Grazia Longo per "la Stampa"
LUANA D'ORAZIO E IL FIDANZATO
«Io voglio giustizia e non vendetta, ma certo la notizia del quadro elettrico manomesso, emersa dalla perizia della Procura di Prato, suona come un pugno nello stomaco. Se il macchinario fosse stato in regola mia figlia oggi sarebbe ancora viva. La mia vita non è più quella di prima e ora mi dà il tormento sapere che se il sistema di sicurezza avesse funzionato la mia Luana sarebbe ancora qui tra noi».
Non riesce a darsi pace Emma Marrazzo, mamma di Luana D' Orazio, che il 3 maggio scorso è stata risucchiata dall' orditoio presso il quale stava lavorando a Montemurlo. Il sospetto era sorto lo stesso giorno del drammatico infortunio sul lavoro e ora la perizia della Procura lo conferma. Ogni morte è crudele, ma quando si scopre che forse poteva essere evitata se fossero state rispettate le norme di sicurezza assume un contorno ancora più brutale, spietato.
la ragnatela sull'orditoio di luana d'orazio
Come in questo caso. La saracinesca a protezione dell' orditoio era alzata perché il quadro elettrico era stato manomesso, probabilmente per accelerare la produzione. Secondo quanto emerso durante il sopralluogo dei periti, sarebbe stata appunto accertata la manomissione del quadro elettrico per permettere il funzionamento della macchina che ha stritolato Luana anche senza che vi fosse la saracinesca di sicurezza abbassata. La relazione del perito potrebbe essere consegnata alla Procura della Repubblica di Prato già nei prossimi giorni.
L' ipotesi che i sistemi di sicurezza dei macchinari della ditta di Montemurlo in cui è morta Luana D' Orazio fossero stati manomessi per funzionare anche con i cancelli di protezione alzati era stata avanzata dalle prime fasi delle indagini. Si indaga, oltre che per omicidio colposo, anche per il reato di «rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro».
L'ORDITOIO DOVE LAVORAVA LUANA D'ORAZIO
La perizia rivela inoltre una modifica che avrebbe consentito il funzionamento in automatico: in particolare il pulsante di avvio, che a saracinesca alzata dovrebbe essere inattivo, avrebbe funzionato lo stesso. «Più sento queste cose e più sto male - prosegue Emma Marrazzo, sostenuta dall' assistente legale Andrea Rubini -. Luana non ha lasciato solo un vuoto incolmabile ma anche un figlio di 5 anni che cerca la sua mamma».
Non solo. Luana ha lasciato anche un fidanzato, Alberto Orlandi, che oscilla tra la disperazione e la rabbia all' idea che in quella fabbrica della morte ci sia stata una manomissione. «È una cosa enorme, troppo grossa. È un colpo al cuore che fa male.
LUANA D'ORAZIO E IL FIDANZATO
Tanto male. Non riesco a credere che davvero sia stato fatto qualcosa che pur di far produrre di più ha messo in pericolo la vita degli operai. Ma stiamo scherzando? La mia Luana ha pagato con la vita la mancanza di scrupoli di qualcuno. Noi abbiamo fiducia nella giustizia, ma spero che continuino a indagare in fretta per stabilire la verità».
Alberto insiste sulla necessità che la giustizia proceda celermente «perché noi dobbiamo sapere presto quello che è accaduto per potercene fare una ragione. E scoprire che per il dio denaro si è sacrificata la vita di una ragazza, peraltro già mamma, è un dolore immenso. Che non si può descrivere». Il ricordo di Luana è immutato nel tempo: «È il mio primo pensiero quando mi sveglio al mattino e l' ultimo quando vado a dormire.
luana d'orazio
Giustizia deve essere fatta perché non è possibile che quel giorno lei mi abbia salutato alle 5,30 del mattino e poi sia sparita per sempre». Alberto ricorda, inoltre, che la fidanzata pur essendo solo un' apprendista, lavorava spesso da sola e senza tutor davanti al macchinario. «Infatti una sera mi ha mandato il seguente messaggio vocale: "Scusa amore, ho finito solo adesso. Anche oggi ho dovuto correre come una dannata.
Mi hanno lasciata da sola con un sacco di lavoro"».
Sul fronte giudiziario, sono stati interrogati i coniugi Luana Coppini e Daniele Faggi, convocati dal sostituto procuratore Vincenzo Nitti perché rispettivamente titolare e gestore di fatto dell' orditura. Entrambi sono indagati per omicidio colposo e omissione di tutele antinfortunistiche. Luana Coppini ha risposto alle domande del pm, mentre Daniele Faggi si è avvalso della facoltà di non rispondere.
luana d'orazio leonardo pieraccioni
Alberto Orlandi, intanto, sta organizzando un' iniziativa per il 30 giugno, giorno in cui Luana avrebbe compiuto 23 anni: «Stiamo studiando qualcosa attraverso Instagram, per non dimenticare il suo splendido sorriso, ma anche perché si faccia luce sulla sua morte assurda».
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