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    “NEMO” PROFETA IN PATRIA - LUCA BEATRICE: “QUELLI DI ‘NEMO’, IL PROGRAMMA DI RAIDUE, CI SANNO FARE. ALTRE TRASMISSIONI NON RIESCONO A USCIRE DALL'ECCESSO DI SCHEMATISMO. IL MERITO PRINCIPALE È DEL CONDUTTORE ENRICO LUCCI”


     
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    Luca Beatrice per “il Giornale”

     

    LUCCI MONTANINI petrini NEMO LUCCI MONTANINI petrini NEMO

    La tecnica dello storytelling, più prosaicamente l' arte di raccontare storie, si applica ormai in qualsiasi ambito, dalle scuole di scrittura alla confezione delle marmellate.

    Quando funziona, aldilà degli slogan, consiste nella capacità di rendere l' attualità meno transitoria e più persistente.

     

    ENRICO LUCCI ENRICO LUCCI

    In tal senso, quelli di Nemo - Nessuno escluso ci sanno fare. Il programma, in onda mercoledì su Rai2, non è di facile collocazione poiché punta proprio sull' ibrido: ma mentre altre trasmissioni non riescono a uscire dall' eccesso di schematismo con cui trattano ad esempio la politica, qui il sorriso e l' ironia non impediscono comunque riflessioni più serie. Sarà poi il telespettatore a decidere eventualmente quale posizione prendere, da che parte stare. Il merito principale è del conduttore Enrico Lucci, coadiuvato in uno studio stile DJ set da Valentina Petrini, che ha importato a Nemo il linguaggio sempre ficcante e irriverente delle Iene.

     

    ENRICO LUCCI E VALENTINA PETRINA ENRICO LUCCI E VALENTINA PETRINA

    La puntata del 2 novembre ha visto il palinsesto stravolto dal dramma infinito del terremoto nell' Italia centrale, e per tutta la prima parte la consueta leggerezza ha lasciato il posto a piccole storie ammantate di tragedia. Il tema principale era quello delle elezioni americane, che appassionano il pubblico ben più del nostro referendum. Ma se l' opinione comune sembra indirizzarsi sulla demonizzazione di Trump, da Nemo c' è chi, come Carlo Freccero, ha parlato di quanto Hillary Clinton sia altrettanto discutibile se non peggio: lui insomma voterebbe conservatore.

     

    Per una volta un prodotto della tv generalista non si mostra in maniera univoca e unilaterale. Dai siparietti sugli Stati della provincia Usa ai gay milanesi che preferiscono il magnate all'ex segretario di Stato, con un intelligente e acuto intervento di Costantino della Gherardesca, la parte finale del programma è ancora più divertente; Lucci si mette sulle tracce di resistenti più o meno illustri.

     

    ENRICO LUCCI ENRICO LUCCI

    Segue Massimo D'Alema in viaggio verso la Calabria, tentando di dimostrare che in fondo non è così antipatico e saccente. Certo, l'ex presidente del Pd continua a non ispirare confidenza immediata, però è indubbio che la sua acutezza intellettuale sta anni luce più avanti rispetto all' eloquio sempliciotto della Boschi. E quando sorride sotto i baffi parlando di Renzi, risulta davvero irresistibile.

     

    Ultimo scoop è il ritrovamento dei Cugini di Campagna, tornati alla ribalta della cronaca perché il governo albanese li ha incaricati di comporre la canzone per la beatificazione di Madre Teresa. Hanno ancora i capelli ricci e cotonati come un tempo, vestono improbabili camicie floreali e sono rimasti gli stessi degli anni '70, tranne il cantante, un finto biondo venticinquenne capace di usare il falsetto per Anima mia, uno dei pezzi più strazianti nella storia della musica italiana.

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