Di Maio vs Di Battista: ‘Mi incazzo se chi non era con me alle Europee ora gira per presentare libri’
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
Il primo scoglio è oggi. Un test interno al Movimento (e al governo) per sondare gli umori dei pentastellati e la tenuta dell' esecutivo. Scade infatti il termine per presentare gli emendamenti al dl Sicurezza alla Camera e per l' ala ortodossa del Movimento sarà un primo passo per capire se e quali margini di manovra ci siano nel gruppo pentastellato.
di maio di battista
Luigi Di Maio ha intenzione di proseguire con la linea dura: l' ala governista del Movimento presenterà un emendamento per chiedere la confisca delle navi ong che violano le leggi italiane. Una mossa che potrebbe agitare ancor più le acque dopo le parole del capo politico agli attivisti a Milano.
«Continuiamo a chiuderci nel nostro cerchio. Non ho mai visto una forza politica che più si chiude tra i puri e più va avanti. Una cosa che non condivido è tutto questo clima di nostalgia», ha detto Di Maio. Le sue parole - intercettate dal Fatto Quotidiano - hanno riaperto qualche crepa.
luigi di maio alessandro di battista roberto fico
Il leader degli ortodossi, Roberto Fico (che oggi parteciperà alla conferenza nazionale della Cisl, in un momento in cui il clima tra il M5S e i sindacati è teso), ha preferito tenere un atteggiamento distaccato evitando di accendere il dibattito sui migranti. «Luigi si sente regolarmente con Fico e Di Battista, i rapporti sono buoni.
Sta solo rispondendo con sincerità alle domande dei militanti», affermano fonti vicine al capo politico. E a ribadire che il Movimento si sta trasformando e che i cambiamenti sono in atto, i vertici spiegano che «la prossima settimana partirà l' illustrazione del progetto» della nuova organizzazione. Insomma, la «fase due» è al via.
LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO
E in questa fase, secondo quanto filtra da indiscrezioni parlamentari, ci sarebbe anche un nuovo ruolo per Alessandro Di Battista: una sorta di delega alla comunicazione del Movimento, un ruolo ritagliato su misura per sfruttare le sue abilità e il suo feeling con la piazza.
Grillo Di Maio Di Battista
La base, però, freme. E ci sono dei fuoriusciti che si stanno riorganizzando sul territorio. C' è chi ha dato vita al «Movimento verde», con tanto di V stilizzata simil Cinque Stelle, proprio per sostenere un ritorno alle origini. In Parlamento il clima è incerto. Gli ortodossi, da Doriana Sarli a Riccardo Ricciardi a Gilda Sportiello, fremono. Yana Ehm e Simona Suriano, che hanno presentato un emendamento pro-ong nei giorni scorsi, ancora ieri parlottavano insieme in Transatlantico.
ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO
Una truppa di una ventina di deputati è pronta a vagliare ogni riga che verrà presentata.
«Non si tratta di essere duri e puri, ma di difendere i nostri valori, di non svenderli», dice un esponente Cinque Stelle. Tra i parlamentari c' è chi continua a invocare un confronto: «Non dovevamo vederci più assiduamente? Non è il momento di essere più inclusivi?
Io non vedo grandi cambiamenti per ora».
ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO
«Il Movimento è sempre stato un soggetto politico difficile da decifrare e le tante anime che lo compongono spesso entrano in conflitto tra loro. Questa è la sua particolarità ma è anche la sua straordinaria ricchezza, quella che lo ha fatto arrivare al governo del Paese», dice Giuseppe Brescia. E prosegue: «Bisogna continuare a far convivere queste diversità senza soffocare nessuna di esse e dare nuovi obiettivi dato che gran parte del nostro programma lo abbiamo realizzato in questi pochi mesi di governo».
CARLA RUOCCO - DI BATTISTA - VIRGINIA RAGGI - LUIGI DI MAIO
Il tentativo di tenere il Movimento compatto in Aula nei prossimi mesi rischia di essere irto di ostacoli. Non solo il dl Sicurezza, ma anche l' autonomia. «È prevista dal contratto di governo ma sta al Parlamento decidere come declinarla senza che questo processo, seppur legittimo, si porti a compimento senza intaccare l' unità nazionale», commenta Brescia.
Un altro ortodosso, Luigi Gallo, pochi giorni fa aveva sottolineato: «L' autonomia e la regionalizzazione volute da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna non possono cristallizzare le differenze di tutto il Paese e chiuderci in una gabbia di disuguaglianze che non possiamo più rompere». Segnali. Forse prima di una tempesta che potrebbe chiamarsi Tav.