1 – L'AMICO DI LUCA "REGISTA" DELL'OPERAZIONE È COINVOLTO IN ALTRE INCHIESTE SULLO SPACCIO
Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
Giovanni Princi con due amici la sera in cui fu ucciso Luca Sacchi
Settantamila euro si sarebbero trasformati ben presto in 150 mila euro. Avrebbero più che raddoppiato il capitale di partenza. Dai soldi investiti per comprare all' ingrosso i 15 chilogrammi di marijuana, il gruppo guidato da Giovanni Princi, avrebbe potuto incassare un bel gruzzolo piazzando la merce al dettaglio. Magari da reinvestire nuovamente, così come forse è avvenuto con quegli stessi 70 mila euro che sono costati la vita a Luca Sacchi.
luca sacchi e domenico munoz
L' epilogo tragico del 23 ottobre culminato con l' assassinio del personal trainer, da parte dei due fornitori della droga, ha mandato all' aria un business redditizio. Un affare lucroso di cui il grande regista, Princi, 24 anni, studente di psicologia, sarebbe stato bene al corrente. Non sarebbe stata questa, infatti, l' unica importante trattativa di stupefacenti gestita dal ragazzo.
AUTOFINANZIAMENTO
anastasiya kylemnyk
Troppi indizi, e altre due inchieste della magistratura, dimostrerebbero una certa dimestichezza di Princi nel maneggiare soldi e marijuana. Per questo motivo gli inquirenti sono convinti che non esista nessun finanziatore occulto. E più l' inchiesta avanza e più l' ipotesi di un misterioso sponsorizzatore, disposto a mettere 70 mila euro nelle mani di un gruppo di ingenui 20enni, perde quota. Innanzitutto quei 20enni così ingenui non erano. E non lo era soprattutto Princi.
luca sacchi copia
Perciò gli investigatori iniziano a sostenere la tesi che lo stesso studente universitario fosse il più grande sovvenzionatore di sé stesso. I soldi per finanziare la compravendita del 23 ottobre li avrebbe guadagnati (è un' ipotesi investigativa) spacciando, reinvestendo e accumulando. Con quegli introiti che solo gli stupefacenti sono in grado di garantire. Soldi facili e con grandi rischi. Magari mandando avanti qualcuno con la faccia pulita. Perciò in parte calcolati. Ma non fino alla fine, vista la morte tragica dell' amico Sacchi. Quest' ultimo sarebbe stato coinvolto assieme alla fidanzata ucraina, la baby sitter Anastasia Kylemnyk.
FOTOSEQUENZA OMICIDIO LUCA SACCHI 2
Di fatto, nei mesi precedenti allo scorso ottobre, erano emerse attività sospette di Princi. Un tentativo di acquistare droga era stato monitorato dalla polizia, nell' ambito di un' indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia.
anastasiya kylemnyk
FORNITORI E CLIENTI
Gli inquirenti, intercettando delle conversazioni telefoniche, erano arrivati sul luogo in cui Princi si era incontrato a Roma con un fornitore, per poi pianificare l' acquisto di una partita di stupefacenti. Il 12 ottobre, dieci giorni prima del suo assassinio, ad accompagnare lo studente di psicologia c' era anche Sacchi. Il venditore all' ingrosso di stupefacenti era Fabio Casale, uno con «pregiudizi penali per traffico internazionale di droga».
anastasia fidanzata di luca sacchi
Tuttavia, e questo dimostra lo spessore che stava raggiungendo Princi, si scopre oggi che il telefonino intercettato da parte della Dda non era quello di Casale. Bensì lo smartphone dell' universitario.
Quel fatidico incontro verrà poi interrotto dagli agenti. Poliziotti che non trovarono droga addosso ai tre ragazzi. Ad ogni modo quel blitz convinse Casale a non voler chiudere nessun affare con Princi.
luca sacchi anastasia le foto di pirino
Mentre quest' ultimo, desideroso di investire un piccolo capitale, contatterà successivamente Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. I due pusher che poi si trasformeranno negli assassini di Luca Sacchi, nel tentativo di non cedere i 15 chilogrammi di marijuana e rubare lo zaino di Anastasia con i 70 mila euro.
la mamma e il fratello di luca sacchi
Gli investigatori, però, al fine di puntellare la loro tesi hanno individuato, oltre ai fornitori di Princi, anche i clienti. Un ragazzino sentito in procura, quale abituale acquirente dello studente universitario, ne ha lodato l' efficienza. Il primo incontro avvenne in un locale.
