guida governo, con il Coni, la Figc, le Leghe, l'Istituto per il credito sportivo e le amministrazioni coinvolte. Certo, un grande evento come un'Olimpiade, un Mondiale o un Europeo sarebbe un acceleratore».
lotito de laurentiis
Il fatto di essere stato candidato da De Laurentiis e Lotito le ha creato problemi di rapporti all'interno dell'assemblea?
«La mia figura è stata proposta non solo da Napoli, Lazio e Fiorentina, ma anche da altre squadre, in particolare le proprietà americane: ringrazio tutte. Non ho avuto difficoltà, ma capisco che in questo mondo si usano spesso "argomenti fantoccio" per attaccare, soprattutto quando non si hanno molte frecce».
Cosa ci fa l'allievo prediletto di Sabino Cassese nei corridoi notoriamente velenosi della Lega di A?
«Gli ho chiesto consiglio, mi ha detto che questa carica poteva essere adatta per tre motivi: il mondo del calcio è un osservatorio eccezionale sui rapporti fra pubblico e privato; lo sport e il diritto sportivo sono da molti anni per me materia di studio; il calcio ha una dimensione sociale enorme, che abbraccia 30 milioni di tifosi».
lorenzo casini
La molla che l'ha spinta ad accettare?
«Ho capito che avrei avuto l'opportunità di essere utile alla Lega e, quindi, anche al Paese».
Quanto è cambiata la sua vita?
«Per ritmo e impegni di lavoro, si è un po' alleggerita.
Ma è aumentata la popolarità ed è come avere sempre un megafono in mano. Sto cercando di conviverci».
Le sfide di Champions della settimana hanno ridimensionato il valore e lo spettacolo della serie A. È così lontano il livello del nostro calcio rispetto a quello inglese?
«Il nostro è più tattico, quindi a volte esteticamente meno appagante. Ricordo l'anno della vittoria in Premier del Manchester City con Mancini in panchina, l'ultima partita: vi era sempre la sensazione che potesse succedere qualcosa da un momento all'altro, come in serie A accadeva sempre con Maradona, Van Basten, Baggio, Ronaldo, Del Piero e Totti, e abbiamo rivisto a tratti con CR7, ma anche con Barella o Chiesa, perciò sono ottimista».
Si aspettava il secondo fallimento consecutivo dell'Italia assente al Mondiale?
«No. Mi spiace perché ci sono bambini, come i miei figli, che per due edizioni consecutive non vedranno gli azzurri nella manifestazione più seguita. Il rischio è che si perdano generazioni di tifosi. Il 1982 fu straordinario: chi a scuola non ha provato a imitare la corsa e l'urlo di Tardelli?».
DE LAURENTIIS GRAVINA
Appena insediato aveva annunciato di voler instaurare un rapporto collaborativo con la Federazione. A che punto siamo?
«Ho trovato forti attriti precedenti al mio insediamento. Bisogna superarli presto e mi pare si sia sulla buona strada».
L'introduzione dell'indice di liquidità a livello dello 0,5 per cento, imposto dal presidente federale Gravina, non ha contribuito a rasserenare gli animi?
gabriele gravina foto di bacco
«Già prima del mio arrivo, le società avevano chiesto alla Figc di posticipare alla prossima stagione l'introduzione dell'indice. L'entrata in vigore della regola è avvenuta troppo tardi rispetto ai tempi necessari per l'iscrizione al nuovo campionato e in un contesto ancora provato dalla pandemia. Con lo 0,4 non ci sarebbero criticità per i club».
Le emergenze del calcio?
«Sono diverse. Mi limito qui a indicare tre obiettivi. Il primo è legato alle risorse, perché bisogna diminuire i costi e aumentare i ricavi. Il secondo, come già detto, è agevolare la ristrutturazione o la nuova costruzione di stadi e centri sportivi. Il terzo riguarda anche la scuola: è fondamentale potenziare il calcio, per la sua valenza formativa, nella popolazione studentesca maschile e femminile».
A suo avviso servirebbe un ministero dello Sport?
«La sottosegretaria Vezzali sta svolgendo un lavoro eccellente. È chiaro che sarebbe ancora meglio se potesse essere in Consiglio dei ministri. Quindi un ministero dello Sport in Italia, anche con portafoglio, potrebbe avere senso. Per il turismo, anche a seguito della pandemia, è stato istituito un ministero ad hoc».
lotito gravina
Il presidente federale Gravina ha una posizione molto critica sul Decreto Crescita che vorrebbe abolire. Lei?
«Resta uno strumento che ha una sua utilità, purché non se ne abusi. Sarebbe meglio introdurre forme di incentivi per chi utilizza giocatori italiani. Per esempio, perché non premiare le squadre che impiegano un maggior numero di calciatori convocabili per le Nazionali?».
Il ministro Franceschini ha nostalgia di lei?
«Lui, scherzando, dice di essere una "vittima" di questa vicenda. Non so se provi nostalgia. Io, dopo 8 anni, ne ho molta».
lorenzo casini