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    “CON CHE FACCIA TI RIPRESENTI LA PROSSIMA VOLTA DAVANTI AL GRUPPO?” – LUCA TONI ASFALTA SPALLETTI CHE HA PUNTATO IL DITO CONTRO I CALCIATORI DELLA NAZIONALE (ALCUNI DEI QUALI SI SONO RIFIUTATI DI CALCIARE GLI EVENTUALI RIGORI CONTRO LO SVIZZERA) – “DOVREBBE FARE GRUPPO E INVECE E’ ANDATO IN CONFERENZA DICENDO CHE L’ITALIA HA PERSO PERCHE’ I SUOI GIOCATORI NON HANNO PERSONALITA’” – LE IDEE DEL CT PER SVOLTARE: DA UDOGIE A SCALVINI, PASSANDO PER ZANIOLO E TONALI. ANNAMO BENE… - VIDEO


     
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    Andrea Elefante per gazzetta.it

     

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    Sarà più strana che calda, l’estate di Luciano Spalletti. Strana come la sensazione di ritrovarsi a metà di un guado, sapendo dove andare in base all’istinto, ma senza più la certezza assoluta che sia l’unica direzione giusta.

     

    Poco meno di dieci mesi fa, il ct dopo la vittoria sull’Ucraina si sentiva "in paradiso, avvolto d’azzurro", perché ci sono frasi, fra quelle selezionate come le migliori da dire, che poi ti tornano indietro come boomerang. Oggi gli sembrerà di essere più in purgatorio, e ad avvolgerlo ci sono dubbi: non su cosa fare, ma su come farlo.

     

    Sarà un’estate di pensieri, tanto per come è fatto lo sarebbe stata anche dopo un Europeo meno avvelenato: per quelli, non c’è di meglio che la sua tenuta di Montaione, magari un po’ di mare a Forte dei Marmi. Ma soprattutto del buon tempo con la sua famiglia, sua figlia Matilde in credito di abbracci dopo quel "ti voglio bene", il più disintossicante dei messaggi post pomeriggio svizzero di Berlino. E ovviamente gli uomini dello staff: li "convocherà" presto per nuovi studi, nuove analisi, nuove strategie. Due mesi possono essere anche molto pochi, quando c’è tanto da fare.

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    Un ct, tanto più a fine stagione, difficilmente può chiedere ai suoi giocatori l’intensità, "le corse da 80 metri", su cui lavora con continuità, e per un anno intero, in un club.

     

    (…)  Un ct, soprattutto, deve sentire non l’obbligo ma l’opportunità di scegliere una continuità tattica per la sua squadra.

     

    Dunque in base agli uomini che penserà di chiamare, mediterà anche se tornare al 4-3-3 o 4-2-3-1 che aveva considerato vangelo fino a marzo, o se dare al 3-4-2-1 (o 3-5-2) che aveva ritenuto l’assetto migliore dopo un confronto con la squadra la patente di definitività. La più urgente per una guida più sicura della squadra.

     

    Urgente almeno quanto - e questo no che non è un alibi - il recupero di giocatori che gli sono mancati molto. Per questi non ci sarà bisogno di setacciare serbatoi sconosciuti: già per settembre Zaniolo e Udogie, magari il "troppo conservativo" Locatelli; sicuramente più avanti Tonali, che tornerà disponibile a fine agosto, ma dopo un lungo stop; ancora più avanti Berardi e Scalvini.

     

    Per Acerbi si vedrà, e anche quello sarà un termometro non banale per capire come Spalletti avrà effettivamente elaborato i suoi pensieri, in questa sua strana estate da ct al quale adesso è chiesta anzitutto una cosa, e che scelga lui la strada: svoltare.

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