«Probabilmente - ha spiegato il giovane- era in cerca di clienti. Mi disse che vendeva marijuana e mi disse di scaricare l' applicazione Wicr per scambiare messaggi che poi si cancellano dopo la lettura». Infine il ragazzino diventa un cliente «da lui compravo 5 grammi due volte al mese, pagando 50 euro ogni volta» Ma soprattutto: «Ogni volta che chiamavo Princi aveva la disponibilità della droga». Come un pusher di buon livello.
2 – «MI HA PORTATO VIA LUCA ANASTASIA DEVE PAGARE»
Alessia Marani per “il Messaggero – Cronaca di Roma”
luca sacchi festeggiato da anastasiya
«Spero che anche Anastasia vada in carcere. Lei e quel Princi mi hanno portato via mio figlio. Luca era un ragazzo buono, che si fidava. Solo ora ho capito chi fosse veramente quella ragazza che dopo la morte di Luca ho fatto dormire ancora una volta nel suo letto, in casa nostra. Invece le indagini stanno svelando il suo vero volto. Luca con tutto questo schifo non c' entra niente». Mamma Tina Galati stringe in mano la torcia rossa accesa per Luca. Un grande striscione biancoceleste esposto dagli amici dice «Ciao Luca» con un grande cuore.
IL SOGNO
LUCA SACCHI E LA FIDANZATA
Alla fiaccolata di ieri in via Macedonia, a due passi da casa Sacchi, davanti all' ingresso del Parco della Caffarella dove il personal trainer di 24 anni andava a correre e ad allenarsi - non lontano da dove è stato assassinato il 23 ottobre da Valerio del Grosso, uno dei pusher di Casal Monastero - c' erano gli amici, gli zii e i cugini, chi a Luca voleva bene. Al fianco di Tina, papà Alfonso, poi Federico, l' altro figlio di 19 anni che quella sera era dentro al John Cabot Pub mentre fuori sparavano a Luca, gli avvocati Armida Decina e Paolo Salice, e nonna Margherita che racconta: «Ho sognato mio nipote vestito di bianco avvolto da una luce splendente.
fermo dei due sospettati per l'omicidio di luca sacchi 4
Gli dicevo: Luca perché sali così in alto, attento che cadi. E lui mi rispondeva: nonna sono le ali che mi spingono su. Un angelo». Mauro Deliso è arrivato da Tivoli per abbracciate l' amico Alfonso: «Luca e mio figlio giocavano insieme nella Juniores della Lodigiani. Luca faceva la punta. Un mese prima del delitto ero stato a cena nel ristorante di Alfonso - ricorda - Lui mi disse: Mauro io conosco tuo figlio Simone e tu conosci il mio Luca. Siamo davvero fortunati ad avere due ragazzi così.
dinamica omicidio luca sacchi
Luca non meritava quella fine e questa famiglia tanto dolore».
L' AMICO DAI CARABINIERI
Dalla Spagna è tornato anche Nicholas l' amico del cuore di Luca che i carabinieri di via In Selci hanno convocato per acquisire ulteriori informazioni sulla vita e le frequentazioni del ragazzo. Per la compravendita di marijuana messa in piedi con i pusher la sera dell' omicidio, Giovanni Princi è in galera. Anastasia Kylemnyk, nel cui zainetto c' erano i 70mila euro necessari per l' acquisto, ha l' obbligo di firma. Ha evitato il carcere perché incensurata ma la sua posizione potrebbe aggravarsi se dovesse venire fuori una rete non occasionale ma ben strutturata e dedita al traffico di stupefacenti. In quel caso gli inquirenti potrebbero contestarle l' associazione e anche lei potrebbe finire dietro le sbarre.
luca sacchi
«LA VOLEVA LASCIARE»
C' è di più. Se fosse provato che quella sera, in via Latina, dopo avere mostrato lo zaino ai pusher, Anastasia fosse stata presente anche al colloquio tra Princi e Del Grosso, i carabinieri potrebbero contestarle di avere favorito al fuga dei killer visto che a loro giurò di non avere mai visto Del Grosso e Pirino. Alfonso Sacchi è convinto che Luca, che non fumava marijuana a differenza di Princi e Anastasia, si sia trovato coinvolto per non lasciare sola la fidanzata.
anastasiya kylemnyk. luca sacchi
«Forse aveva provato ad allontanarla da quei giri. Un anno fa - spiega - litigarono, Luca voleva lasciarla ma poi mi disse: se io la lascio, lei che fa, dove va? Se solo l' avesse fatto, sarebbe ancora vivo». Sarà lo stesso Del Grosso quando parlerà alla pm (l' avvocato Alessandro Marcucci ha fatto sapere che il suo assistito «non ha intenzione di sottrarsi a un interrogatorio») a chiarire altre circostanze.
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