1. ELIMINARE UN TUNNEL PER FAR ACCETTARE IL PROGETTO LOW COST
UN MANIFESTANTE NO TAV CONTRO LA POLIZIA IN VAL DI SUSA
Paolo Griseri per ''la Repubblica''
La mini- tav? È uno dei tanti modi per fare la Tav. Tecnicamente è una proposta che circola da circa un anno con l' obiettivo di offrire ai contrari all' opera uno " scalpo" da esibire per accettare il tunnel di base, che è il vero cuore del progetto: 57 chilometri di galleria, in gran parte in Francia. Il progetto mini- Tav, riguarda invece la tratta italiana, quella che collega Torino con l' imbocco del tunnel di base a Susa. Il progetto propone una riduzione delle spese di 1,5 miliardi. È molto probabile che nel medio-lungo periodo quei soldi si dovranno comunque impiegare. Sulla tratta italiana il risparmio più grande lo aveva fatto il governo Delrio che aveva ridotto i costi da 4,3 a 1,7 miliardi di euro eliminando tutte le gallerie a valle del tunnel di base.
Tranne quella che collega il centro logistico di Orbassano con la linea attuale: un tunnel a doppia canna lungo 14 chilometri del costo di 1,5 miliardi. La galleria è essenziale per far transitare le merci nel polo logistico di Torino. Contro l' opera si erano scagliati i No Tav sostenendo che avrebbe "messo in pericolo la collina morenica, i paesi e le loro opere d' arte". In realtà sotto la stessa collina sono state realizzate ben due gallerie stradali senza apparenti danni. In ogni caso l' abolizione della galleria di Orbassano è diventato il boccone più ghiotto da offrire ai No Tav perché ridurrebbe da 1,7 miliardi a 200 milioni i costi della tratta italiana. Anche se in questo modo si creerebbe una strozzatura per i treni merci. Inoltre il rischio per Torino è che almeno una parte dei treni merci tagli fuori il polo logistico.
CANTIERE TORINO LIONE TAV VAL DI SUSA
C' è un altro " scalpo" sul piatto della mini- Tav. Ed è la stazione internazionale di Susa. Un punto di interscambio tra il traffico locale e quello internazionale è comunque necessario alla sbocco di un tunnel lungo 57 chilometri. Il progetto prevedeva che a Susa sorgesse una stazione disegnata dall' architetto giapponese Kengo Kuma. Costo complessivo 70 milioni di euro.
Abolendola, i risparmi non sarebbero significativi. Ma sarebbe una cancellazione di alto valore simbolico, che è poi l' unico che conta in tutta la vicenda.
GRILLO PARLA IN VAL SUSA
Se è ipotizzabile che la stazione di Susa venga cancellata è piuttosto difficile che a lungo andare non si realizzi la galleria di Orbassano e nemmeno quelle già abolite da Delrio. Opere che si renderanno necessarie dopo il 2030 quando entrerà in funzione il tunnel di base. Ma a quell' epoca, chi si ricorderà più dei veti dei 5 stelle sulla Torino- Lione?
2. CHIAMPARINO, MINI TAV È BUFALA, FACCIANO PARTIRE BANDI
(ANSA) - "La mini Tav è una bufala": lo ribadisce il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, a margine di un appuntamento dell'Uncem a Torino. "Visto che oggi il sottosegretario Edoardo Rixi torna sull'argomento - dice Chiamparino - é bene che si sappia che é una bufala, perché o vuol dire solo spostare di due o tre anni in avanti i lavori, e questo non cambia la sostanza, o vuol dire tagliare fuori Torino e nello stesso tempo intasarla. Perché quando ci dovessero essere tutti i treni sulla linea storica, non possono passare i treni locali più i treni merci e i treni passeggeri internazionali". "La mini Tav - conclude - c'è già, facciano partire i bandi sul progetto così com'è, e non perdiamo altro tempo".
sergio chiamparino
3. CONTE E TRIA INSIEME ANCHE SUL VAGONE TAV
Carlo Tarallo per ''la Verità''
Il nodo Tav va sciolto il prima possibile. Sul completamento della Torino-Lione si gioca un' altra partita a scacchi all' interno della maggioranza gialloblù, e come sempre avviene quando le posizioni dei due contraenti del contratto di governo sono distanti, sarà il premier Giuseppe Conte a trovare il punto di equilibrio e a dettare la linea del governo. L' ipotesi di accordo più probabile tra la Lega e il M5s resta quella di un' intesa sulla Tav low cost, un progetto ridotto nei costi e nell' impatto ambientale che potrebbe rappresentare il punto di equilibrio tra i favorevoli e i contrari.
sergio chiamparino chiara appendino
Il progetto, che piace molto a Matteo Salvini, prevede il drastico ridimensionamento della megastazione di Susa, (risparmio previsto circa 200 milioni di euro) e l' eliminazione o il rinvio a data da destinarsi della realizzazione della tratta nazionale, che da Bussoleno va verso Torino con una galleria che attraversa la collina morenica (risparmio previsto 1,4 miliardi di euro). Ieri, la presidenza del Consiglio ha voluto smentire alcune indiscrezioni giornalistiche che raccontavano di una propensione del premier a dare il consenso a questa ipotesi di lavoro.
