toni van gaal
Elmar Bergonzini per www.gazzetta.it
A volte bastano i numeri per capire il rapporto fra un giocatore e un allenatore. Luca Toni al Bayern Monaco ha vissuto due anni eccezionali. Nella sua prima stagione in Germania segnò 24 gol in campionato, record assoluto della storia del club per uno straniero (anche se Lewandowski nel 2016 gli ha scippato il primato). A Monaco Toni era (ed è ancora) idolo indiscusso.
Era, come diceva una canzone a lui dedicata, il “Numero Uno”. Poi però arrivò Van Gaal. Poche partite, un solo gol, fino ad arrivare a gennaio 2010, quando decise di fuggire alla Roma con la quale sfiorò lo scudetto. Bastavano i numeri per capire che fra i due non ci fosse un buon rapporto, ma negli anni Toni lo ha confermato più volte, lamentando la mancanza di dialogo con l'allenatore olandese.
toni van gaal
Ora, intervistato dalla Bild, anche Van Gaal ammette lo scarso feeling con Toni: “Gli tirai le orecchie – ricorda –. A colazione bighellonava troppo. Era irrispettoso nei miei confronti e nei confronti dei compagni. Cose così in una squadra non sono accettabili. Per me c'è una regola inviolabile: la squadra è più importante dell'individuo”. Eppure Toni a Monaco era davvero ben visto.
LITIGI — Van Gaal, che nel 2010 vinse coppa nazionale e Bundesliga, prima di perdere la finale di Champions con l'Inter, ce l'ha un po' per tutti: “Amo il Bayern, ma fino a quando c'è Hoeness non ci tornerei – ha detto –. Litigai con lui per Lahm, che ho schierato io per primo come terzino destro. Hoeness lo voleva ancora a sinistra. Ma la storia mi ha dato ragione. Lahm ha vinto mondiale e Champions giocando a destra. Ci fu una discussione simile per Müller. Lo schieravo sempre e una volta Hoeness disse a mia moglie: Suo marito ha sbagliato formazione ancora una volta”.
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CRITICHE — Nonostante il delicato rapporto con Hoeness, Van Gaal si sente ancora molto legato al Bayern Monaco. La gestione del club e il modo di vivere il calcio lo hanno convinto più lì che non a Manchester: “Lo United, l'ultima squadra che ho allenato, è un'azienda commerciale. Il Bayern è molto diverso. A Monaco i capi sono Rumenigge e Hoeness, due ex calciatori che sanno di cosa stanno parlando. Per loro l'importante è il calcio, l'aspetto sportivo, non i soldi come succede allo United. Per questo amo il Bayern”.
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Van Gaal non si fa mancare nemmeno una frecciata a Mourinho che lo ha sostituito sulla panchina dei Red Devils, mettendo di fatto fuori rosa Schweinsteiger, che l'olandese aveva fortemente voluto dal Bayern: “Bastian era più vecchio, ma non troppo vecchio. Effettivamente però non riusciva più a tenere il ritmo della Premier che è altissimo. Era arrivato alla fine. Sono comunque convinto che non si meritasse di esser trattato così da Mourinho dopo il mio addio”. Eppure a Monaco c'è chi è convinto che lui Toni non lo abbia trattato poi tanto meglio.
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