Estratto dell'articolo di Cristiana Allievi per “Sette – Corriere della Sera”
bruce springsteen
Il primo scatto è stato ai piedi dei Beatles. Era il 1964, lei aveva solo 16 anni e non glielo hanno mai pagato. «Non mi piacevano, per questo li ho fotografati solo a metà. Allora si doveva scegliere, o eri dalla parte dei Rolling Stone o dei Beatles». All’epoca, però, era inimmaginabile che sarebbe potuta diventare ciò che è diventata, la fotografa che avrebbe immortalato divinità come Michael Jackson, Madonna, Prince, Sting, i B 52s, Blondie, i Rolling Stones – in pratica tutte le leggende degli ultimi 30 anni.
LYNN GOLDSMITH
Prima, infatti, era una manager musicale, una regista di corti e documentari e una pubblicitaria. Negli Anni 80 ha avuto anche successo come cantante, con il nome di Will Powers. «Non sono come Anne Leibovitz, che voleva diventare una fotografa ed è andata a scuola ad imparare», racconta dalla casa di Nashville, suo quartier generale. «Oggi pensano tutti che la mia carriera principale sia quella di fotografa, la verità è che sono una pittrice».
Lynn Goldsmith è immersa nella luce e buca lo schermo del computer con i suoi occhi color cristallo e i capelli d’argento. 75 anni, di cui 50 di carriera, ha l’energia di un’adolescente, come si addice a un’icona della fotografia rock’n’roll. Goldsmith ha anche vinto una causa alla Corte suprema degli Stati uniti contro la fondazione Andy Warhol, salvando il futuro del concetto stesso di diritto d’autore.
Con quella forza interiore, c’è da scommettere sul fatto che abbia anche avuto un peso determinante nell’azzeccare l’immagine di Bruce Springsteen agli inizi della carriera, quando ne è diventata anche la fidanzata. Ricordi che riemergono guardando gli scatti di Lynn Goldsmith. […]
La prima volta che ha incontrato Bruce se la ricorda?
bruce springsteen
«Nel 1972 […] Bruce si esibiva al The Bitter end di New York, un club minuscolo. Io ero sola con un flash di cui non avevo ancora fatto esperienza, mi sentivo nervosa, anche perché chiamavano questo tipo “un genio”».
Insomma, era spaventata.
«Mi sono detta “si accorgerà che non so cosa sto facendo…”. Cinque anni dopo mi ha confessato che era nella stessa situazione, perché io ero “una fotografa di Rolling Stone che andava a fotografarlo…”».
Sul set fotografico riusciva a dirigerlo lei?
«Sono io quella dietro la macchina fotografica, chi lavora con me mi ha sempre chiamata the boss! Di solito intervengo solo quando qualcosa proprio non funziona, altrimenti se un artista ha una chiara idea visiva di sé stesso, come Patti Smith o Frank Zappa, sono più libera».
bruce springsteen
Il libro mostra foto di Bruce in giacca e foto in canotta, quale delle due anime è prevalente?
«Guardavamo tonnellate di foto del Bob Dylan degli inizi, perché negli Anni 60 era lui il tipo cool. La giacca con il colletto e quella specie di linguetta che Bruce indossava nel primo tour veniva da lì. Ma è italiano, indossava anche le t-shirts, e io volevo essere sicura che il suo pubblico non fosse solo un gruppo di ragazzi: volevo che fosse sexy».
Cosa ha fatto per tirare fuori il lato sexy?
«Proprio agli inizi, quando lo seguivano solo ragazzi, cercavo donne fra il pubblico per circondarlo e fargli le foto. Mandavo avanti gli uomini della sicurezza, non sapeva che fossi io a fare certe manovre».
bruce springsteen nel 1970
Nel libro si menziona un concerto in cui c’erano solo tre persone in sala: quale fu la reazione del Boss?
«Non fece una piega, stava costruendo il suo pubblico, aveva bisogno di esibirsi. Era lo stesso con davanti una persona o centomila, all’epoca salire sul palco era una specie di droga, la sua eroina». […]
Si è innamorata di lui?
«Senza dubbio, poi c’è da chiedersi cosa significhi, quando si è giovani. Fisicamente assomiglia a tutti i ragazzi che ho avuto dal liceo in avanti, stessa altezza, magro con capelli scuri.
A livello caratteriale?
«Ho sempre avuto un’attrazione per le persone che non condividono molto di sè con il resto del mondo, Bruce non capitava a caso».
bruce springsteen e la e-street band
La cosa più romantica che ricorda, con il Boss?
«Un paio di foto nel bagno della sua casa in cui sono avvolta nel suo abbraccio, mentre faccio la foto».
Ha scelto lei la vostra foto insieme, all’inizio del libro?
«Non era prevista. Ho mandato un pdf a Bruce, chiedendogli di segnalarmi qualsiasi cosa non gli piacesse. Gli ho anche chiesto di scrivere qualcosa sui membri della E Street band. Mi ha risposto chiedendomi di spedirgli tutte le foto di noi due…». […]
bruce springsteen a ferrara 2 STEVIE VAN ZANDT bruce springsteen Lynn Goldsmith concerto bruce springsteen a roma 1 Andy Warhol Lynn Goldsmith BRUCE SPRINGSTEEN A ROMA