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    "LE SOIR": ‘’MA CHE CRIMINE HANNO COMMESSO GLI ITALIANI PER FAR SÌ CHE 10 MILA MORTI NON BASTINO PER ATTRARRE UN SOSTEGNO SENZA DIVISIONI DA PARTE DEI LORO PARI EUROPEI?’’ - FOLLI: MA LA POLITICA ITALIANA INVECE DI REPERIRE I 500 MILIARDI REALI CHE SERVONO ENTRO LA FINE DELL'ANNO PER AFFRONTARE IL COLLASSO ECONOMICO, PREFERISCE DISCUTERE NEI TALK E SUI GIORNALI DI QUANDO RIAPRIRE LE FABBRICHE E LE SCUOLE. MA UNA RIAPERTURA PREMATURA, DETTATA DALL'ANSIA, CUI SEGUISSE UN AUMENTO DEI CONTAGI E UNA SECONDA CHIUSURA POTREBBE ESSERE FATALE''


     
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    Stefano Folli per “la Repubblica”

     

    Ma che crimine hanno commesso gli italiani - si domanda un editoriale del quotidiano belga Le Soir - per far sì che 10 mila morti non bastino per attrarre un sostegno senza divisioni da parte dei loro pari europei?». Domanda legittima che ripropone il tema irrisolto della solidarietà dell' Unione al Paese più provato dal virus.

     

    PAOLO GENTILONI PAOLO GENTILONI

    Poi c' è la questione del "realismo" su cui ha scritto su queste colonne Roberto Perotti a proposito di "eurobond" e risorse del "fondo salva-Stati". Realismo vuol dire capacità di dire la verità, per quanto scomoda, anziché blandire la popolazione con speranze destinate a essere deluse.

     

    Qui bisogna ammettere che il nostro dibattito pubblico è carente; per meglio dire, non è più abituato da anni - salvo poche eccezioni - a confrontarsi con i dati concreti, uscendo dalla bolla di una campagna elettorale permanente.

     

    Paolo Gentiloni, commissario europeo, si è subito attirato l' accusa di «traditore» da parte dei sovranisti da tastiera per aver detto a Radio Capital che una «generica mutualizzazione del debito non passerà mai» (ossia l' idea di mettere in comune il debito sovrano dei Paesi europei): infatti il tentativo italiano è semmai quello di legare gli strumenti finanziari di intervento a una serie di progetti specifici legati all' emergenza sanitaria e gli obiettivi da raggiungere.

    ursula von der leyen e angela merkel ursula von der leyen e angela merkel

     

    Tuttavia esistono i trattati e le clausole sottoscritte e dunque non sembra per ora che una soluzione condivisa sia in vista.

    Almeno a giudicare dall' intransigenza tedesca (e olandese).

    Quindi il realismo batte la solidarietà e impone di non attendersi granché dall' Unione.

     

    Del resto, quale sia la situazione lo dimostra la scelta dell' ungherese Orbán di farsi conferire i "pieni poteri". A parte le facili battute sull' amico di Orbán, Salvini, che qualche mese fa aspirava anch' egli ai pieni poteri, resta il fatto che l' uomo forte di Budapest non avrebbe preso una simile iniziativa se l' Europa non fosse oggi così debole e a rischio di disgregarsi. Si torna al cuore della questione.

    salvini orban salvini orban

     

    La politica italiana tende ancora a illudersi ed esita ad aprire un vero dibattito sul "che fare" se l' Unione alza bandiera bianca. Un intervento massiccio della Bce, dove il fronte dei Paesi favorevoli al soccorso finanziario sembra oggi in maggioranza (e Berlino in minoranza)? Un' emissione di titoli nazionali di tipo "perpetuo" a un tasso interessante per gli investitori, come propone l' ex ministro Tremonti? Il debito andrebbe alle stelle, ma accadrebbe in ogni caso.

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    Qualunque scelta rompe i vecchi schemi e richiede coraggio e fantasia. Forse richiede anche uno Stato consapevole di sé.

    Sul Messaggero il presidente della Fondazione Hume, Luca Ricolfi, ha spiegato, dati alla mano, la tragicommedia delle mascherine mancanti negli ospedali e nei centri di pronto intervento negli stessi giorni in cui il governo spargeva ottimismo e lo stato d' emergenza era già stato proclamato (il primo febbraio). È una storia dettagliata e rivelatrice.

     

    giulio tremonti giulio tremonti

    È il medesimo Stato che dovrebbe gestire il dramma sociale, impedire le rivolte al Sud, reperire i circa 500 miliardi reali che servono entro la fine dell' anno per affrontare il collasso economico. Si preferisce discutere nei talk show e sui giornali di quando riaprire le fabbriche e le scuole. Ma una riapertura prematura, dettata dall' ansia, cui seguisse un aumento dei contagi e una seconda chiusura potrebbe essere fatale.

    stefano folli stefano folli

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