Luca Josi per Dagospia
luca josi foto di bacco
Succede, qualche volta, ma succede: di trovarsi in un luogo della storia quando la storia decide di presentarsi.
Viviamo immersi di cronaca, poi accade che un fatto, un racconto, un’invenzione laceri il presente e quell’accadimento diventi obbligatorio, segni un tempo, almeno il suo, e si trasformi in storia.
Andate a Venezia, correte a Venezia per ritrovarvi testimoni dell’essere contemporanei di un’opera che definisce un’epoca.
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Quando s’incontrano capolavori che vengono da lontano si affaccia la malinconica domanda: cosa provocarono nella testa degli uomini quando si mostrarono? Andate a Venezia e avrete quella possibilità.
Nella sala dello scrutinio di Palazzo Ducale, con le infilate di saloni costruiti per annientarti e rimpicciolirti e consegnare ogni tua arroganza allo stupore della grandezza creativa di geni lontani – Tiziano, Tintoretto, Veronese, Palma e … - irrompe il presente attraverso l’opera di Anselm Kiefer.
anselm kiefer
L’arte è sempre contemporanea, ma si trasforma in storia quando mostra il passaporto per essere riconosciuta e tramandata come irrinunciabile. Ti spiega da quanto tempo era già con te e ti annuncia quanto resterà.
In epoca di attese digitali e di nuovi viaggi del pensiero ti troverai di fronte a un lavoro titanico, spiazzante. Se il metaverso è la promessa di offrire un “oltre” alla tua immaginazione, quel viaggio è stato già annunciato, secolo dopo secolo, qui a Venezia organizzando la distribuzione e il traffico delle idee (Manuzio e i suoi libri), dello spazio (Palladio e le sue architetture), dell’intrattenimento moderno (con il Teatro San Cassiano e il suo pubblico del melodramma).
Se non tutto del nostro moderno Occidente è nato qui, Venezia rimane uno dei luoghi più straordinari per prevedere e anticipare il mondo.
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Kiefer, oggi, ti consegna al ricordo di una storia fatta di “armi, acciaio e malattie” - dove queste ultime sono anche quelle del pensiero totalizzante e annichilente – e troverai in quella sala piombo, rame e rami, e tutta la storia di Venezia e della sua vanità, e quella del mondo, dell’uomo, dei suoi rumori, dei suoi dolori, del suo buio, della sua luce e di un suo silenzioso acciarino, il pensatore, veneziano, Andrea Emo che con una sua frase accenderà il tuo viaggio: “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce”.
sala dello scrutinio palazzo ducale venezia
Venezia, anche Palazzo Ducale, è una città di incendi e di rinascite.
Preparatevi a un rogo in quella sala.
Preparatevi allo stupore.
ANDREA EMO
PS: ora, un bel problema per Venezia - averne di problemi così! - sul come gestire, conservare e perpetuare per il futuro questo fatto storico (lasciarlo dov’è? Creare in altro luogo – arsenali? - un’area capace di dar vita a una processione di adepti di questa nuova cattedrale?).
Gagosian, con Baselitz e Palazzo Grimani, aveva già fatto una magia, ma qui ha sfondato l’immaginabile.
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