Smentita doverosa, per non turbare il M5s, ma che appare tattica: «Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte», recita una nota diffusa ieri da Palazzo Chigi, «non ha aperto a nessuna ipotesi di mini Tav né ha mai richiesto un ulteriore contributo all' analisi costi-benefici dell' opera, contributo che è stato invece sollecitato dal ministero delle Infrastrutture.
DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIULIA GRILLO
Le ricostruzioni apparse questa mattina (ieri, ndr) su alcuni quotidiani sono destituite di fondamento. Il presidente Conte», prosegue la nota, «non ha mai anticipato nessun giudizio, mentre ha sempre ribadito e ancora ribadisce che verrà presa, nella massima trasparenza, la migliore decisione possibile nell' interesse esclusivo del Paese e dei cittadini, all' esito dello studio attento del dossier e del confronto politico che ne conseguirà».
A riscaldare il clima politico sulla Tav è arrivata la notizia di un supplemento alla relazione costi-benefici, commissionata dal Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, agli esperti che hanno stilato l' analisi originaria, quella che boccia l' opera. Gli esperti guidati dal professor Marco Ponti hanno rifatto i conti, calcolando solo le ricadute negative della parte italiana della Tav.
Per il nostro Paese, il saldo negativo se la Tav fosse completata passerebbe da 7 a 3,5 miliardi di euro. «L' ulteriore supplemento della analisi costi benefici», ha commentato il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, guidato da Danilo Toninelli, «sul Tav Torino-Lione, che riguarda solo la parte italiana del tunnel di base e la tratta nazionale, è stato prodotto dal gruppo di lavoro del professor Ponti su uno specifico input giunto non dalla presidenza del Consiglio. Il risultato è comunque molto negativo: 2,5 miliardi nello scenario realistico».
conte e tria
Secondo quanto apprende La Verità, inoltre, la Lega avrebbe chiesto al ministero dell' Economia di calcolare al centesimo l' effettivo costo per l' Italia di una rinuncia all' opera. Tra penali da pagare, intervento sostitutivo e altri costi, solo per quel che riguarda il fronte italiano, in caso di stop alla realizzazione della Torino-Lione si arriverebbe a dover pagare una cifra assai importante: il risultato di questi conteggi verrà presto messo nero su bianco.
Di Tav si è discusso ieri anche a Versailles, dove si è svolto il forum economico franco-italiano. La Confindustria e il Medef, associazione degli industriali francesi, in una dichiarazione congiunta firmata al termine del forum hanno messo nero su bianco la loro convinzione che «la ferrovia ad Alta velocità Torino-Lione deve essere completata in quanto rappresenta il principale anello mancante nel Corridoio mediterraneo».
Sulla stella lunghezza d' onda i ministri dell' Economia di Roma e Parigi: «Siamo a favore», ha detto il ministro francese, Bruno Le Maire, «del progetto Tav: aspettiamo che il governo italiano prenda una posizione»; «Credo», ha risposto il ministro italiano Giovanni Tria, «che il governo stia andando verso quella direzione. Ci sarà una evoluzione positiva perché sono i fatti che ci portano in questa direzione. C' è una legge», ha sottolineato Tria, «e per cambiare ci sarebbe bisogno di un' altra legge, ma non credo che sarà così».
Giovanni Tria e Bruno Le Maire
Sulla linea dello stop alla Tav resta Toninelli, che ieri ha ribadito il suo «profondo no come M5s all' opera, senza alcun pregiudizio». Il Pd ha annunciato una mozione di sfiducia alla Camera e al Senato nei confronti del ministro: «Alla prossima riunione di capigruppo», ha detto il leader dei senatori del Pd, Andrea Marcucci, «presumibilmente martedì prossimo, chiederò una rapida calendarizzazione della mozione di sfiducia contro il ministro Toninelli ed intanto propongo a tutte le forze di opposizione di unirsi alla nostra richiesta. Non possiamo più permetterci di perdere tempo con le sue analisi costi/benefici sulla Tav che sono palesemente taroccate. Toninelli deve andare a casa».