Estratto dell’articolo di Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
Soni - la moglie di Satnam Singh
A caldo, dopo l’incidente, e due giorni dopo, a decesso avvenuto, Soni, la moglie di Satnam Singh, racconta agli inquirenti quello che ha visto. Fornendo, con l’aiuto di un interprete, prove decisive per incastrare Antonello Lovato. Ecco il verbale con le sue risposte ai pm.
«Satnam è mio marito, siamo sposati da tre anni e mezzo e da circa tre anni viviamo in Italia. Prima a Napoli, poi da due anni a Cisterna di Latina. Lavoravamo in un’azienda di allevamento di bufale e qui nella raccolta di ortaggi e frutta, sempre nella stessa azienda».
SATNAM SINGH
Quanto percepite?
«In media circa sei euro l’ora a testa, con pausa pranzo, lavorando circa otto/nove ore al giorno».
Quale lavoro stavate facendo?
«Ci occupavamo di sistemare il telo plastico lungo il terreno previsto per la piantagione di cocomeri».
Che cosa è accaduto ?
«Siamo usciti di casa alle 5.30 con le biciclette. Sino all’ora di pranzo ci siamo occupati della raccolta di zucchine, poi della sistemazione del film plastico».[…]
«[…] Quel giorno Satnam è stato invece incaricato di raccogliere la plastica dietro al trattore. Fino a quel momento Antonello aveva lavorato da solo. Quando è successo l’incidente, Antonello stava seduto sul trattore fermo e mentre l’avvolgiplastica era in funzione dava indicazioni a mio marito. All’improvviso ho sentito Antonello urlare e ho visto mio marito a terra, accovacciato vicino al macchinario. Ho capito che era stato trascinato all’interno dell’avvolgiplastica. Antonello urlava “è morto! è morto!”. Mio marito aveva il braccio destro tranciato e ferite a entrambe le gambe. Ho chiesto ad Antonello di chiamare i soccorsi ma lui urlava solo “è morto! è morto!”».
ANTONELLO LOVATO
Chi c’era con lei?
«Sandra, una donna italiana regolarmente assunta, e Gora, indiano. Non ve l’ho detto prima perché ero sotto choc e spaventata di coinvolgere altre persone. Ho subito chiesto a tutti di chiamare un’ambulanza, ma nessuno ha fatto nulla. Supplicavo Gora dicendogli “tu sei mio fratello, aiutami”, ma erano tutti pietrificati. Solo dopo aver insistito, Antonello ha preso un furgone bianco e ha caricato mio marito e il braccio all’interno».
Chi ha chiamato aiuto?
«Sono salita anche io, nonostante fosse pieno di cassette di plastica vuote. Eravamo nella parte posteriore con gli sportelli chiusi, sono rimasta con mio marito al buio, il furgone è partito velocemente, facendo cadere le cassette vuote su di noi. Sono stati attimi di panico, urlavo nella mia lingua di chiamare un’ambulanza.
antonello lovato
Non so se c’erano altre persone a bordo. Ero sicura che mio marito fosse vivo, l’ho visto respirare, in maniera regolare e in alcuni momenti velocemente, fino a quando eravamo a casa, pur non parlando, rimanendo immobile e aveva gli occhi semichiusi. Arrivati a casa, un mio connazionale ha chiamato i soccorsi. Antonello ha lasciato il braccio all’ingresso, tra i rifiuti, fuggendo via. Il mio cellulare e quello di mio marito sono rimasti nel furgone».
SATNAM SINGH - VIGNETTA BY MILITANZA GRAFICA