Davide Maniaci per www.corriere.it
CHAT A VOGHERA TRA SINDACA E ASSESSORI
Se Youns El Boussettaoui non fosse morto il 20 luglio, ucciso dal proiettile partito dalla pistola dell’allora assessore Massimo Adriatici, sicuramente la conversazione interna alla chat di giunta, su WhatsApp, sarebbe finita nel dimenticatoio come tante altre.
Invece la «talpa» colpisce ancora, e altri messaggi imbarazzano l’amministrazione comunale di Voghera. L’ultimo screen è stato diffuso stamattina (martedì 28 settembre) e risale al 12 marzo scorso.
voghera spari
La sindaca Paola Garlaschelli parla in prima persona. «Ma in tutto ciò il marocchino che chiedeva elemosina è annegato?», è il suo messaggio. Non specifica se si trattasse proprio di El Boussettaoui, o di un altro soggetto.
Alle risate seguono una foto, non visibile, di un luogo della città in provincia di Pavia definito «il tempio della cavalleria, dove vanno lì a bivaccare», un commento di Adriatici che ironicamente propone di «togliere la panchina» e poi quello di Giancarlo Gabba.
voghera il video della lite ttra massimo adriatici e youns el boussetaoui
«Purtroppo, ormai non bastano più i nostri vigili! Ci vuole ben altro!», col disegnino di una bomba. Sembra una chat di vecchi amici un po’ su di giri, invece è quella privata di sindaco e assessori, e nelle sequenze rese pubbliche non si notano segni di rimprovero.
Due settimane fa era iniziata la “fuga” di screen, che sembra una vendetta interna. Nello stesso gruppo Whatsapp, una frase in particolare era finita sulle pagine Facebook cittadine, facendo discutere. “Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio», sempre riferito alla gestione dell’ordine pubblico in centro.
sparatoria a voghera
«Riprovevole»
L’autore è ancora Giancarlo Gabba. Il sindaco Garlaschelli aveva definito «riprovevole» quel commento, in una dichiarazione rilasciata al quotidiano La Provincia Pavese. Ma dopo la tirata d’orecchie Gabba è rimasto al suo posto. E queste frasi, scritte a cuor leggero pensando che nessun altro le avrebbe mai lette, testimoniano un’atmosfera di tensione anche prima del delitto di piazza Meardi.