Il rigore di Jorginho con la musica di Titanic in sottofondo ce lo meritiamo tutti.#ItaliaSpagna #ITAESP pic.twitter.com/T7FeQYmkKP
— Serena (@RickyGol22) July 6, 2021
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"
Loro con il TikiTaka, noi con il nostro TucaTuca nel cuore: non poteva che finire così.
Siamo dentro una felicità molto attesa, intensa, che pensiamo di meritare.
roberto mancini
Siamo in finale.
Esausti, stravolti dal martirio dei rigori.
Adesso provate a immaginare un lungo piano sequenza: sul prato di Wembley ci sono gli azzurri che corrono verso Donnarumma e poi c' è un grandissimo mucchio, e tutti che gridano e si abbracciano ed è esattamente proprio quello di cui avevamo bisogno.
Abbracciarci.
Forte.
E dirci cose belle.
E pensarle, finalmente.
Che notte.
Sono, come sempre, pensieri sparsi.
Ma sarebbe anche inutile cercare di dargli un ordine.
italia spagna
È così che ti resta dentro la partita: il ricordo di un' azione, un presentimento, il tonfo di un' illusione. Prendi appunti proprio per questo. E lasci due pagine bianche, sulla Moleskine: se è destino - e poi, avete visto, era proprio destino - verranno riempite con la cronaca della finale. È lì che vogliamo andare tutti.
Ma gli spagnoli danno subito l' idea di avere tempo da perdere.
Dopo venti minuti, c' è un appunto che dice: la Spagna vive di passaggi e passaggetti, ragnatela stucchevole e, quando non sanno a chi darla, si voltano e cercano Busquets, sempre libero. E da lui ricominciano.
Noi li aspettiamo.
Anche in dieci sotto la palla.
Mancini calmo, mani in tasca, è rimasto in camicia (chiara scelta scaramantica: perché la serata è fredda, autunnale). Tutti pensiamo: speriamo che il c.t. abbia un piano tattico preciso. In caso contrario: gli spagnoli ci stanno mettendo in mezzo.
Comunque è inevitabile guardare spesso il c.t. Ci aspettiamo sempre tutti qualcosa da lui.
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È stato molto abile ad assemblare questa banda di calciatori che stanno dentro una bravura normale, senza poter mai contare sul lampo di un fuoriclasse: eppure gli ha dato una forza, un progetto. Gli italiani ne sono rimasti affascinati.
Ci siamo un po' riconosciuti.
Del resto è da più di un anno e mezzo che facciamo gruppo. E quasi sempre abbiamo lottato senza i favori del pronostico.
Dettagli: Di Lorenzo, sulla destra, soffre il cambio di passo con cui Ferran Torres lo punta. Due parate importanti di Donnarumma. Verratti e Jorginho faticano. Immobile gira a vuoto.
Lo stadio è abbastanza tricolore.
I tifosi capiscono il momento complicato.
C' è una bella atmosfera, antica. Con cori profondi e boati. Anche di spavento, però. Mancini intuisce che si sta mettendo male.
Negli spogliatoi, durante l' intervallo, se dice qualcosa, resta lì dentro. Chiesa segna, ma è una sua invenzione.
Continuiamo a ballare.
Non riusciamo ad andarcene in palleggio.
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Esce Immobile ed entra Berardi. Poi ecco anche Pessina e Toloi per Verratti (senza gamba, stanchissimo) ed Emerson (devastante l' assenza di Spinazzola, purtroppo).
Ma la Spagna pareggia con Morata.
E ci porta diritti ai supplementari. La sua specialità.
A questo punto siamo nel solito terrificante territorio.
Con i rigori laggiù. E con una certa consapevolezza di essere - per la prima volta con assoluta evidenza - in grave difficoltà.
Luis Enrique se ne è accorto.
Si alza e urla qualcosa a Marcos Llorente.
Mancini si volta e tutti ci auguriamo che il nostro c.t.
capisca un po' di spagnolo.
A questo siamo.
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A sperare di intuire le mosse dell' Hombre vertical , a sperare che il primo tempo supplementare si chiuda senza danni. Il sentimento della paura - ovviamente - non ci appartiene più, il Paese ha visto e vissuto le esperienze tremende che sappiamo. Ma se vogliamo farne ancora solo una faccenda di calcio, se vogliamo restare con l' idea che questa sia una partita, allora sì: c' è da avere, di nuovo, i brividi.
Donnarumma. Le sue manone, le sue grida. Chiellini indietreggia, quasi si ostacola con Bonucci. Esce dal pozzetto della panchina anche Evani, il nostro vice-allenatore. Sensazione precisa: gli spagnoli, ormai, sono un pericolo imminente (l' appunto è un mezzo scarabocchio: comunque la parola «pericolo» c' è di certo).
Ancora Donnarumma, lucido, reattivo.
Ancora un quarto d' ora così, poi i supplementari che se ne vanno. I rigori sono stati un supplizio. Francamente: con calma, andateveli a rivedere su Youtube.
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