1 - DECRETO PER GENOVA, DI MAIO: ENTRO OGGI DEVE ANDARE AL QUIRINALE
Da www.ansa.it
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI
"In giornata il decreto va al Quirinale, deve andare al Quirinale. E' stato scritto tanti giorni fa ed è pronto". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a Radio Capital alla trasmissione Circo Massimo parlando del decreto Genova. "E' stata data una interpretazione che il ministero dell'Economia voleva fermarlo, in realtà entro stanotte la ragioneria dovrebbe bollinarlo".
Il decreto Genova prevede norme per una rapida ricostruzione del ponte "senza dare la possibilità di dare ad autostrade di mettere una pietra". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a Radio Capital alla trasmissione Circo Massimo, spiegando che in base alla relazione finale degli ispettori Autostrade doveva fare molte cose che non ha fatto. "Quella relazione ci apre una prateria per revocare la concessione. In quella relazione c'è scritto che autostrade aveva la responsabilità Ed è stata la responsabile per la distruzione del ponte".
luigi di maio 3
Il decreto per Genova è in dirittura d'arrivo al Colle. E' quanto sostiene il Governo che smentisce la carenza di coperture finanziarie. "Quanto alle notizie diffuse sul decreto emergenze e sulle presunte carenze di coperture finanziarie che sarebbero all'origine di ritardo nella sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, si precisa che queste notizie non corrispondono al vero" si legge in una nota della Presidenza del Consiglio che precisa: "Gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre".
giovanni toti
In definitiva, conclude la nota, "nessun ritardo per l'avvio delle misure di sostegno contenute nel decreto tant'è che dal Mef hanno appena confermato di avere terminato le valutazioni di propria competenza e che il decreto legge sta per essere inviato al Quirinale".
Interviene nel dibattito anche il governatore della Liguria Giovanni Toti: "Stupiscono e preoccupano le voci di un ulteriore stop al Decreto Genova, fermo, a quanto pare, alla Ragioneria dello Stato, ancor prima di arrivare al vaglio della Presidenza della Repubblica dove, secondo gli annunci, sarebbe dovuto arrivare già da alcuni giorni". Così il presidente della Regione Liguria e Commissario per l'emergenza, Giovanni Toti. "Mi chiedo - aggiunge - se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche". Si lavora dunque alle coperture nel giorno dell'incidente probatorio e della relazione della Commissione del Mit.
luigi di maio 2
La Commissione ispettiva del Mit, nella relazione sul crollo, accusa Autostrade: la valutazione di sicurezza del viadotto Polcevera "non esiste, non essendo stata eseguita la valutazione di sicurezza del viadotto Polcevera". La commissione "ha ribadito la propria richiesta" il 31 agosto e "ha appreso che, contrariamente a quanto affermato nella comunicazione del 23 giugno 2017 della Società alla struttura di vigilanza, tale documento non esiste".
Le misure adottate da Autostrade per la prevenzione "erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema", scrive ancora la Commissione, sottolineando che Autostrade per l'Italia "era in grado di cogliere qualitativamente l'evoluzione temporale dei problemi di ammaloramento, ma con enormi incertezze. Tale evoluzione, ormai già da anni, restituiva un quadro preoccupante, e incognito quantitativamente, per quanto concerne la sicurezza strutturale rispetto al crollo".
toninelli vespa
Nel progetto esecutivo di Autostrade per la manutenzione del ponte - scrive ancora la commissione, sono contenuti "valori del tutto inaccettabili, cui doveva seguire, ai sensi delle norme tecniche vigenti, un provvedimento di messa in sicurezza improcrastinabile". "Dalle informazioni a disposizione di questa Commissione - scrive ancora - non fu invece assunto alcun provvedimento con tali caratteristiche". Inoltre, aggiunge, "di tale informazione di evidente enorme importanza non era a conoscenza" il personale dirigenziale Aspi.
Secondo la Commissione, inoltre, la causa prima del crollo del ponte Morandi non va ricercata tanto nella rottura di uno o più stralli, quanto in quella di uno dei restanti elementi strutturali (travi di bordo degli impalcati tampone o impalcati a cassone) la cui sopravvivenza era condizionata dall'avanzato stato di corrosione presente negli elementi strutturali". Autostrade per l'Italia, "pur a conoscenza di un accentuato degrado del Viadotto" Polcevera "ed in particolare delle parti orizzontali di esso che appalesavano deficit strutturali, non ha ritenuto di provvedere, come avrebbe dovuto, al loro immediato ripristino e per di più non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela della utenza, inattuando in sostanza il principio di coerenza nella messa in sicurezza".
la lettera di febbraio accusa Autostrade e Ministero
"Ci costituiremo parte civile appena ne avremo facoltà, ossia in sede di udienza preliminare, dopo che la Procura avrà esercitato l'azione penale mediante la formulazione dei capi di imputazione". Lo afferma il ministro Danilo Toninelli in una nota del Mit. Quest'ultimo precisa che nell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi "nella fase dell'incidente probatorio non è tecnicamente possibile per il Ministero costituirsi quale parte offesa".
