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    “MA DOVE SIAMO ARRIVATI?” – LA PAZZA GIOIA DI JORGINHO DOPO LA VITTORIA IN CHAMPIONS: PARLA AL TELEFONO IN TV CON LA MAMMA, POI SI FA LA BARBA IN CAMPO (VIDEO!) - "GRAZIE AI MIEI GENITORI HO CONTINUATO A GIOCARE. HO I BRIVIDI. GLI EUROPEI? ORA PORTERO’ TUTTA LA MIA ENERGIA POSITIVA ALLA NAZIONALE DI MANCINI" – L'EX NAPOLI NON SE LO TIENE NELLE MUTANDE: IL FLIRT CON LA TRADUTTRICE DEL CHELSEA. E CON LA EX DI JUDE LAW... - QUELLA VOLTA CHE STRIZZO' LE PALLE A UN SUO COMPAGNO - VIDEO


     
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    https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/jorginho-non-se-tiene-mutande-flirt-traduttrice-234086.htm

     

     

    Da calciomercato.com

     

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    In mezzo alle maglie blue(s) del Chelsea, in mezzo alle note dei Queen, tra le corse di Kanté, le giocate di Mount, le urla di Tuchel e il gol, decisivo, di Kei Havertz, c'è un po' di azzurro Italia. Jorginho, il centrocampista visto in Italia a Napoli, Verona e Sambonifacese, è il secondo italiano a vincere, giocando, una finale di Champions League con una squadra straniera dai tempi di Christian Panucci, che nel '98 la vinse con il Real Madrid. E non è finita qua, perché dal 2010, anno del triplete dell'Inter, Jorginho è l'unico italiano ad aver vinto, giocando, una finale della massima competizione italiana per club.

     

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    ORDINATO E SPORCO - Contro il City l'ha decisa Havertz su imbucata geniale di Mount. Contro il City l'ha decisa anche la prova monstre di Ngolò Kanté, costante nella sua straordinarietà. Ma contro il City l'ha decisa anche l'intelligenza di Jorginho, bravo a raffreddare la mente e far girare la palla sulla prima pressione, poco efficace, della squadra di Guardiola, bravissimo nel farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto, a sporcare traiettorie, pulire palloni sporchi. Evoluto, ancora di più, rispetto al giocatore che Sarri ha reso imprescindibile per la Nazionale di Mancini: non solo bello e ordinato, ma anche sporco e cattivo.

     

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    30 CHILI BAGNATO - Un'Europa League e una Champions alzate al cielo in 3 anni, per un giocatore che 11 anni fa, nel 2010, quando l'ultimo italiano entrava in campo in una finale di Champions, Marco Materazzi, "pesava 30 chili bagnato" e doveva lasciare il Verona per la Sambonifacese. Dalla provincia veronese al tetto d'Europa per un giocatore fondamentale per la nostra Nazionale, pronta a giocarsi l'Europeo: le sue vittorie in Europa sono utili anche per la mentalità della squadra di Roberto Mancini. Che deve essere vincente. A Verona la crescita, a Napoli l'exploit, poi il no al City per seguire Sarri al Chelsea. Ha avuto ragione. E ora se la gode.  Come se la godrà anche l'Italia: "Porterò tutta la mia energia positiva. E non finisce qui. Ora c'è da vincere con gli Azzurri".

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