Fabio Martini per la Stampa
Tanto rumore per nulla?
LORO SORRENTINO BERLUSCONI APICELLA SERVILLO
Quando Silvio Berlusconi vedrà la romantica scena finale di «Loro», sarà rassicurato. Certo, non è tutto il film, ma quella sequenza è toccante: Silvio prova a riconquistare Veronica su una giostra e mentre i due estenuati sposi vengono dondolati, da dietro un cespuglio appare Fabio Concato che canta «Una domenica bestiale», la canzone che fece da colonna sonora al tempo del loro innamoramento. La scena felliniana, persino commovente, chiude la prima parte di «Loro» e racconta bene l' atteggiamento del regista Paolo Sorrentino verso Berlusconi, che nel film viene raccontato per quel che è: cinico e spiritoso, assatanato e almeno apparentemente sentimentale.
loro berlusconi e il bunga bunga by paolo sorrentino
loro di paolo sorrentino 6
Berlusconi è talmente sopra le righe al «naturale», che Sorrentino non ha voluto buttarla in caricatura. Per dirla con le note di regia del regista, di Berlusconi è raccontato l' uomo «e in modo solo marginale il politico», il suo essere «mistero avvicinabile», la sua capacità di essere «infaticabile narratore di se stesso». E proprio Sorrentino battezza il Cavaliere con una definizione ambivalente, non antipatizzante: «Un torero».
Ecco perché Berlusconi, nelle ultime ore rassicurato dalla sua «controinformazione», non ha accelerato la visione del film.
loro di paolo sorrentino 3
Avrebbe dovuto vederlo ieri sera, ma alla fine ci ha rinunciato: non c' era più fretta. Aveva avuto il piccolo, naturale privilegio di vederlo a casa, qualche ora prima che arrivasse - oggi pomeriggio - nei cinema di tutta Italia. La stessa opportunità che esattamente 10 anni fa ebbe Giulio Andreotti, quando Sorrentino gli dedicò «Il divo».
BERLUSCONI BUNGA BUNGA
Visto in anteprima Andreotti commentò: «È molto cattivo, è una mascalzonata, direi. Cerca di rivoltare la realtà facendomi parlare con persone che non ho mai conosciuto». Sorrentino replicò con sapienza: «Andreotti ha reagito in modo stizzito e questo è un buon risultato perché di solito lui è impassibile di fronte a ogni avvenimento. La reazione mi conforta e mi conferma la forza del cinema rispetto ad altri strumenti critici della realtà». E comunque, davanti al grande successo del film, Andreotti rinunciò alla tentazione di azioni legali.
silvio berlusconi
Ma il film di Sorrentino era temutissimo da Silvio Berlusconi. Soprattutto per un rischio: quello di riaccendere i riflettori e la memoria su una stagione molto opaca, quella nella quale non solo gli italiani, ma centinaia di milioni di cittadini nel mondo identificarono Berlusconi come un uomo pronto a qualsiasi espediente pur di dare soddisfazione alla proprie passioni sessuali.
Una stagione che coincise anche col declino politico di Berlusconi. Ma se da qualche tempo il Cavaliere ha recuperato un ruolo, Paolo Sorrentino è oggi il regista italiano più apprezzato in giro per il mondo. Premio Oscar, già vincitore a Cannes, il regista napoletano ha un' audience potenziale in Paesi influenti e un rilancio in «mondovisione» del Berlusconi più deteriore era considerato nell' entourage del «dottore» un pericolo.