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    MA DAVVERO CALENDA STA PENSANDO DI CANDIDARSI A SINDACO DI ROMA? LA VERITÀ È CHE SPERA CHE QUALCUNO GLIELO CHIEDA - LA SUA CANDIDATURA NON DISPIACEREBBE A ZINGARETTI E A GENTILONI MA C'È UN PROBLEMA: NELLA CAPITALE BISOGNA ESSERE INCLUSIVI PER RIUSCIRE A FARSI VOTARE ANCHE FUORI DAI CIRCOLINI PARIOLINI - CONTE VUOLE VERAMENTE FARE UNA SUA LISTA DI APPOGGIO AL PD?


     
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    Marco Antonellis per Dagospia

     

    CARLO CALENDA E FAMIGLIA CARLO CALENDA E FAMIGLIA

    Ma davvero Calenda sta pensando a candidarsi a sindaco di Roma? Ieri la foto pubblicata sui social dell'ex Ministro del Governo Renzi e Gentiloni non lasciava dubbi. Poi è arrivata, sempre via social, la frenata: "Scherzavo". Però dal Pd non hanno dubbi. "Dopo mesi di smentite ora vuole farselo chiedere, ci sta pensando. D'altronde il Campidoglio è un posto di enorme visibilità, importanza e potere. E poi Carlo è romano...".

     

    CARLO CALENDA E IL CAMPIDOGLIO CARLO CALENDA E IL CAMPIDOGLIO

    Calenda sindaco sarebbe ben visto dal Segretario del Pd Nicola Zingaretti ed anche dal neo commissario europeo Paolo Gentiloni. Unico problema: "Per fare il sindaco di Roma occorre essere inclusivi, creare una coalizione che punti al 51% e fare poche polemiche", spiegano dal Nazareno. Da Calenda a Conte. In caso di elezioni anticipate farà una sua lista di appoggio al centrosinistra?

     

    CARLO CALENDA CARLO CALENDA

    "È troppo presto,  nessuno sa quando si voterà e cosa vorrà fare Conte, dicono dal Nazareno. Quello però che è certo è la coalizione di centrosinistra sta tornando competitiva. Il 4 marzo 2018 il PD era ai suoi minimi storici al 18%, ma soprattutto isolato e senza alleati. Ora in tanti guardano al Pd, che non vuole essere egemonico ma è di fatto diventato il fulcro dell'alleanza che si oppone a Salvini. Ed avremo belle sorprese sia in Emilia e anche, vedrete, dalla Calabria".

     

    CARLO CALENDA CARLO CALENDA

    Più probabile, invece, la nascita di un gruppo di "Contiani" in parlamento: a farsene carico potrebbe essere il ministro Fioramonti, per molti in uscita dal governo. Chi sta seguendo da vicino l'operazione parla di un possibile approdo nel gruppo misto. L'idea sarebbe quella di continuare a sostenere Conte bypassando però la leadership di Giggino Di Maio e senza rischiare un domani di finire tra le braccia di Matteo Salvini. Insomma, ne dimaiani ne salviniani.

     

    Ps, non dite a Mattarella che ai 5Stelle non è andata per niente a genio la recente nomina del nuovo DG di Bankitalia. Tra i pentastellati in questi giorni si sta lavorando per rilanciare le battaglie identitarie. Bankitalia rischia di finire nuovamente nel mirino.

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