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    MA CHI ERA QUEL PIDDINO CHE IERI SERA, NEL DISASTRO GENERALE, SI AGGIRAVA GONGOLANTE PER I CORRIDOI AL SECONDO PIANO (BLINDATISSIMO) DEL NAZARENO CHIEDENDO AI PRESENTI "MA TU MI VOTI?" - MASSÌ, ERA DARIO FRANCESCHINI CHE AVEVA GIÀ INIZIATO LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE PERSONALE. OBIETTIVO: LA PRESIDENZA DELLA CAMERA, SULLA POLTRONA APPENA LASCIATA LIBERA DA FINI. "VERO, CHE TU MI VOTI?"….


     
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    DARIO FRANCESCHINIDARIO FRANCESCHINI DARIO FRANCESCHINIDARIO FRANCESCHINI

    Ma chi era quel piddino che ieri sera, nel disastro generale, si aggirava gongolante per i corridoi al secondo piano (blindatissimo) del Nazareno chiedendo ai presenti "Ma tu mi voti?" Pareva... Sembrava... Ma sì, era proprio lui. Proprio Dario Franceschini da Ferrara, felicemente circondato dai suoi amici più cari: il fido ex portavoce, poi promosso deputato, Piero Martino (ricandidato senza obbligo di primarie), il fido ex capo della segreteria Alberto Losacco, pure lui promosso onorevole (e ricandidato senza primarie), il fido amico di lungo corso Antonello Giacomelli, deputato come gli altri due.

    Oh là là. «Ma che cosa c'è da ridere?" sono sbottati un paio di giovani democratici in gramaglie, bindiano uno, renziano l'altro. Già. Che avevano tanto da cazzeggiare, i franceschiniani, in quel luogo di dolore? Semplice, il buon Dario aveva già iniziato la sua campagna elettorale personale. Obiettivo: la presidenza della Camera, sulla poltrona appena lasciata libera da Gianfranco Fini. "Vero, che tu mi voti?"

     

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