Marco Giusti per Dagospia
lucia bose' "cronaca di un amore" regia di michelangelo antonioni del 1950 con lucia bose' e nando sarmi
Ecco. Dopo Alberto Arbasino anche Lucia Bosè. Questo virus si sta portando via quel che restava del 900. La musa del primo cinema di Michelangelo Antonioni, “Cronaca di un amore” e “La signora senza camelie”, di due capolavori di Luciano Emmer, “Le ragazze di Piazza di Spagna” e “Parigi è sempre Parigi”, di altri due di Giuseppe De Santis, “Non c’è pace tra gli ulivi” e “Roma ore 11”, ma anche la musa del cinema spagnolo antifranchista, “penso a “Muerte de un ciclista” di Juan Antonio Bardem, di un capolavoro di horror bis come “Ceremonia sangrienta” di Jorge Grau, per non parlare del maledetto “Arcana” di Giulio Questi, film magico milanese, o dello strampalato e debordante “La messe dorée” di Beni Montresor.
lucia bose' con i figli miguel e paola lucia bose' walter chiari
Milanese, nata nel 1931, da sempre bellissima, viene scoperta in una pasticceria milanese, anzi nella celebre pasticceria Galli di Via Victor Hugo, addirittura da Luchino Visconti, che le fu molto più che amico (“Un fratello, un amante. Gli ho dato quello che ho dato a pochi uomini, un amore vero”). A 16 anni è battezzata Miss Italia e poco dopo fa il suo ingresso clamoroso nel cinema neorealista con la doppietta “Non c’è pace tra gli ulivi” e “Cronaca di un amore”, che la segneranno per sempre. E si fidanza, unione benedetta da Visconti, con il più bel comico d’Italia, Walter Chiari, col quale fa coppia in “E’ l’amore che ci rovina” di Mario Soldati, “Era lei che lo voleva”, “Accadde al commissariato”.
miss italia 1947 lucia bose' 4
Un fidanzamento, lo ha confermato anche lei, mai consumato, forse di copertura. Forse non grandissima attrice, è una specie di donna ideale per Antonioni, ma forse è Luciano Emmer a farla recitare da commediante. Nei primi anni ’50 gira film importanti, come “Gli sbandati” di Citto Maselli e, soprattutto, “Asi es la aurora” di Luis Bunuel e “Muerte de un ciclista” di Juan Antonio Bardem, un film scandalo in Spagna. Quando nel 1955 incontra il bel torero Luis Miguel Dominguin, lei e Ava Gardner finiranno per scambiarsi i compagni, Walter con Ava, e lei con il torero. Si sposano a Las Vegas nel marzo del 1955 per la gioia delle cronache del tempo. Mentre lui seguiterà a fare il torero, lei smetterà col cinema, diventando madre di ben tre figli, Miguel, Lucia e Paola.
lucia bose' 5
Anche se ha lasciato il cinema, non resisterà alla chiamata di Jean Cocteau per una piccola apparizione in “Il testamento di Orfeo”, 1960, dove comparirà anche il marito. Assieme appaiono anche nel rarissimo “The Picasso Summer” iniziato da Serge Bourguignon a metà degli anni’60 e poi rigirato e rimontato da Robert Sallin, mai uscito in sala. Dovrebbero anche interpretare un film assieme, “Zaino”, che non si farà. Malgrado i tre bellissimi figli, il matrimonio con Dominguin non durerà a lungo, sembra per le scappatelle di lui, una storia addirittura con una parente stretta, ma forse anche di lei.
lucia bose' vince miss italia 1947
E’ lei a chiedere a lui di separarsi in una Spagna ancora franchista che non accetta il divorzio e per l’italiana, che aveva chiesto al marito, oltre ai soldi, l’affido dei tre figli e la villa di Somosaguas, andrà malissimo. Avrà solo un terzo dei soldi richiesti, e niente figli e niente villa. L’opinione pubblica spagnola è ovviamente tutta con Dominguin. Ancora bella, Lucia Bosé ritorna quindi al cinema, anche se non avrà la fortuna che ebbe negli anni ’50. In Italia gira con i Fratelli Taviani, “Sotto il segno dello scorpione”, con Mauro Bolognini, “Metello”, “Per le antiche scale”, Fellini la vuole in un ruolo nel suo “Satyricon”, in Spagna con Josefina Molina, “Vera, un cuento cruel”, Jaime Chavarri, “Los viajes escolares”, in Francia con Maguerite Duras che la vuole protagonista di “Nathalie Granger” con Jeanne Moreau e Gerard Depardieu, ma anche con la stessa Jeanne Moreau in versione regista, “Storia di un’amicizia tra donne”.
walter chiari lucia bose'
lucia bose' 12
Non ha più la bellezza giovanile che la rese celebre in “Cronaca di un amore”, e rischia presto di essere confusi tra altre cento attrici mentre più giovani bellezze aggressive stanno invadendo gli schermi. Negli anni ’70, ma anche dopo, gira proprio di tutto, l’horror “Qualcosa striscia nel buio” di Mario Colucci, “La controfigura” di Romolo Guerrieri con Jean Sorel, “L’ospite” di Liliana Cavani, il folle “Arcana” di Giulio Questi, “Un solo grande amore” di Claudio Guerin Hill con Ornella Muti. La troviamo nelle serie tv spagnole e italiane, “La senora Garcia se confiesa” e addirittura “Capri”, la troviamo con Alberto Sordi in “L’avaro” di Tonino Cervi, in “Volevo i pantaloni” di Maurizio Ponzi.
lucia bose' massimo ranieri
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Già una ventina d’anni fa era diventata mistica, si era tinta i capelli di azzurro, si era ritirata a vivere a Brieva, vicino Segovia, dove aveva aperto il primo Museo degli Angeli, solo opera d’arte legate agli angeli. Ci sono pure stato per intervistarla. Il museo non era bellissimo, e ricordo che i paesani, quasi tutti allevatori di maiali, odiavano lei e il suo museo. Ma Lucia Bosè non aveva certo perso la grinta. Porterà avanti il suo museo, scriverà una biografia che presenterà solo un anno fa al Festival di Roma. Venne e fece un gran numero a “Domenica in” con Mara Venier parlando di sesso e di amori, del suo non amore per Walter Chiari e di Dominguin.
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