Arriva la replica di Autostrade: "Le responsabilità ipotizzate dalla Commissione" ispettiva del Mit "non possono che ritenersi mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare, considerando peraltro che il comportamento della Concessionaria è stato sempre pienamente rispettoso della legge e totalmente trasparente nei confronti del Concedente".
AUTOSTRADE PER L ITALIA
2 - FERMO IL DECRETO GENOVA L' IRA DI CONTE E DI MAIO "COLPA DELLA RAGIONERIA"
Alessandro Barbera e Ilario Lombardo per “la Stampa”
Li chiamavano «decreti vergogna», «la fine del Parlamento», il «segno della debolezza di un governo». Quando stavano all' opposizione presentavano mozioni e scrivevano lettere al Capo dello Stato. Ora che il governo sono loro, il vizietto delle leggi omnibus ha contagiato il Movimento Cinque Stelle. Roma, ieri. Sono passate da poco le 16. Nelle redazioni si sparge la voce che la Ragioneria dello Stato avrebbe bocciato l' ennesima versione del decreto su Genova. Non si tratta di un gesto arbitrario, ma della mancanza di coperture che per legge la struttura tecnica del Tesoro deve garantire prima di «bollinare» qualunque provvedimento.
AUTOSTRADE
Doveva essere un testo dedicato alla ricostruzione di Ponte Morandi, si era trasformato nel solito vagone legislativo per ogni emergenza, dai problemi delle aree terremotate al rifinanziamento della Cassa integrazione straordinaria. Non solo: il testo inviato dai ministeri a via XX settembre era lacunoso, spesso accompagnato da puntini di sospensione. «Non sta a noi scrivere i testi, al massimo possiamo dare le opzioni di copertura sulla base dei fondi a disposizione», fa sapere una fonte interna. Ma ormai ogni scusa è buona per alimentare lo scontro coi cattivi burocrati, facili bersagli di ogni governo alla caccia di deficit facile.
L'ALLARME DA ROMA A NEW YORK
Quando lo avvertono dei problemi Luigi Di Maio è nel suo ufficio al Ministero dello Sviluppo. Chiede spiegazioni a Palazzo Chigi. Giuseppe Conte è a New York, anche lui vuole sapere cosa sta succedendo. Dallo staff della presidenza del Consiglio si informano con il Tesoro e il Quirinale. Sono ore concitate, tentativi di mettere in realtà una toppa a una gestione del provvedimento promesso da Luigi Di Maio e dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, sbandierato da Conte, atteso dai genovesi.
PONTE MORANDI GENOVA
Ma la domanda che Di Maio si farà per tutto il pomeriggio è sempre la stessa: «Perché da via XX settembre hanno fatto uscire quelle indiscrezioni?» Il vicepremier non si dà pace, considera il gesto un dispetto, l'epilogo di uno scontro con i dirigenti del Tesoro, a partire proprio dal ragioniere dello Stato Daniele Franco, emerso dalle rivelazioni dell' audio del portavoce del premier Rocco Casalino. Dagli Stati Uniti Conte fa arrivare la sua irritazione: «È ovvio che qualsiasi decreto necessiti di copertura. Ma è il Tesoro che deve aiutarci a trovare i soldi. Adesso non può essere un problema anche trovare dieci, venti, trenta, cinquanta milioni».
In realtà il problema è più grosso di così: il solo rifinanziamento della Cassa ai trentamila metalmeccanici che stanno per perdere il sussidio avrebbe costerebbe ben altre cifre. E in ogni caso dare copertura alle leggi a settembre è proibitivo: ormai la gran parte dei capitoli di spesa è impegnato.
simulazione crollo ponte morandi genova 8
C' era e c' è poi il problema Autostrade: se il concessionario davvero restasse fuori dalla ricostruzione di ponte Morandi, è improbabile ci metta un euro, mentre è probabile che faccia ricorsi plurimi e - in assenza di condanne - chieda risarcimenti miliardari. Ecco perché ormai nel mirino del vicepremier c' è anche l' amico Toninelli, reo di non aver gestito il problema e che gaffe dopo gaffe ha consumato la pazienza del leader. Dalle nomine della commissione su Genova ai consulenti chiacchierati.
