Roberto Gressi per il Corriere della Sera - Estratti
giuseppe conte alessandra todde
Eccola alla fine, all'una di notte. Bagno di folla, «Ale! Alessandra!» Come stai? Sorriso a 48 denti: «Sto benissimo!». E poi: «Sono felice, dai dati si profila una nostra vittoria. Sono contenta e orgogliosa, ringrazio tutta la coalizione, questa è la vittoria di una squadra. E sono la prima presidente donna della Regione».
Poi l'appuntamento alla mattina per la conferenza stampa con una promessa: «Dormirò benissimo!». Quindi l'abbraccio con Conte e Schlein. Conte: «Grande vittoria». Schlein: «Cambia il vento per il governo , non potevo festeggiare il primo anniversario da segretaria in un modo migliore!». E allora, domanda, il campo largo si può ripetere? Schlein sorride e annuisce, ma Conte puntualizza: «Non campo largo, prego. Campo giusto».
giuseppe conte alessandra todde elly schlein
Todde Alessandra , classe 1969 da Nuoro, Acquario, un metro e sessantacinque per sessanta chili, vegetariana, un passione per i numeri e per i cavalli, sposata e separata, single, due nipoti figli di sua sorella Mara, parla inglese, spagnolo e, ci tiene, il sardo, lei che sul palco dell'ultimo comizio ha portato la madre Cecia e la nipote Francesca, tre generazioni di donne della Sardegna. È lei l'eroina a Cinque Stelle che ha battuto sul filo di lana Giorgia l'invincibile, al primo passo falso dopo 16 mesi, delusa e tradita da quel Paolo Truzzu che aveva imposto alla coalizione di centrodestra, travolto perfino e soprattutto nella sua Cagliari.
Ma lo scrutinio è stato al cardiopalma. Prima mattina, dati impressionanti a suo favore, sconcerto nel centrodestra. Poi seggi scrutinati con il contagocce, accuse alla Regione di rallentare apposta, poi il sorpasso di Truzzu, poi il controsorpasso, poi di nuovo la rimonta, ma per un pugno di voti.
giuseppe conte alessandra todde elly schlein
Contiana della prima ora, più di lui convinta che per vincere servono larghe alleanze, a cominciare dal Pd, purché Elly Schlein e soprattutto i capicorrente si convincano che nessuna delle anime ha il diritto di prevalere sulle altre. Un altro modo per dirlo è che, se si dovesse raggiungere un'intesa per le elezioni politiche, non è scontato che al timone dovranno starci i dem, pure se prendessero più voti. Perché i Cinque Stelle hanno candidati vincenti, e lei sta lì a dimostrarlo.
Successo politico e successo personale, perché il centrodestra prende più voti del suo candidato e lei strappa invece più consensi del suo campo largo, nonostante l'handicap di avere la concorrenza in casa, quel Renato Soru che sembrava destinato a decretarne la sconfitta ancora prima di cominciare la partita. L'ultimo libro che ha divorato è quello di Michela Murgia, Dare la vita . Lì la scrittrice da poco scomparsa si domanda: «Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue?».
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E la risposta che si dà è che sì, si può fare. E dopo il voto di ieri suona un po' anche come una metafora dell'alleanza messa in piedi con tanti, ma soprattutto tra Cinque Stelle e Partito democratico che, nel suo pensiero, «hanno differenze significative, ma che possono essere vissute come un arricchimento, per un'intesa da portare comunque avanti».
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Deputata dal 2022, dopo un tentativo alle Europee del 2019 andato a vuoto con oltre 88.000 preferenze. Vicepresidente del Movimento fino alle dimissioni nel dicembre scorso, per correre come presidente in Sardegna. Sottosegretaria allo sviluppo economico nel secondo governo Conte, quello in coabitazione con il Pd, e poi viceministro con Mario Draghi. Un curriculum da prima della classe, in un partito che in tanta parte viene dipinto come un'armata di scappati di casa. Si è occupata di energia e di evoluzione digitale, imprenditrice e manager, fondatrice e ceo di Energeya, poi amministratrice delegata di Olidata.
alessandra todde elly schlein
Inutile il tentativo di avere dalla sua Carlo Calenda, e con i suoi se ne lamenta: «Ma come, mi incontrava e non si stancava di dirmi quanto sono brava, e ora invece non mi sostieni?». Contro Truzzu ha combattuto una battaglia a tutto campo, sui temi del lavoro, della sanità e della lotta alla precarietà, ma anche rivendicando il suo essere antifascista, argomento che altrove è sembrato un'arma scarica, accusando il suo avversario per la scritta «Trux» sul braccio, fusione tra Truzzu e Dux. Ora la prova della Regione, e una partita lunga per provare ad essere un'alternativa credibile in vista delle Politiche, che prima o poi arriveranno.
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