IN QUEL CORPO C’E’ LA SEDUZIONE DEL POTERE (DA TAGLIARE)
Marco Belpoliti per la Repubblica
LORO SORRENTINO BERLUSCONI APICELLA SERVILLO
Dopo la macelleria dei corpi femminili - natiche, seni, gambe, tatuaggi in bella vista - , il sesso ambito e quello praticato - niente fellatio e molto sesso pecoreccio - , la droga - cocaina ed ecstasy - , dopo il ministro Santino, traditore, dopo Sergio Morra, alias Tarantini, puttaniere e corruttore, dopo l' Ape Regina, l' albanese Kira, e la giovane Noemi Letizia, dopo la corte di megere e madamazze, il tutto uscito dalle pagine di Cafonal e dalla matita di Mannelli…
LA FARSA SU SESSO E POTERE
Paolo Mereghetti per il Corriere della Sera
LORO SORRENTINO BERLUSCONI SERVILLO VERONICA LARIO ELENA SOFIA RICCI
Certo, ci sono anche qui gli squarci che sorprendono - la pecora stroncata dal condizionatore, il rinoceronte che vaga per Roma, il dromedario a una festa - ma sono trovate fin troppo esplicite nel voler sorprendere, che nulla aggiungono al senso del film.
... Certo, a Sorrentino non interessava raccontare la storia politica di Berlusconi bensì la sua anima di «venditore di sogni», ma bisogna dire che in questa prima parte di sogni e di anime ce ne sono davvero pochini.
NEL FILM SCANDALO DI SORRENTINO SILVIO NE ESCE MEGLIO DI LORO
Luigi Mascheroni per il Giornale
loro di paolo sorrentino 8
il film, come ha sempre fatto Berlusconi, dividerà gli italiani che lo andranno a vedere. Per una parte di loro, Lui è proprio così: insopportabile, cinico, amorale. Per un'altra parte, è esattamente così: irresistibile, generoso, vitale.
IL PRIVATO E’ POLITICO
Emiliano Morreale per la Repubblica
Loro risulta così, in questa prima parte, ancora sbilenco e disarmonico, e l' idea che si affaccia, di un Berlusconi cupo, stanco, coatto di un godimento che non è nemmeno suo, finisce col riverberarsi sul film rendendolo monocorde, col rischio di cadere, dopo un tripudio di giovani corpi, nella vecchia conclusione che "la carne è triste".
LORO VANNO A CACCIA
Federico Pontiggia per il Fatto Quotidiano
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Loro 1 denuncia fin troppo chiaramente il perché non abbia trovato posto a Cannes: non c' entrano i supposti timori del festival per ripercussioni legali, né una resa cinematografica forse meno brillante del previsto, ma crediamo una rappresentazione delle donne poco edificante, lontana anni luce da quell' empowerment femminile che oramai è una calda raccomandazione, se non una tacita prescrizione. In tempi di #metoo e Time' s Up, e con presidente di giuria sulla Croisette una pasionaria quale Cate Blanchett, un peccato mortale. Anzi, un divieto d' accesso.
IL CAVALIERE OSCURO
loro di paolo sorrentino 6
Alessandra De Luca per Avvenire
Ed è proprio il mistero dell' uomo Berlusconi più che del politico, ad attirare Sorrentino. Un mistero che alla fine del primo film rimane e lascia perplessi.
‘LORO 1’, SORRENTINO CI PRENDE TUTTI PER IL CULO
Giovanni Robertini per Rolling Stone
Alla fine resta la sensazione, per usare un po’ di slang alla Bagaglino, che Sorrentino ci abbia preso per il culo, facendo un film su Berlusconi – e sul potere e la fica che gli girava intorno – ma dichiarando la finzione (forse, come si diceva, perché l’immaginario di quel mondo in quel periodo è più forte di quello del film) e mostrando alla spettatore ciò che non è più né sogno, né cinema, neppure pornografia, ma lunghe Instagram Stories che il nostro software sociopolitico non ha mai cancellato.
loro di paolo sorrentino 4
Usciti dalla sala ci rimane attaccato – sudaticcio e appiccicoso come il sesso di Youporn – un berlusconismo enfatizzato, bigger than life, che Gué Pequeno avrebbe potuto tranquillamente liquidare in tre rime, e che qui diventa addirittura un film in due parti, dove l’attesa per il secondo episodio svanisce al quarto d’ora del primo.
IL FILM SU BERLUSCONI E’ PIU’ LUNGO DI VIA COL VENTO
Francesco Specchia per Libero Quotidiano
loro di paolo sorrentino 3
I berlusconiani accesi non potranno accendere la loro rabbia preventiva per questo film. Forse lo faranno, ingolositi, dalla seconda puntata. Semmai, da un punto di vista del racconto politico ci si può chiedere se dopo anni di cassa mediatica, reportage, processi, documentari, sia ancora necessario tornare su una vicenda sviscerata all' impossibile. Cui prodest?
E, specie in un momento di declino per il vecchio Silvio, quanto influirà l' esprit artistico di Sorrentino sul destino del centrodestra italiano? Ah, saperlo...
SVELATO IL BERLUSCONI DI SORRENTINO
Claudio Siniscalchi per La Verità
loro di paolo sorrentino 2
Non è il ritratto (almeno per adesso) delle pagliacciate della sinistra girotondina di Draquila o del Caimano. Loro 1 è un film autentico, complesso, ridondante, metafisico, barocco. Un film che purtroppo spreca un' ora abbondante con una premessa che sembra il prolungamento del film che ha spianato la strada del successo internazionale a Sorrentino: La grande bellezza. Si parte dallo scenario provinciale e scollacciato di Taranto, per arrivare nel cuore della eterna Babilonia, Roma. Culi e tette in abbondanza. Cocaina come se piovese. Puttane in quantità industriale. Feste aristocratiche dissolute, con uno sceicco ammirato dalla danza delle fanciulle.
CHE DELUSIONE IL FILM SU BERLUSCONI DOVE QUASI NON C’È TRACCIA DI BERLUSCONI
loro di paolo sorrentino 1
Mariarosa Mancuso per il Foglio
Prima di vedere il film, abbiamo immaginato Silvio Berlusconi che da un riquadretto in un angolo sullo schermo elencasse contando con le dita – come nella controscena a Matteo Salvini – gli errori e le gag che si potevano scrivere meglio (bastava copiare l’originale, e scegliere un attore più convincente con l’accento milanese). Abbiamo immaginato anche un discorso fuori dai denti, del tipo “i grillini nella mia ditta pulirebbero i cessi”, all’indirizzo del regista che neanche più rifinisce le inquadrature come usava fare. Anche esteticamente, “Loro” è piuttosto misero, il trasferimento sui prati all’inglese delle ville in Sardegna non giova. Meglio la piscina con le pasticche colorate: ora il regista saccheggiato da Sorrentino è Martin Scorsese, non più Federico Fellini. Visto il film, è inutile che Berlusconi si scomodi a commentare.
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