La via d' uscita Alla fine il compromesso si trova, i tecnici e i sottosegretari dei ministeri di Sviluppo e Trasporti si chiudono in una stanza , depurano il testo delle norme estranee a Genova ma fanno un accordo che risolve i problemi a metà: il comunicato con cui Palazzo Chigi annuncia l' invio del provvedimento al Quirinale per la firma ammette che le coperture riguardano solo quest' anno. Ma se non è Autostrade a ricostruire chi finanzierà il ponte? Con quali risorse? Si vedrà nella legge di bilancio, ormai un inzeppatissimo contenitore di sogni.
renzo piano giovanni toti progetto ponte morandi genova
3 - DECRETO PONTE, LO DELLA RAGIONERIA POI IN EXTREMIS I FONDI
Umberto Mancini per “il Messaggero”
Il decreto per Genova, riveduto e corretto nella notte, si salva in extremis. Dopo lo stop della Ragioneria generale dello Stato, che aveva rilevato la mancanza di coperture finanziarie per realizzare il Ponte e sostenere famiglie e imprese in difficoltà, ieri in serata c' è stato lo sblocco. O almeno così pare. I soldi sarebbero stati trovati nelle pieghe del bilancio del Mit, con alcune misure che saranno inserite nella legge di bilancio, spalmando in due anni i costi complessivi che ammontano ad oltre 600 milioni. Oggi, salvo sorprese, il testo dovrebbe finalmente approdare al Colle.
i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova
Ad imprimere una accelerazione decisiva sono stati proprio i tecnici del Mef che, dopo le anticipazioni del Messaggero, hanno confermato l' assenza di «risorse certe e quantificabili» nel testo messo a punto dai Trasporti (ci sono solo cifre in bianco). Da qui l' impossibilità tecnica di mandare il provvedimento al Quirinale per l' esame finale e la promulgazione. Mancavano, in particolare, le garanzie su chi si accollerà i costi del viadotto - si tratta di circa 200 milioni - se Autostrade, come pare evidente, si rifiuterà di pagare le spese.
Un rifiuto più che probabile, anzi certo, legato al fatto che la concessionaria, come più volte ribadito dal vice premier Luigi Di Maio e dal ministro Danilo Toninelli, è stata esclusa per decreto dalla ricostruzione. In violazione, secondo i legali del gruppo controllato dalla famiglia Benetton, delle norme europee e del codice degli appalti.
il crollo del ponte morandi a genova
Proprio l' impulso della Ragioneria ha spinto in serata il ministero dei Trasporti a chiudere il cerchio, individuando, d' intesa con Palazzo Chigi e Tesoro, le agognate coperture, ed evitando così l' ennesima brutta figura a 42 giorni dal tragico crollo del Morandi. C' è da dire che i rilievi mossi dal Tesoro sono stati tutti accolti ed il testo di 43 pagine è stato sfoltito in maniera significativa.
IL DETTAGLIO
Per la verità i tecnici della ragioneria avevano avvertito più volte delle lacune del decreto, invitando il Mit a riscrivere il testo che non prevedeva nessuna indicazione puntuale degli oneri finanziari e delle relative coperture. Così il provvedimento è stato rispedito ieri al mittente, ovvero ai Trasporti e per conoscenza anche a Palazzo Chigi, che hanno preso atto della necessità di specificare costi e oneri. Risorse ingenti non solo per sostenere l' economia di Genova, le famiglie in difficoltà e gli sgravi fiscali e contributivi per aziende, la zona franca.
il crollo del ponte morandi a genova
Ma anche per trovare, in caso di mancato pagamento da parte «del concessionario» delle spese per ricostruire il viadotto, una via d' uscita credibile. Se Autostrade non accetterà di pagare, caso molto probabile, potranno subentrare, dice il decreto, «un soggetto pubblico o privato che anticipi le somme necessarie alla integrale realizzazione delle opere». I soggetti avranno poi la facoltà di rivalersi indirettamente su Autostrade. Il provvedimento infatti prevede che il privato o Cdp intervenga «a fronte della cessione pro solvendo» dei crediti che lo Stato vanta o vanterà nei confronti del concessionario.
il crollo del ponte morandi a genova
Dal Tesoro tengono a precisare che è stato fatto un lavoro puntuale «per valutare le quantificazione dei costi e individuare le possibili coperture» da sottoporre alle amministrazioni proponenti. E che alla fine è stata trovata una soluzione soddisfacente. Insomma, nessuna vendetta da parte dei tecnici del Mef dopo le accuse di Di Maio e del portavoce Casalino, ma solo la constatazione delle necessità di colmare le amnesie tecniche-giuridiche del provvedimento.
Del resto la Ragioneria aveva fatto trapelare altri dubbi che riguardano la gara per ottenere i lavori. La procedura semplificata, invocata dal governo per ridurre i tempi e limitare il numero dei partecipanti, rischia infatti di essere impugnata a livello europeo proprio per l' elevata entità dei lavori. Da qui il timore, più che mai concreto, di innescare una battaglia legale tra i soggetti esclusi.
il crollo del ponte morandi a genova
L' enorme partita della ricostruzione, densa di incognite, è tutta ancora da giocare. Tant' è che il governatore alla Liguria Giovanni Toti, si è chiesto polemicamente se «dopo tanto parlare e polemiche non sarebbe stato più opportuno azzerare tutto e ricominciare da capo».
Una volta approvato il provvedimento c' è poi da risolvere la questione del super commissario che avrà il delicato compito di scegliere l' azienda o il gruppo di aziende che ricostruiranno il ponte.